Ieri è stato pubblicato un report riguardo i casi d’uso di Zcash (ZEC) per scopi illeciti e criminali, commissionato proprio dalla Electric Coin Company, la fondazione dietro allo sviluppo della blockchain di Zcash.
Tra i casi d’uso vengono riportate anche le spese effettuate con Zcash nei mercati neri digitali, tra cui quello più famoso denominato Berlusconi Market.
Il report, molto dettagliato nelle sue 65 pagine, racconta ed analizza i vari settori in cui le privacy coin sono utilizzate.
Al primo posto troviamo così il riciclaggio di denaro (34%), seguito dal pagamento di beni e servizi nel mercato nero (28%) ed al terzo posto il terrorismo (18%).
Successivamente nel report vengono analizzati i vari dark market in base all’utilizzo: al primo posto troviamo Dream (75%), seguito dal Berlusconi market (9%) e poi Tochka (7%), dimostrazione che ci sono più mercati in cui i criminali possono vendere e comprare beni e servizi illegali, come armi, droghe ma anche attacchi informatici e così via.
In generale, però, Zcash non è la crypto più usata per scopi illeciti: al primo posto troviamo infatti Bitcoin (BTC) e Bitcoin Cash (BCH) con il 59%, al secondo posto Monero (XMR) con il 27% ed al terzo posto Ethereum (ETH) con il 12%.
Zcash viene invece usata solo dall’1% dei criminali. La volatilità di BTC è superiore a quella di ZEC ed è quindi comprensibile che a volte i criminali preferiscano avere un asset che nel tempo potrebbe aumentare esponenzialmente piuttosto che utilizzare una crypto meno diffusa, per poi doverla convertire tramite un exchange e quindi effettuare le procedure KYC (Know Your Customer) e AML (Anti Money Laundering).
Infine possiamo concludere che non sempre una crypto rivolta alla privacy si dimostri quella più utilizzata nelle operazioni criminali: infatti, nei ransomware il riscatto viene spesso chiesto in BTC e non in Monero (XMR).