Sono passati ormai due mesi dall’ultimo aggiornamento del protocollo CryptoNight della criptovaluta Monero (XMR), avvenuto lo scorso 9 marzo 2019. L’update, implementato mediante un doppio fork, ha introdotto due importanti cambiamenti anche nel mining.
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Per prima cosa è stato aggiornato il Proof of Work (PoW) al CryptoNight-R. In secondo luogo, sono state corrette alcune vulnerabilità legate agli attacchi big bang. Non solo, è stata anche migliorata la privacy, rendendo le transazioni più omogenee.
Inizialmente il fork era stato pianificato per il mese di aprile 2019, ma l’impennata dell’hashrate della rete dovuto all’uso massiccio di ASIC ed FPGA aveva reso quasi impossibile il mining di Monero da parte dei miners onesti.
Inoltre, dal momento che gli ASIC coinvolti nel mining intensivo erano controllati da un gruppo ristretto di persone, vi era un grosso rischio di attacco del 51%.
Proprio per questo motivo il team di Monero aveva deciso indire un fork d’emergenza per il cambio di PoW ed anticipare l’upgrade del protocollo originariamente previsto nel mese di aprile.
Summary
Mining Monero: hashrate stabile dopo il fork
In seguito al fork, l’hashrate della rete aveva subito un importante calo, passando da un 1 GH/s a circa 200 MH/s.
A quasi due mesi di distanza, l’hashrate delle rete Monero risulta piuttosto stabile attorno i 300-350 MH/s, scongiurando la presenza di nuovi ASIC ed FPGA attivi sul network.
Un’ottima notizia per i miner, che, abbinata al recente aumento di valore della moneta, ha consentito di migliorare lievemente gli introiti derivanti dal mining di XMR.
Dal 9 marzo scorso, giorno in cui è avvenuto il fork, Monero è passata da un valore di circa 50 dollari agli attuali 67 dollari. Si tratta di una crescita prossima al 30%.
Quanto durerà l’immunità agli FPGA?
La nuova versione del PoW CryptoNight-R per ora continua a mantenere con successo l’ASIC Resistance del network Monero. Tuttavia, non è da escludere un temporaneo ritorno degli FPGA sulla rete nei prossimi mesi.
A differenza degli ASIC che presentano un layout funzionale ben definito, gli FPGA possono venir riconfigurati per eseguire una nuova funzione logica. Però, tale operazione di riprogrammazione, che prevede la creazione di un nuovo bitstream, richiede una serie di conoscenze tecniche alla portata di pochi.
Proprio per penalizzare la natura re-configurabile degli FPGA, il team di Monero ha deciso di agire su alcuni parametri chiave del PoW. Fra essi, l’uso della memoria cache, una risorsa preziosa spesso limitata su ASIC ed FPGA.
Unendo quindi determinati vincoli hardware e la necessità di elevate conoscenze tecniche, l’utilizzo degli FPGA nel mining di Monero potrebbe rivelarsi un’opzione anti-economica per un buon periodo di tempo.
Difficile dire sino a quando, ma, osservando l’hashrate registrato tra il fork di ottobre 2018 e Marzo 2019, è possibile notare un periodo di stabilità della rete di circa tre mesi, seguito poi da una repentina crescita.
Potrebbero dunque servire circa tre mesi di tempo per sviluppare nuovi ASIC e riprogrammare gli FPGA per i vari cambi di PoW. Tale fattore potrebbe anche venir influenzato dall’andamento del prezzo della moneta, il quale catalizzerebbe o meno le fasi di sviluppo.