Come comunicato ieri in un report dell’Interpol, proseguono e anzi crescono gli sforzi nel sudest asiatico per combattere il fenomeno del cryptojacking, riuscendo a ridurre il numero di dispositivi infettati in tutte le regioni.
Il fenomeno del cryptojacking permette di installare un codice malevolo sui terminali delle vittime a loro insaputa e tra gli altri danni derivanti dalla perdita dei dati c’è anche l’esecuzione di software che minano cryptovalute. Solitamente ad essere minata è la crypto Monero (XMR), preferita per la sua caratteristica di garantire una privacy maggiore. Grazie ai malware installati su altri computer all’insaputa della vittima, i miner riescono a minare crypto rubando energia a device che non sono di loro proprietà.
Dai dati raccolti dall’Interpol, vediamo che i criminali hanno sfruttato una vulnerabilità dei router MikroTik per accedere ai terminali delle vittime, e nel corso del 2019 sono stati trovati oltre 20mila router infettati, quasi il 18% di tutti i router della regione.
Il controllo a tappeto è stato reso possibile anche grazie al supporto degli enti privati. Senza il loro aiuto non sarebbe stato possibile riuscire a contrastare questo fenomeno, come ribadito dal direttore del dipartimento cyber crimine dell’Interpol, Craig Jones:
“Di fronte a crimini informatici emergenti come il cryptojacking, bisogna tener presente l’importanza di una solida collaborazione tra le forze di polizia e l’industria della sicurezza informatica. Combinando le competenze e i dati sulle minacce informatiche del settore privato con le capacità investigative delle forze dell’ordine, possiamo proteggere al meglio le nostre community da qualsiasi genere di crimine informatico”.
Grazie a questa operazione, Goldfish Alpha, si è raggiunto un livello di sicurezza maggiore e più consapevolezza del rischio di questo tipo di attacchi, soprattutto in quelle zone che non possono contare su una conoscenza tecnologica all’avanguardia per affrontare i casi di cryptojacking.
In realtà il fenomeno si può prevenire grazie ad appositi plug-in o con i consueti antivirus che garantiscono una maggiore protezione ai dispositivi informatici.