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Stablecoin: il carburante del mercato crypto

Le stablecoin, valute virtuali collegate in modo tendenzialmente stabile a valute fiat o altre materie prime di cui seguono le oscillazioni di prezzo, possono essere considerate come una possibile riserva per una crescita futura del mercato delle criptovalute?

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Questa concezione è piuttosto radicata fra molti entusiasti della criptovalute, come si può vedere anche su Twitter e ha dei suoi fondamenti di base.

Prima di tutto va considerato che, effettivamente, l’attuale market size delle stablecoin è piuttosto elevata:

  • Tether: capitalizzazione di 1800 milioni di dollari, con posizione 6 su Coinmarketcap;
  • TrueUSD: capitalizzazione di 210 milioni di dollari, posizione 26 su CMC;
  • USDCoin: capitalizzazione di 189 milioni di dollari, posizione 27 su CMC;
  • Paxos Standard capitalizzazione di 176 milioni di dollari, posizione 29 su CMC;
  • Gemini USD capitalizzazione di 88 milioni di dollari, posizione 46 su CMC;
  • Stasis EUR capitalizzazione di 35 milioni di dollari, posizione 81 su CMC;
  • BitCNY, capitalizzazione di 9,5 milioni di dollari, posizione 224 su CMC.
Grafico ripreso da: https://diar.co/volume-2-issue-48/

Questi sono i progetti più capitalizzati che si possono definire stablecoin in senso stretto, perché basati su autentici versamenti in valute fiat e solo considerando questi si raggiunge un valore complessivo di 2,5 miliardi di dollari.

La funzione di queste criptovalute può essere la seguente, dal punto di vista teorico:

  • Riserva di valore sicura per gli exchange su criptovalute;
  • Riserva di valore sicura per trading su altri mercati, ad esempio FX, cioè cambi;
  • Base stabile per sistemi di pagamento.

Per quanto riguarda la prima funzione, Gemini USD è stato sviluppato direttamente da un exchange, Gemini dei fratelli Winklevoss, ma anche altri, come TrueUSD, sono collegati in modo diretto o indiretto con exchange, primo fra tutti Tether, che tradizionalmente è stato in passato il riferimento all’interno di molti exchange.

Le altre due funzioni, come mezzo per il trading in mercati alternativi o come strumento di pagamento in sostituzione delle fiat, sono molto meno sviluppati, anche perchè il range di valute coperte è ancora troppo limitato, anche se la partecipazione di società specializzate nei pagamenti come Circle, fa ben sperare in uno sviluppo futuro anche di questo strumento.

Quindi, queste criptovalute possono essere considerate soprattutto come denaro dormiente all’interno degli exchange, pronto ad essere utilizzato per un eventuale rilancio del mercato.

Se consideriamo l’andamento dei volumi della stablecoin a cavallo del crash del 14 novembre, quello che ha segnato l’ultima forte riduzione nei corsi delle criptovalute, possiamo effettivamente notare un aumento nel volume di queste valute virtuali stabili, coerente con l’ipotesi principale di riserva di valore per gli exchange vista prima.

Ad esempio, Tether è passato da 1670 milioni di dollari di capitalizzazione il 14 novembre ai 1883 milioni odierni e USDCoin da 144 milioni a 194 milioni.

Nello stesso tempo, però, bisogna notare che il valore complessivo di una stablecoin è una frazione minima del valore complessivo della criptovalute, che attualmente capitalizzano 110 miliardi di dollari. Il solo BTC capitalizza 60 miliardi, per cui il loro peso complessivo risulta piuttosto basso.

Inoltre, essendo uno strumento di liquidità nel trading appare molto difficile che possano riversarsi completamente in criptovalute ordinarie ed una frazione notevole del loro valore rimarrà comunque a livello di stablecoin: la cifra che rientrerebbe immediatamente sulle criptovalute ordinarie è nell’ordine dei 700 milioni di dollari circa.

Per questi motivi, la loro influenza su un possibile rimbalzo delle criptovalute è limitata e di breve periodo: possono dare la spinta iniziale, ma il rilancio delle crypto deve provenire da fattori esterni alle stablecoin, anche se comunque la loro influenza è sicuramente in aumento e hanno un potenziale enorme di crescita: basti pensare che le stablecoin sono una delle leve per entrare nel mercato crypto e che Paxos e Gemini, nonostante abbiano solo 3 mesi di vita, capitalizzano già quasi 300 milioni di dollari.

Fabio Lugano
Fabio Lugano
Laureato con lode all'Università Commerciale Bocconi, Fabio è consulente aziendale e degli azionisti danneggiati delle Banche Venete. E' anche autore di Scenari Economici, e conferenziere ed analista di criptovalute dal 2016.
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