Durante una recente conferenza tenutasi in Cina, Charles Song, general manager di Samsung Foundries Cina, ha rivelato che l’azienda sta producendo chip da 3 e 5 nanometri per il mining di bitcoin.
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Samsung starebbe fabbricando questi chip dal 2018 e durante la conferenza ha reso pubblica anche la partnership con MicroBT, la terza azienda al mondo che produce Bitcoin ASIC subito dietro a Bitmain e Canaan.
È noto come Samsung sia la seconda azienda al mondo per revenue da parte dei semiconduttori, seconda solo ad Intel, e che il mercato del mining cerca sempre di trovare nuove soluzioni per ottenere il massimo delle prestazioni con il minimo sforzo e consumo elettrico. Inoltre Samsung già produce chip per l’ultima linea di prodotti di MicroBT, l’M20S, che fornisce 68 Terahash al secondo (Th/s) con un’efficienza di 48 Watt/Terahash e per un costo di circa $2450: abbastanza conveniente se consideriamo che il modello S9 di Bitmain raggiunge 13,5 Th/s e consuma 98 Watt/Terahash.
Non è la prima volta che Samsung opera nel mondo della blockchain: il suo ultimo top di gamma ,il Galaxy S10, ha un wallet crypto integrato per gestire diverse crypto, anche se per il momento la funzione è ancora limitata ad alcuni Paesi.
Infine, è da ricordare come Samsung potrebbe presto lanciare una propria crypto, lavorando su una blockchain proprietaria, e che potrebbe integrarla nell’applicazione Samsung Pay rendendo ancora più facili e veloci i trasferimenti di denaro.
Samsung Pay ad oggi rappresenta circa l’80% del mercato dei pagamenti digitali in Corea, motivo per il quale questa possibile integrazione potrebbe ampliare enormemente nel Paese la platea di persone che usano le criptovalute.