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Fortnite userà Ethereum?

Un videogioco a tripla A come Fortnite, se decidesse di tokenizzare le proprie risorse (skin o valuta interna), potrebbe facilmente raddoppiare gli utenti attivi su qualsiasi blockchain.

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Purtroppo ci sono buone ragioni per non aspettarsi che ciò accada, almeno non ancora.

Un sistema di questo tipo sarebbe una grande notizia per i gamer, poiché risolverebbe molti dei problemi del settore. Eppure, come ha spiegato Tony Sheng nella sua analisi, i produttori di giochi non sono ancora propensi ad adottare questa tecnologia. Almeno non senza esplorare nuovi modelli di business.

Perché Fortnite non usa i token

Gli utenti di Fortnite possono acquistare skin ed emote che potrebbero essere tokenizzati come ERC721; e c’è una valuta di gioco chiamata V-Bucks che è un candidato per lo standard ERC20. Tuttavia, c’è un problema, anche più di uno, in realtà.

Agli utenti è vietato trasferire oggetti da un conto ad un altro o vendere i propri oggetti e account. Inoltre, gli oggetti che inizialmente sono rari vengono spesso coniati, diventando sempre più comuni, rendendo falsa la scarsità degli asset all’interno del gioco.

L’inibizione della formazione di un mercato secondario è deliberata in quanto tale mercato danneggerebbe gli utili della Epic (la società che ha creato Fortnite). Un mercato secondario ridurrebbe le vendite dirette sul mercato ufficiale dei giochi. Inoltre, la tokenization potrebbe potenzialmente impedire (o rendere più evidente) la diluizione della rarità degli articoli, il che danneggerebbe anche il modello di business dell’azienda.

Il discorso chiave qui è che per le skin di Fortnite, l’offerta è falsamente scarsa. Possono e fanno gonfiare l’offerta per massimizzare i ricavi”.

La tokenization non è necessariamente sconveniente

Con questo modello di business, la tokenizzazione degli asset in-game non è redditizia, ma ci sono delle soluzioni. Per esempio, Epic potrebbe cercare di guadagnare dal mercato secondario, ricavando ad esempio una commissione su ogni transazione sostenuta.

Un tale approccio può rendere redditizia o meno la tokenization in base alla commissione imposta e al numero di transazioni, per cui rischiare non ha ancora senso economico da parte di Epic.

L’adozione è anche indubbiamente ostacolata dalla mancanza di fiducia nei confronti di questi nuovi ecosistemi. Un esempio è l’App store di Apple che vieta le applicazioni che vendono “beni digitali”.

Questa regola ha recentemente costretto Coinbase a rimuovere il gioco di collezionabili crypto “War Riders”.

Un altro problema è quanto sia ancora carente l’UX (esperienza utente) delle criptovalute.

Non ci si può aspettare che ogni giocatore gestisca la propria chiave privata. In realtà, questo potrebbe essere risolto da Epic tramite la gestione delle chiavi lato server ma allo stesso tempo garantendo la possibilità agli utenti esperti di trasferire gli oggetti su un indirizzo diverso.

Il mondo del gaming potrebbe ancora giocare un ruolo essenziale nell’adozione in massa delle criptovalute. Tuttavia, dovremmo aspettarci che tali giochi impieghino approcci innovativi al loro modello di business come Cryptokitties, Fomo3D e altri giochi crypto.

Adrian Zmudzinski
Adrian Zmudzinski
Adrian è un appassionato di tecnologia e IT, specializzato nell'analisi di token, tecnologia blockchain e crypto. Il suo interesse verso Bitcoin risale al 2009, espandendosi al mondo delle crypto più in generale. Le sue analisi si concentrano per lo più sulle potenzialità tecnologiche alla base dei token.
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