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Il Presidente venezuelano Nicolas Maduro ha ordinato alle banche di adottare la valuta virtuale Petro come valuta di corso legale e di conto a partire da lunedì, nel tentativo di superare la crisi monetaria che attanaglia il Paese.
Da ora in poi tutte le informazioni di carattere finanziario dovranno essere fornite in due valute: il Bolivar ed il Petro, secondo le indicazioni fornite dall’ente di controllo bancario Sudeban.
La scorsa settimana il governo di Caracas aveva provveduto all’emissione del Bolivar Sovrano collegato con il Petro e togliendo 5 zeri alle valute in circolazioni.
Secondo il Fondo Monetario internazionale, l’inflazione in Venezuela è stata pari al 100mila% nel 2017 e si avviava all’ 1 milione % nel 2018.
Dall’inizio della crisi, più di 2 milioni di persone hanno lasciato il Paese, portando ad una crisi umanitaria che ha colpito tutto il Sud America con pesanti ricadute politiche.
Il piano, oltre al cambio della valuta, prevederebbe un aumento del salario minimo del 3400%, che comunque non sarebbe sufficiente a compensare la perdita di valore legata all’inflazione.
Inoltre sarebbero previsti aumenti delle tasse sulla benzina che, per lungo tempo, in Venezuela ha avuto il prezzo meno caro del mondo, innescando flussi di contrabbando fortissimi verso i Paesi confinanti.
Il Petro dovrebbe, se implementato correttamente, fermare la spinta inflazionistica perché collegato al prezzo del petrolio venezuelano al barile, attualmente pari a circa 60 dollari.
In contemporanea con il lancio del Bolivar Sovrano, Maduro ha annunciato il lancio di titoli con un backing in oro chiamati Lingoticos, che dovrebbero permettere agli abitanti di recuperare i risparmi spazzati via dall’inflazione.
Questi titoli, con il simbolo della banca centrale, dovrebbero avere backing pari a 1,5 e 2,5 grammi d’oro.