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Satoshi Nakamoto: bitcoin come soluzione ai problemi del capitalismo

Il creatore di Bitcoin, Satoshi Nakamoto, potrebbe essere stato un pacifista e anti-sovranista che ha inventato la blockchain come soluzione ai problemi del capitalismo del ‘900.

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Dopo la seconda guerra mondiale alcuni pensatori hanno portato nuove idee per superare le cause che hanno generato devastazioni e morte. Hanno pensato che fosse stata una élite, una concentrazione di potere, la causa più importante della guerra.

In particolare:

  • il filosofo Popper ha spiegato come pensare liberamente, è il teorico della “The Open Society”, della permissionless diremmo oggi. L’altro contributo molto utile è la falsificazione, ossia sottoporre il metodo scientifico alla prova dei fatti e cercare prove che falsificano l’idea iniziale. Così come ancora si cerca da dieci anni di attaccare la rete Bitcoin: più si cercano prove più si rafforza.
  • Hayek ha cercato di dimostrare che, per essere sicuri, il potere economico e politico deve essere decentralizzato.
  • Schumpeter ha fornito una nuova metafora per descrivere l’energia di un’economia di mercato: la distruzione creativa.
  • Il tanto criticato Keynes, l’economista inglese che ha proposto un’unità di conto globale, il Bancor, ma è stato sconfitto dal dollaro americano.

Tutti erano contro l’élite che governava quel mondo che ha portato alla guerra, perché il potere economico è coevo al potere politico.

Dopo la terribile crisi del 2008, abbiamo avuto un unico pensatore, Satoshi Nakamoto, che ha riproposto un modello per non cadere di nuovo in conflitto e superare i problemi del capitalismo.

Ma non l’ha fatto senza regole, come quelle tanto odiate da anarchici e liberisti, anzi la governance è molto forte, cambiarla per cambiare i dati, e quindi il potere, è quasi impossibile.

Ciò che è incredibile è che fa leva sempre sugli stessi principi di libertà individuale per depotenziare futuri conflitti globali (e questa è la ragione per la quale si potrebbe candidare al Nobel per la Pace).

Non sappiamo se Satoshi avesse addirittura ipotizzato una correzione del capitalismo, oppure se è chi ha adottato bitcoin a crearne le condizioni. Le più importanti sono la rimozione del tempo, dell’inflazione e dei cicli economici.

L’uso dei bitcoin ha reso il tempo un fattore neutrale: mai a vantaggio o a sfavore di una delle parti.

Il tempo, legato alle monete fiat, ora è una variabile indipendente, e ciò ribalta il più importante concetto finanziario cui siamo abituati da millenni.

Se non c’è il tempo a far da padrone, allora le persone non sono più direttamente soggette ai fenomeni da esso causati, come:

Con le monete tradizionali, euro o dollaro, proprio perché non si vuol perdere valore, ci si sente obbligati a spenderle o a investirle, scatenando la valanga degli interessi composti e incrociati (non solo monetari) tra tutti i soggetti in gioco.

Rendere il denaro a-temporale consente la libertà dall’approccio top down, perché non c’è più un fattore vincolante, anche per questo ora un modello possibile è individuale, bottom up. Tutto questo entusiasma gli sperimentatori, disorienta il pubblico, e spaventa chi ha interessi da proteggere.

Se ci si libera dai poteri, in particolare da persone, organizzazioni – e tempo -, si può scegliere il modello preferito per una nuova convenzione sociale.

Tutto ciò dal punto di vista economico. Per quanto attiene invece la tecnologia, l’infrastruttura, che è altrettanto fondamentale per evitare la concentrazione di potere, pensiamo al modello decentralizzato.

Sulle prime può sembrare la soluzione ideale, perché è assolutamente resiliente agli attacchi esterni, e dà potere a tutti, visto che non c’è differenza tra centro dell’impero e periferia.

Ma è debolissimo agli attacchi interni, alle divisioni per la precisione. Perché allontanarsi da una rete per tentare di proporne un’altra è semplice. Ciò provoca una perdita di focus e soprattutto di effetto rete, assolutamente necessario per far partire e crescere il crypto-mondo.

Al momento la decentralizzazione ha un gran fascino, è un pendolo che prende grande velocità verso un mondo più equo, ci sembra che possa cambiare tutto e per sempre.

Invece, c’è sempre una forza contraria. è una lotta contro il tempo, perché sulla base della raccolta dei nostri dati, le élite -questa volta digitali- si stanno ricomponendo.

Se non aumenta l’adozione e al contempo non diminuiscono le divisioni, ricadiamo nel “divide et impera”.

Massimo Chiriatti
Massimo Chiriatti
Tecnologo, collabora con Università e centri di ricerca per eventi di formazione sull’economia digitale. Prende parte attivamente a congressi e forum su temi riguardanti in particolar modo. l’innovazione nell’ICT. Membro di Assob.it, un’associazione senza scopo di lucro per lo studio delle criptovalute e per promuovere la tecnologia Blockchain.
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