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Lars Schlicting, “The White Paper”

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In esclusiva per Cryptonomist un raccolto del CEO di Poseidon ispirato al mondo crypto

Orson si stava chiedendo perché non era nervoso. Era stato designato dal suo team come portavoce, colui che avrebbe presentato il loro progetto per salvare il mondo alla Commissione. Avrebbe almeno dovuto essere teso, agitato o irrequieto. Invece si sentiva rilassato e tranquillo, come se avesse già raggiunto il suo scopo.

In effetti il loro lavoro si sarebbe con ogni probabilità fermato quel giorno, e dunque stava vivendo quell’esperienza non come un esame, ma piuttosto come l’ultimo atto di un gioco, il gioco per salvare l’umanità.

Oddio, non loro. Loro erano ormai destinati a morire. Le guerre economiche seguite da quelle ABC, termine usato per definire l’uso di armi atomiche, biologiche e chimiche, l’inquinamento, i mutamenti climatici troppo a lungo negati, la criminalità, l’assenza di una forza pubblica, le rivolte; erano tutti elementi che avevano ormai condannato l’umanità.

Nonostante tutta la conoscenza e la tecnologia di cui disponevano, i pochi sopravvissuti dalle inondazioni causate dallo scioglimento dei ghiacciai non riuscivano più a coltivare la terra inquinata, le radiazioni avevano ridotto la natalità senza possibilità di cura e la contaminazione dell’acqua potabile si era dimostrata troppo importante per poterla purificare.

No, tutti gli scienziati erano concordi, avevamo fatto il nostro tempo, l’umanità si sarebbe estinta, la terra avrebbe richiesto milioni di anni per assorbire tutti i danni provocati e forse, forse, da lì sarebbe nata una nuova forma intelligente, ma non sarebbe stata quella umana. No, il mondo che volevano provare a salvare era quello passato, quello dove il mare era ancora ospitale, le foreste verdi e rigogliose, le città popolate e piene di vita, che mostrava già i primi sintomi della malattia che avrebbe portato alla catastrofe, ma che poteva ancora essere salvato.

La Commissione aveva capito l’importanza del dare ai sopravvissuti una speranza, la speranza che l’umanità non avrebbe distrutto il mondo, ma sarebbe riuscita a redimere i propri peccati salvando la Terra.

La porta si aprì, segno che il suo gruppo era chiamato ad entrare per presentare il progetto. Erano in sei, tutte persone che prima della guerra erano rinomati professori accademici. Marco Ferrara era il matematico del gruppo, Will Steiner specialista nella teoria dei giochi, Françoise Erikson esperta in storia moderna, Alvaro do Nascimento il fisico, Hinata Hiroshibe esperta di comunicazione social e infine lui Orson Sellew, economista.

Un gruppo eterogeneo, che grazie ai privilegi delle loro rispettive professioni si erano trovati in una di quelle poche riserve dove la vita, o meglio sopravvivere, era ancora possibile. Lì li aveva raggiunta la notizia che un gruppo di scienziati aveva trovato il modo di viaggiare nel tempo. La chimera non era più tale.

Ma non era come nei film di un tempo, dove le persone stesse ritornavano al passato per modificare i loro errori e cambiare il futuro. L’unica cosa che si poteva spedire nel tempo erano dati, o meglio bit. Il futuro era così in grado di influenzare il passato trasferendo dati sulla rete internet. Questa scoperta aveva fatto nascere la volontà di provare a salvare il mondo dalla catastrofe futura. Il problema era come.

L’energia necessaria per trasmettere i dati nel passato era enorme. Era stata così costituita una Commissione, forse l’unico organo sovranazionale esistente, anche se ormai le nazioni non esistevano più, per valutare proposte su come modificare il passato, in modo da salvare il pianeta dal disastro. Le prime idee erano quelle di utilizzare i social media per influenzare elezioni e votazioni onde evitare l’arrivo al potere dei leader politici che hanno poi scatenato la guerra. Velocemente si era capito che il risultato non sarebbe stato scontato – chi avrebbe potuto assicurare che i nuovi eletti non avrebbero a loro volta scatenato la guerra oppure che la stessa venisse solo rinviata?

Le poche persone ancora al potere avevano capito che la radice di quanto accaduto era profonda. Bisognava escogitare una soluzione più radicale. La Commissione aveva così indetto un concorso aperto a tutti allo scopo di proporre un uso della macchina del tempo per modificare il passato e salvare l’umanità dall’estinzione.

Alcuni giorni dopo l’annuncio Orson era stato da Françoise, una sua vecchia fiamma, che unitamente a Hinata e Will avevano elaborato una loro teoria e volevano sottoporgliela. Dopo innumerevoli notti passate insonni, e l’aggiunta al gruppo di Marco e Alvaro, i cinque avevano sottoposto il loro progetto, ed ora erano stati chiamati a presentarlo.

La Commissione era composta da quelli che erano ormai i massimi vertici della società. Non si trattava di persone democraticamente elette, o almeno non direttamente. Solo poche aree disponevano dell’organizzazione necessaria allo svolgimento di elezioni e in questo momento nessuno aveva intenzione di eleggere una guida sulla base di mere parole. Coloro che detenevano il potere se lo erano guadagno con i fatti. Era quello che avevano fatto che li metteva nella posizione di poter dire alla gente comune cosa fare, e se la gente comune seguiva i loro consigli erano de facto ritenuti alla stregua dei governanti.

La Commissine era così presieduta da Johanna Meier, la responsabile delle aziende elettriche che riuscivano a fornire l’elettricità necessaria per i bisogni della comunità e, cosa importante in questo ambito, che avrebbe permesso il funzionamento della macchina del tempo. Era una donna sulla cinquantina, prosperosa e con molte rotondità. A vederla Orson pensò d’istinto a sua madre. Gianluca Riccardi era invece il più rispettato degli scienziati che cercavano di trovare soluzioni per migliorare la qualità di vita, o meglio per prolungarla. Era pallido, magro e con una calvizie accentuata. Dava l’impressione che non avrebbe occupato ancora per lungo tempo quel posto. Young Sun Lee aveva creato un’armata privata che era diventata il riferimento globale per tutte le riserve di sopravvissuti che cercavano di mantenere l’ordine mantenendo orde di profughi fuori dalle stesse. Nessuno ne contestava i metodi vedendo i risultati. Il suo viso era l’espressione del suo compito: serio, teso e concentrato. Il corpo asciutto e sodo aveva un forte contrasto con quello di Riccardi. Nikita Smith rappresentava la cooperazione di agricoltori che garantiva a stento i fabbisogni delle riserve e in pratica potevano decidere chi riceveva quali quantità di grano e patate, le uniche due coltivazioni ancora possibili. Era un omone con una capigliatura rossiccia e una folta barba dello stesso colore che si abbinava al colore del viso e del naso, che ne tradiva l’uso smoderato di bevande alcooliche. Infine Mdabe Hussein rappresentava il clero. In un periodo così difficile, con la morte sempre in agguato, la gente aveva ritrovato una forte fede concedendo a pochi predicatori un potere che non poteva non essere preso in considerazione. Era il più alto e grosso di tutti, il suo corpo emanava forza al solo sguardo. Ben si capiva come l’africano fosse stato in grado di ammaliare le folle.

A parlare per prima fu Johanna Meier.

“Signora, Signori” disse rivolgendosi al gruppo “vi diamo il benvenuto. Siete tra i cinque progetti scelti per presentare la loro proposta di uso della macchina del tempo. Vi lasceremo presto la parola. Vi prego di evitare le presentazioni e venire subito al dunque, sappiamo chi siete e spero che vogliate usare il poco tempo concesso per difendere la vostra idea, non per vantare la vostra persona. Prima di iniziare voglio tuttavia informarvi che il vostro progetto è quello più complesso e meno comprensibile che abbiamo ricevuto. Il solo motivo per cui non è stato scartato in anticipo è dovuto al fatto che vi rispettiamo come tra i maggiori esponenti scientifici della nostra comunità e che vediamo nella vostra idea un approccio diverso da tutti gli altri. Vi invito pertanto a spiegare nel dettaglio, ma in modo semplice e comprensibile, cosa volete raggiungere e perché.”

Non un’introduzione incoraggiante, pensò Orson che fece un passo avanti e iniziò a parlare:

“Stimati membri della Commissione”

Johanna alzò gli occhi al cielo, evidentemente non apprezzava nemmeno i convenevoli.

“Il nostro gruppo ritiene che per salvare la nostra società dal disastro sia prima necessario identificarne la causa. Anche se la situazione attuale è dovuta ad una combinazione letale di guerre ABC e mutamenti climatici, l’assenza di una valida risposta a queste sfide è dovuta alla povertà in cui si è trovata la società agli inizi degli anni venti con la nuova grande depressione e l’assenza di politiche in grado di superare questa fase. Tutti noi sappiamo che le banche centrali si sono trovate a dover stimolare un’economia dopo un decennio di politiche monetarie espansive, alimentando in questo modo un’inflazione che ha reso ancora più povera la popolazione globale. In questo contesto i politici hanno cercato di salvare il loro mandato dando la colpa della crisi ai concorrenti esteri, inasprendo i dazi che già avevano incrementato pochi anni prima, creando così un mercato protezionistico che ha da parte sua raffreddato ulteriormente l’economia. L’implosione dell’Unione Europea ha prodotto un’onda d’urto che ha travolto tutte le altre economie mondiali e alla prima scintilla sono nate le guerre nel medio oriente, nell’asia meridionale, nel centro America, per poi estendersi agli attacchi che tutti noi conosciamo e che hanno implicato le maggiori potenze militari dell’epoca. In questo contesto nessuno ha avuto più la forza e i mezzi per contrastare gli effetti del cambiamento climatico, già allora conosciuti, che hanno comportato l’inondazione di tutte le zone costiere, allora abitate da circa il 45% della popolazione mondiale. Come vedete, stimati membri della Commissione, le cause del nostro disastro sono dovute alla povertà, e la povertà si è manifestata per un errore di politica monetaria che non ha permesso di salvaguardare la ricchezza creata dai singoli cittadini. In pratica, noi riteniamo che se la società fosse stata benestante non avrebbe iniziato le guerre e avrebbe trovato i fondi per combattere le conseguenze del cambiamento climatico. Solo una persona agiata può aiutare un’altra persona. Guardate quello che stiamo facendo noi stessi, chiusi nelle nostre riserve e obbligati a respingere i profughi che ci vedono come l’ultimo rifugio onde evitare di rompere il delicato equilibrio che regge la nostra comunità. Ecco, quello che noi proponiamo è di creare una nuova ricchezza, che possa sostituire quella vecchia e che dia un motivo alla gente del passato per difendere il loro benessere, piuttosto che ambire a quello degli altri.

“Belle parole Signor Sellew, ma ancora non capiamo come dovrebbe funzionare il vostro progetto.”

“In realtà Signora esso è molto semplice. Dopo attenta analisi della situazione economico sociale, siamo dell’avviso che il primo domino, quello che ha fatto cadere tutti gli altri, sia l’assenza di fiducia nella moneta. Rammentatevi quanto è successo venti anni fa. Lo avete vissuto anche voi. La crisi economica ha creato un’iperinflazione che ha coinvolto prima nazioni poco stabili e economicamente fragili: Zimbabwe, Venezuela, Turchia, Argentina solo per citarne alcune, per poi estendersi a sempre più paesi fino a toccare Stati Uniti, Giappone e Eurozona. Le persone hanno visto in pochi anni tutti i loro risparmi perdere valore, i loro posti di lavoro scomparire, i creditori non hanno più potuto recuperare i loro crediti, abbiamo scoperto che la nostra ricchezza si fondava su un castello di debiti, le cui fondamenta sono crollate. Questa è la situazione che ha portato alla guerra e questo è quello che noi proponiamo di risolvere creando una nuova moneta, o meglio, un mezzo per salvaguardare il valore del patrimonio.”

“Signor Orson” questa volta era Nikita Smith a rivolergli la parola. “Ammetto di essere tra i pochi in questo comitato ad aver appoggiato il vostro progetto, e la vostra idea di creare un valore alternativo alla moneta che, come ben sappiamo, perderà la sua funzione, mi intriga. Non dovete spiegarci che l’oro, che svolge questa funzione da secoli, si è rilevato inadatto durante la nuova grande depressione. La difficoltà di trasferimento non permette infatti di poter usare l’oro nel commercio. Non posso vendere della merce a distanza venendo pagati con una spedizione fisica d’oro. L’uso dell’oro quale mezzo per preservare il proprio patrimonio ha avuto un ruolo cruciale nel crollo del commercio internazionale. Come pensate voi dunque di poter creare una sorta di oro digitale, che possa sostituire le funzioni dell’oro fisico, ma nel contempo essere trasmissibile senza necessità di un contatto fisico tra le parti? E per di più facendolo nel passato! Dovete creare un protocollo apposito, che dovrete gestire e mantenere in vita. Vi sono stati fornite le specifiche della macchina del tempo, il numero di dati che possono essere inviati sono limitati. Possiamo mandare testi, anche programmi di un certo rilievo, ma qui temo che i limiti tecnici siano insormontabili.”

“Non invieremo alcun protocollo indietro nel tempo, useremo della tecnologia già esistente e l’applicheremo in un modo nuovo.”

“Cosa vuol dire della tecnologia esistente? Non esiste nulla di simile attualmente.”

“Perché nessuno ne ha mai avuto necessità. Il nostro gruppo invece ha cercato espressamente il modo di creare quello che lei ha chiamato oro digitale usando tecnologia dei primi anni duemila, e siamo riusciti, unendo pezzi di diversi programmi già esistenti, a creare un nuovo protocollo che a nostro avviso è in grado di riprodurre questo concetto di oro digitale. Abbiamo chiamato questo protocollo blockchain. Si tratta infatti di una catena di blocchi. Ogni blocco conterrà delle transazioni svolte direttamente tra controparti, senza bisogno di alcun intermediario. Onde evitare la possibilità che una controparte possa corrompere il sistema e spendere due volte una transazione, queste sono messe in sicurezza da dei terzi, che legheranno i blocchi in una catena tramite complessi calcoli matematici e verranno remunerati per il loro lavoro. Le transazioni sulla blockchain sono regolate dal protocollo, che non richiede alcun presenza fisica. Due parti sono così in grado di trasferirsi valore senza doversi vedere o incontrare e senza dover utilizzare un terzo.”

“Mi permetterà Signor Sellew di dirle”, intervenne Mdabe Hussein, “che la sua descrizione di questo oro digitale è tutto fuorché semplice. Come possiamo prendere una posizione sul vostro progetto se non comprendiamo il suo funzionamento.”

“Mi permetta di spiegare il tutto in altre parole Signor Hussein” continuò imperterrito Orson. “la blockchain non è nient’altro che un registro contabile che indica quanto oro digitale lei ha in suo possesso e quanto ne ha la sua controparte. In questo la blockchain si comporta esattamente come una banca centrale che indica quanta moneta detengono presso di essa le sue controparti. La differenza della blockchain è che il registro è decentralizzato. Non è un singolo ente, la banca centrale, a gestirlo, bensì un numero di persone che mettono in sicurezza il registro tramite formule matematiche legate alla teoria dei giochi che il collega Ferrara sarà ben contento di spiegarvi…”

“Non credo che nessuno di noi sia in grado di capire il funzionamento tecnico della vostra catena Signor Sellew, a noi interessa sapere perché pensate che la società di quindici anni fa, di cui anche lei faceva parte, sarebbe disposta ad usare un oro digitale emesso da…. ma chi emette il vostro oro?”

Nessuno, questo è il punto essenziale. Non possiamo correre l’errore del passato. Dobbiamo correggerlo. La società perderà la fiducia nella moneta quando perderà la fiducia nella banca centrale che l’ha emessa. Questa fiducia sarà persa perché le banche centrali, invece di concentrarsi sul compito di difesa della stabilità finanziaria sul lungo periodo, si sono preoccupate di difendere l’economia dalle piccole crisi, come quella del 2008, mantenendo sempre più a lungo un sistema che era destinato a fallire. E più a lungo si mantiene un sistema fallito, più profonda sarà la caduta causata. A questo aggiungiamo l’uso da parte di alcuni politici della banca centrale per salvaguardare l’economia, sempre a breve termine, onde poter beneficiare di maggiori voti. Se l’emissione fosse eseguita da una persona, sul lungo termine questa farebbe sempre interessi a corto termine, che portano poi ad un danno a lungo termine. Le teorie keynesiane hanno funzionato per comprendere la grande crisi del 1929 e regolare l’economia negli anni successivi, ma non potevano governare l’economia nell’era digitale. Al contrario quando dichiarato da Hayek già nel 1970 si dimostra ora come una teoria valida: perché lasciare allo Stato il monopolio nell’emissione monetaria? Che sia il libero mercato a gestire anche questo ultimo baluardo. Le persone avranno fiducia nel nuovo oro digitale non perché crederanno ad un singolo ente, ma perché crederanno in loro stessi, nella comunità, e sapranno che la comunità sceglierà sempre la migliore via per sé stessa, anche se questa comporta delle decisioni difficili che il singolo politico non ha il coraggio e la forza di prendere.”

“Capisco, e qui entra in gioco l’effetto deflazionistico di cui avete parlato nel vostro progetto.”

“Esatto. Noi sappiamo che tra quindici anni il mondo intero sarà vittima della piaga inflazionistica che porterà povertà in tutte le nazioni. Tutte le persone si rivolgeranno allora all’oro, con le conseguenze che l’onorevole Smith ha ben descritto. Ora noi vogliamo creare quello che avete chiamato non a caso oro digitale. Secondo stime scientifiche nel mondo ci sono 21 metri cubi di oro. Bene, noi emetteremo 21 milioni di pezzi di oro digitale, proprio per rammentare l’analogia dell’oro digitale con l’oro fisico. La scarsità di questo oro digitale sarà la garanzia del valore dell’oro e genererà fiducia nell’utente. L’emissione sarà gestita nel tempo tramite le persone che mettono in sicurezza la blockchain, che abbiamo pertanto proposto di chiamare minatori. La loro attività infatti serve a estrarre l’oro digitale.

“Ma 21 milioni di pezzi non sono pochi?” esclamò Sun. “La popolazione mondiale prima delle guerre era di 8 miliardi di persone! In questo modo solo pochi eletti potranno avere il vostro oro.”

“Lei non ha letto bene la nostra proposta” commentò Orson, che in realtà immaginava benissimo che Young Sun non avesse nemmeno aperto il documento. “Il nostro oro digitale sarà divisibile all’infinito. Maggiore sarà il suo valore, maggiore sarà la suddivisione che sarà usata. Una persona potrà così possedere anche un milionesimo di una singola parte del nostro oro. All’inizio saranno poche persone a credere nel progetto, e di conseguenza il suo valore sarà limitato, ma maggiore il numero di persone che inizierà a usarlo, maggiore il suo valore. In realtà questo dettaglio è poco rilevante. Importante è che al momento in cui la società avrà bisogno di alternative alle valute nazionali e all’oro fisico, ve ne sarà una sul mercato.”

“Dunque volete tornare indietro nel tempo di quindici anni per lanciare il vostro progetto?”

“No, sarebbe troppo tardi. La gente non avrebbe il tempo per trovare la fiducia in un valore così nuovo. Abbiamo bisogno che questo oro digitale sia già conosciuto e attivo sul mercato da diversi anni quando scoppierà la nuova grande depressione. Noi pensiamo che il periodo ideale per emettere il nuovo valore sia nel corso della crisi del 2008. Come sapete la crisi sarà risolta con un massiccio influsso di liquidità, che sarà poi alla base della nuova grande depressione. La crisi del 2008 ci offre un ottimo spunto per giustificare il nostro operato e spiegare la necessità di un asset deflazionato che mantenga il suo valore. Per questo non vogliamo chiamarlo moneta, anche perché il sistema che abbiamo ideato non è scalabile e non permette l’esecuzione di migliaia di transazioni al secondo, che sarebbe necessario per sostituire una vera moneta, ma….”

“Mi scusi, cosa vuole che non è scalabile e non può sostituire una valuta?”

“Prima della guerra il sistema VISA ad esempio elaborava decine di migliaia di transazioni al secondo. Esso poteva essere usato in tutto il mondo. Ma si trattava di un sistema centralizzato e controllato da un ente. Il nostro protocollo deve essere decentralizzato per i motivi che abbiamo detto prima, ma questo implica un enorme dispendio per mettere in sicurezza la transazione che limita fortemente il numero di transazioni al secondo possibili..”.

“Quante?” chiese senza mezzi termini Johanna Meier.

“Sette” rispose Orson

“Sette! E volete cambiare il mondo creando una nuova valuta che permette solo sette transazioni al secondo!”

“Infatti, non vogliamo creare una valuta, vogliamo creare uno “store of value”, un asset che permetta di salvaguardare il suo valore durante il periodo di deflazione.”

“Ma nessuno potrà usarlo per fare dei pagamenti!”

“Questo è il punto essenziale che dovete comprendere per capire appieno il nostro progetto. È vero, come è ora il sistema ha dei difetti, posso citare anche il consumo elettronico necessario per mantenerlo, che con i cambiamenti climatici in arrivo non è sicuramente ottimale. Ma essendo decentralizzato, ovvero essendo gestito dalla collettività, sarà questa a trovare le soluzioni che permetteranno al sistema di evolvere e risolvere tutte le sfide che vi saranno e che nemmeno noi conosciamo. Oserei dire che con il nostro progetto vogliamo creare una valuta darwiniana, che sia capace di evolvere nel tempo e di adattarsi alle esigenze del mercato. Per fare questo è necessario che non sia una sola persona, o un ristretto gruppo di persone a poter decidere come adattare il protocollo, ma la collettività. Ci aspettiamo pure che all’interno della collettività ci siano delle spaccature, che con il tempo vengano create e generete nuove blockchain, diverse tra loro, ma solo la più resistente rimarrà sul mercato. Questo è quello che è mancato per risolvere definitivamente la nuova grande depressione già nel 2008, questo è quello che vogliamo fornire alla società in modo da avere un’alternativa, quindici anni fa, quando esploderà la nuova grande depressione.”

Il silenzio cadde nella sala. Orson non sapeva come intrepretarlo. La Commissione stava pensando ad altre domande o si era stufata di sentirlo? Voleva continuare la sua spiegazione ma capiva che doveva lasciare del tempo per permettere ai membri di assimilare quanto detto. Tutti loro avevano vissuto le conseguenze dell’inflazione e sapeva che tutti avevano compreso che la base del loro ragionamento era corretta. Ma la loro soluzione era estremante complessa e con alte probabilità di fallimento.

“Come intendete installare questo oro digitale nel passato?” chiese Meier.

La domanda era cruciale, non era più perché pensate che la vostra soluzione sia quella giusta, ma come volete implementarla.

“Vogliamo pubblicare su internet un white paper.”

“Un cosa?”

“Un white paper, un documento che spiega il funzionamento tecnico della blockchain e la nascita di un asset che può essere trasferito tra controparti senza intermediari.”

“E cosa volete ottenere in questo modo?”

“Vogliamo creare una comunità, un gruppo di persone che vedendo il progetto si interessi allo stesso e metta il suo tempo al suo servizio per iniziare l’implementazione della blockchain, come pure il suo ulteriore sviluppo.”

“E voi pensate di poter trovare persone nel passato disposte a fare questo?”

“Sì, abbiamo individuato delle persone che già a quell’epoca ragionavano sulla possibilità di trasferire valori senza intermediari. La comunità è molto piccola, ma la seguiremo e gli diremo come comportarsi per crescere.”

“E come volete comunicare con queste persone?”

“Tramite mail”.

“Sì, con la macchina del tempo sarebbe fattibile”

“In pratica creeremo un avatar che comunicherà con questa comunità a cui daremo le istruzioni, lanceremo il primo blocco e manterremo la catena in vita per un limitato periodo di tempo, fino a quando poi altre persone prenderanno il nostro posto.”

“E quando succederà questo?”

“Quando avremmo avuto successo.”

“E come lo capiremo”

Orson non rispose subito. Possibile che la Commissione non aveva preso in considerazione questo fatto quando aveva deciso di modificare il passato?

“Se avremo successo il nostro tempo non sarà più il futuro del passato con cui saremo in contatto. Questo vuol dire che non potremo più comunicare con loro. Quando questo succederà, allora avremo salvato il mondo da noi stessi.”

“E che succederà a noi?”

“Onestamente… penso che nessuno lo sappia. Forse continueremo la nostra vita normalmente fino alla fine. Forse cambiando il passato distruggeremo il nostro futuro e semplicemente smetteremo di esistere. Non lo so.”

Il silenzio scese nella sala.

Fu Young Su a romperlo.

“Non credo che oro digitale sia un nome corretto da dare alla vostra futura valuta.”

“Sono d’accordo” rispose Hinata Hiroshibe. “Per questo ho pensato ad un nome diverso”.

“E quale sarebbe?”

Bitcoin” fu la risposta.

Lars Schlichting
Lars Schlichting
Lars è il Group CEO del Poseidon Group e partner dello studio legale Kellerhals Carrard. Precedentemente Lars ha lavorato come partner per una big four. Ha una grande conoscenza e esperienza nell'identificare i rischi legali e reputazionali nel settore finanziario.
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