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Google riabilita il gioco Bitcoin Blast

Google ha annunciato pubblicamente di aver riabilitato l’app del gioco Bitcoin Blast. 

Il 27 gennaio i creatori dell’app, Bling, avevano postato sul loro profilo Twitter la notizia che la settimana precedente l’app per Android di Bitcoin Blast era stata sospesa dal Google Play Store senza preavviso, pur essendo la prima in classifica tra le App con ricompense in bitcoin, con quasi 1,4 milioni di utenti e oltre 20.000 voti.  

Bling faceva sapere che la motivazione della sospensione era dovuta ad un presunto “comportamento ingannevole”, sebbene loro si dichiarassero molto attenti a rispettare le norme ed i regolamenti del Google Play Store. 

Un paio di giorni dopo arrivò, sempre via Twitter, la risposta del profilo ufficiale Google Play Apps & Games che comunicava di aver ricevuto la segnalazione di Bling ed averla inoltrata al team competente per ulteriori accertamenti, chiedendo di avere pazienza mentre la questione veniva esaminata. 

In seguito è arrivato anche l’annuncio pubblico della reintegrazione dell’App. 

Google Play Apps & Games ha scritto: 

“Ciao, grazie per la vostra pazienza. Siamo felici di informarvi che l’appello è stato concesso. La vostra app sarà di nuovo disponibile sul Play Store una volta inviata nuovamente”. 

Tuttavia non è la prima volta che succede una cosa del genere, e molti ritengono che potrebbe succedere ancora. 

Ciò che lascia maggiormente basiti tuttavia è il fatto che queste rimozioni possano avvenire senza preavviso alcuno, e senza una reale motivazione, ma sulla base solamente del mero sospetto e probabilmente in modo automatizzato. 

Inoltre a dicembre era avvenuto qualcosa di simile anche su YouTube, che è di proprietà di Google, e questo sembrerebbe indicare che la società abbia qualche problema nei confronti di Bitcoin, o del mondo crypto in generale. 

D’altra parte però alla fine tali questioni si sono risolte con un nulla di fatto ed un’ammissione da parte di Google di aver commesso un errore, pertanto in teoria la società non dovrebbe avere problemi con le criptovalute, o gli strumenti che le utilizzano e le promuovono. 

Quindi, se da un lato si tratta fondamentalmente di errori di Google, e dall’altro la società stessa non è dichiaratamente contraria alle criptovalute, ci si potrebbe aspettare un atteggiamento meno criminalizzante dell’azienda, che pur dovendo proteggere gli utenti dalle inevitabili truffe, non deve però dare un’immagine negativa di queste innovazioni considerandole aprioristicamente come sospette di comportamenti ingannevoli. 

È quantomeno curioso che a fare le spese di questi errori di Google siano organizzazioni, aziende o tecnologie che alla fine non si rivelano essere colpevoli di nulla, se non di sperimentare nuovi percorsi tecnologici, come fece ad esempio la stessa Google alla fine del secolo scorso.

Marco Cavicchioli
Marco Cavicchioli
"Classe 1975, Marco è stato il primo a fare divulgazione su YouTube in Italia riguardo Bitcoin. Ha fondato ilBitcoin.news ed il gruppo Facebook "Bitcoin Italia (aperto e senza scam)".
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