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Coinbase ha salvato i suoi utenti dall’hack a Twitter

Come ha riportato Forbes, l’exchange Coinbase ha bloccato ogni tentativo da parte degli utenti di mandare i propri Bitcoin (BTC) agli indirizzi dei criminali durante l’hack che ha subito Twitter la settimana scorsa.

L’exchange avrebbe bloccato oltre 1.100 utenti dal mandare Bitcoin (BTC). Parliamo di transazioni di oltre 30 BTC, per un valore complessivo di circa 280mila dollari, cifra veramente importante e che avrebbe di sicuro arricchito ancora di più i criminali.

La risposta di Coinbase è stata quindi rapidissima nel tutelare i propri clienti ed è arrivata un minuto dopo i tweet degli exchange Gemini e Binance, come ha affermato il Chief Information Security Officer (CISO) di Coinbase, Philip Martin.

Secondo Coinbase, solo 14 utenti avrebbero mandato un totale di circa 3mila dollari prima che Coinbase potesse aggiornare la sua blacklist, quindi comunque alcuni si sono fatti trarre in inganno dalla proposta che sembrava così allettante e pubblicizzata da varie famose personalità.

Non solo Coinbase, ma anche la maggior parte degli altri exchange ha provveduto a bloccare gli indirizzi dei criminali, cosa che ha prontamente fatto anche Kraken.

Il direttore esecutivo di Kraken, Jesse Powell, ha spiegato:

“Questo hack dimostra che la sicurezza richiede più livelli di protezione. Qualcuno deve sorvegliare gli amministratori e configurare degli alert per tenere d’occhio queste vulnerabilità. L’hack di Twitter è stato un evento molto più diffuso, ma le truffe di questo tipo non sono una novità. Kraken monitora in modo proattivo questo tipo di attività e blocchiamo gli indirizzi sospetti in cui ci imbattiamo. Come per ogni altra truffa, all’inizio di questa settimana abbiamo bloccato proattivamente gli indirizzi dell’hack di Twitter”.

Twitter hack, il blocco di Coinbase e degli altri exchange

Se da una parte l’intervento degli exchange ha permesso di impedire agli utenti di inviare fondi, dall’altro dobbiamo rilevare che questo è stato reso possibile per via della loro centralizzazione, che ha permesso di bloccare gli utenti dall’utilizzare i propri fondi.

Non dimentichiamo le vicende che hanno portato Julian Assange ad utilizzare Bitcoin (BTC), perché tutti i fornitori dei vari sistemi di pagamento gli avevano impedito di utilizzarli.

Alfredo de Candia
Alfredo de Candia
Android developer da oltre 8 anni sul playstore di Google con una decina di app, Alfredo a 21 anni ha scalato il Monte Fuji seguendo il detto "Chi scala il monte Fuji una volta nella vita è un uomo saggio, chi lo scala due volte è un pazzo". Tra le sue app troviamo un dizionario di giapponese, un database di spam e virus, il più completo database sui compleanni di serie Anime e Manga e un database sulle shitcoin. Miner della domenica, Alfredo ha una forte passione per le crypto ed è un fan di EOS.
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