Scandalo Coinbase: l’exchange ha negato le accuse di proprietary trading mossegli contro dal pubblico ministero dello Stato di New York.
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Secondo l’accusa, infatti, il 20% di tutte le transazioni che avvengono su Coinbase sarebbero attribuibili alla stessa azienda. Il proprietary trading avviene quando un’azienda investe i propri profitti per sé invece che per conto dei propri clienti.
In un post pubblicato ieri sera, Coinbase CPO Mike Lempres ha spiegato che la società “non fa proprietary trading. Coinbase non fa trading per il beneficio dell’azienda su base proprietaria. Per fornire una semplice esperienza utente, il Coinbase Consumer cita un prezzo e poi rapidamente riempie l’ordine dalla nostra piattaforma di scambio (Coinbase Markets). Questo sfrutta la liquidità fornita dall’intero ecosistema di Coinbase”.
Il pubblico ministero americano, invece, spiega in un rapporto sulle “Virtual Markets Integrity” che è seriamente preoccupato dell’attuale situazione del trading in crypto perché queste piattaforme non proteggono veramente i fondi dei clienti.
Nello scandalo sono coinvolti anche Binance, Kraken e Gate.io.