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Ethereum: le “balene” accumulano token erc20

Le whales o “balene” di Ethereum, cioè i grandi proprietari di token, stanno incrementando il possesso di ETH in questa parte finale del 2018.

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Secondo i dati pubblicati da Diar, infatti, i primi 500 indirizzi di ETH per numero di token ERC20 (o anche tutti gli altri standard che si basano sulla blockchain di Ethereum) hanno attualmente al proprio interno 20 milioni di token, di poco al di sotto del 20% del totale del circolante.

Al contrario, all’inizio del 2018, quando vi era la stagione più calda per le criptovalute, questo valore era pari a 11 milioni di token ed all’inizio del 2017 era pari a soli 5 milioni. L’acquisto di questi token non è di per sé incoerente con i volumi piuttosto bassi degli ultimi sei mesi, in quanto gli acquisti possono essere stati fatti in modo continuo anche con prezzi bassi, anzi l’accumulo è stato più conveniente quanto più distribuito ed ai minimi.

Si tratta, quindi, di un processo di concentrazione con un aumento dei possessi dell’ordine del 80%, nonostante la caduta dei corsi avvenuta a partire dal febbraio 2018, indice che le figure interessate al token hanno mantenuto attivo il loro interesse.

Gli address, invece, sono piuttosto stabili, come indicato da questo grafico:

Attualmente il valore in mano a queste whales, al prezzo di ETH attuale, è pari a circa 2 miliardi di dollari, un valore non indifferente, anche se, in termini assoluti, molto inferiore a quanto era ad inizio anno.

In generale, si è quindi assistito ad un processo di concentrazione nel possesso di ETH, fenomeno economico indicativo della maturità di ETH e nello stesso tempo effetto del termine di molte ICO, che, raggiunto il fine del progetto, hanno rimesso sul mercato i token finiti poi nel wallet di grandi possessori.

Inoltre, i proprietari di questi grossi wallet hanno sicuramente cercato di mediare sulle perdite risultanti nel corso dell’anno per limitare gli effetti sui loro patrimoni.

Probabilmente, avremo anche una concentrazione nel numero di partecipanti alle ICO basate su blockchain e token ETH e questi 500 possessori avranno un ruolo essenziale nei progetti futuri.

La progressiva concentrazione dei proprietari di token può anche avere degli effetti moltiplicativi sulla volatilità: meno operatori con grosse riserve significa che, in caso di rialzo, vi sarà una eventuale maggior rapidità nel riversare i token sul mercato stesso.

Inoltre, in caso di movimenti di mercato di segno opposto, saranno anche meno gli investitori disponibili a fungere da cuscinetto nelle cadute delle quotazioni.

Di per sé, la maggior concentrazione nel possesso dei token non significa una minore decentralizzazione, perché l’attività di mining potrebbe non esserne toccata, ma sicuramente i grandi portatori di interessi, essendo un numero più ristretto, potrebbero rappresentare una sorta di oligopolio.

Fabio Lugano
Fabio Lugano
Laureato con lode all'Università Commerciale Bocconi, Fabio è consulente aziendale e degli azionisti danneggiati delle Banche Venete. E' anche autore di Scenari Economici, e conferenziere ed analista di criptovalute dal 2016.
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