In Iran alcune recenti decisioni governative consentono alla banca centrale di acquisire bitcoin.
La questione è quella del mining di btc, visto che il paese ha iniziato a concedere autorizzazioni alle mining farm, tanto da aver già superato le mille licenze concesse.
Tuttavia ora si scopre, grazie al sito dell’ISNA (Iranian Students’ News Agency), che un emendamento a questa decisione impone di fatto alle mining farm di fornire le criptovalute estratte direttamente alla banca centrale del paese, tramite appositi canali da questa individuati.
L’obiettivo sarebbe quello di utilizzare queste criptovalute come valuta per le importazioni.
Inoltre il Ministero dell’Energia determina quante criptovalute estrarre e consegnare, sulla base della quantità di energia consumata.
Quest’ultimo punto rivela tuttavia che le autorità iraniane non hanno ancora ben capito come funziona il mining, soprattutto quello di bitcoin. Infatti la quantità di btc che si riescono ad estrarre non dipende da un rapporto fisso con la quantità di energia utilizzata, ma dall’hashrate e dalla difficulty di Bitcoin, che a loro volta dipendono soprattutto dal prezzo di vendita di btc.
Quindi è improbabile che le mining farm iraniane possano realmente rispettare i limiti imposti loro dal Ministero dell’Energia, finendo per estrarre o meno, o più btc del previsto.
Perché l’Iran requisisce bitcoin
Inoltre sebbene il discorso in teoria valga per tutte le criptovalute, anche quelle più facili da estrarre, il fatto che l’obiettivo sia in realtà quello di accumulare denaro spendibile in tutto il mondo per pagare le importazioni, in modo da aggirare le sanzioni internazionali, rivela che l’interesse della banca centrale molto probabilmente è rivolto soprattutto a bitcoin ed alle criptovalute di maggior diffusione, come ad esempio ETH.
Anzi, visto che la banca centrale finirà per accumulare queste risorse, probabilmente senza venderle subito, è decisamente probabile che sia interessata ad accumulare e conservare soprattutto bitcoin.
Non bisogna dimenticarsi che le sanzioni, soprattutto americane, nei confronti di quei paesi o di quelle aziende che commerciano con l’Iran sono pesanti, pertanto bitcoin potrebbe aiutare il paese ad effettuare acquisti nel mondo liberamente aggirando tali sanzioni.
Anzi, vista la notevole difficoltà a spendere dollari, la banca centrale iraniana sembrerebbe intenzionata a non usare più il dollaro americano come riserva primaria, ma lo yuan cinese. In quest’ottica potrebbe avere ancora più senso detenere anche qualche riserva in btc.