Continua la telenovela sulla criptovaluta di Stato venezuelana e sul relativo Petro explorer.
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Qualche giorno fa era stato pubblicato il nuovo sito ufficiale del Petro, con tanto di link ad un block explorer che però non funzionava.
Ieri la pagina del Petro explorer è finalmente apparsa sul sito web ufficiale, ma senza blocchi: c’è solamente il box di ricerca per inserire l’ID pubblico di un indirizzo o di una transazione, ma non c’è modo di verificare quante transazioni ci sono già state e quali indirizzi sono coinvolti.
Eppure, una delle caratteristiche fondamentali della blockchain è che tutti i dati relativi ai blocchi sono pubblici in modo che chiunque possa controllarli in prima persona e verificarne la correttezza.
La cosa curiosa è che in basso viene riportato il numero dei blocchi (143), quindi in teoria questi dati dovrebbero esserci. Se ci sono non ha alcun senso non pubblicarli, altrimenti è lecito credere che quei 143 blocchi possano non esistere.
Va anche aggiunto che è da circa 24 ore che il numero di blocchi indicato su questa pagina è fermo a 143, quindi possiamo presumere che nelle ultime 24 ore non ci siano state transazioni. Sta di fatto che senza l’elenco delle transazioni quel numero (143 blocchi) non è dimostrabile.
Nel nuovo whitepaper, inoltre, è stato rimosso ogni riferimento alla blockchain di NEM, sulla quale originariamente era stato detto che sarebbe stato emesso il token, mentre si fa riferimento ad una “blockchain proprietaria“, che tuttavia non è dato conoscere.
Ad oggi questa blockchain proprietaria con 143 blocchi non è pubblica e ciò rende Petro una mera valuta digitale, ma non una vera crypto.
Infatti , a questo punto non c’è nessuna garanzia che la blockchain non possa essere manomessa, che il numero di token emessi sia limitato, che le transazioni verranno garantite anche in futuro e che le operazioni saranno verificabili pubblicamente. Insomma, per ora il livello di trasparenza è zero, il che fa di Petro assolutamente non trustless.
Dal 5 novembre dovrebbe essere possibile per tutti acquistare i nuovi token, ed il Presidente del Venezuela Maduro ha anche fatto sapere che in futuro i passaporti in Venezuela si potranno pagare solo in Petro.
Secondo alcuni, questo è solo un tentativo di rendere ancora più difficile l’emigrazione dal Paese, per frenare l’esodo di massa della popolazione stremata dalla crisi economica, visto che ad oggi utilizzare concretamente il Petro sembra ancora impossibile.