Pochi giorni fa è stato registrato un nuovo record per l’hashrate di Bitcoin (BTC), ossia la potenza totale della rete, raggiungendo ben 140 Eh/s e diventando la prima in questo settore, come rivelano anche i dati di CoinMetrics.
Le blockchain che utilizzano il protocollo di consenso PoW (Proof of Work) hanno un sistema che mostra la potenza ed il calcolo necessario a minare un nuovo blocco.
Una volta individuato e validato il nuovo blocco, il miner ottiene il relativo premio, che in questo caso sono 6,25 BTC; più una macchina ha potenza e prima riesce ad elaborare il dato e a creare il blocco.
Di riflesso, questo meccanismo permette alla blockchain – in questo caso di Bitcoin – anche di proteggersi dagli attacchi esterni, perché se è vero che con più potenza si ottiene un vantaggio non indifferente nell’ottenere prima il reward del blocco, questo diventa anche un nuovo limite da superare nel caso si volesse tentare un cosiddetto attacco del 51%.
I dati dell’hashrate delle varie blockchain
Se prendiamo in esame anche gli altri protocolli che utilizzano la Proof of Work, come ad esempio Bitcoin Cash (BCH), Litecoin (LTC), Bitcoin SV (BSV), Dogecoin (DOGE) e Monero (XMR), questi sono i dati attuali, ripresi sempre da CoinMetrics.
I dati sono interessanti, soprattutto per quanto riguarda Monero che attualmente supera addirittura Bitcoin. In realtà, l’algoritmo di Monero è diverso perché usa RandomX che arriva a 1,38 Gh/s, mentre sia BCH che BSV, fork di Bitcoin, viaggiano sulla stessa lunghezza d’onda a circa 2 Eh/s.
Infine, sia Litecoin (Scrypt), Dogecoin (Scrypt) ed Ethereum (Ethash) si aggirano intorno ai 250 Th/s.
Inoltre possiamo vedere una stretta correlazione tra l’aumento dell’hashrate ed il prezzo di Bitcoin, seguendo un andamento che va di di pari passo, quindi c’è da aspettarsi che se questo valore dovesse salire ancora, è possibile che anche il prezzo di BTC salirà, come anche viceversa.