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Infura potrebbe portare Ethereum al fallimento

Infura è un sistema creato da Michael Wuehler che permette alle dApp di processare informazioni sulla blockchain di Ethereum senza avere un full-node installato.

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Secondo lo sviluppatore di Parity Technologies Afri Schoedon, però, questo sistema è un’arma a doppio taglio che potrebbe mettere a repentaglio la stabilità dell’intero ecosistema.

Molte sono le dApp che sfruttano Infura, tra queste troviamo MetaMask, 0x e MyCrypto.

Schoedon, però, ha fermamente dichiarato che se l’ecosistema non cesserà di fare affidamento su Infura, “Ethereum ha fallito.”

“Se non smettiamo di affidarci ad Infura, la visione di Ethereum è fallita. Non ha senso avere delle d-apps che si collegano attraverso metamask a una blockchain ospitata da qualcun altro.”

Il senso di questa osservazione è che gran parte dei vantaggi ottenuti per mezzo della decentralizzazione verrebbero perduti accedendo alla blockchain per mezzo di un servizio centralizzato.

Le soluzioni

Per fortuna gli sviluppatori dispongono di potenziali soluzioni al suddetto problema. Una soluzione, forse la migliore, sarebbe che ogni dApp disponesse di un proprio full-node.

Julian Martinez, ricercatore di Ethereum, ha spiegato:

“Le persone si aspettano che per avere una blockchain Ethereum completamente verificata (un full-node) sia necessario mantenere un nodo di archivio Ethereum. L’esecuzione di un nodo di questo genere è considerato un problema per Ethereum visto che richiede fino a 1,4 terabyte.

L’esclusione degli stati consente di risparmiare molto spazio sul disco perché sono i dati storici di stato che stanno generano il bloat della blockchain. Una blockchain del genere può occupare 90 GB piuttosto che 1.4 Terabyte occupati da un nodo d’archivio (dati forniti da Afri Scheoden, uno sviluppatore di Parity Tech). Anche se questi dati vengono cancellati, tutte le informazioni necessarie per ricrearli sono ancora disponibili.”

Adrian Zmudzinski
Adrian Zmudzinski
Adrian è un appassionato di tecnologia e IT, specializzato nell'analisi di token, tecnologia blockchain e crypto. Il suo interesse verso Bitcoin risale al 2009, espandendosi al mondo delle crypto più in generale. Le sue analisi si concentrano per lo più sulle potenzialità tecnologiche alla base dei token.
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