È una giornata di sofferenza per l’intero settore delle criptovalute che oggi vede la quasi totalità in perdita.
Delle prime 100 solo una manciata galleggiano sopra la parità, tutto il resto evidenzia ribassi anche a doppia cifra.

Va in controtendenza Bitcoin che sulle 24 ore guadagna 1,5%.
Dopo i rialzi della scorsa settimana, culminati con i top del weekend, continuano a farsi sentire le prese di beneficio, con una netta prevalenza di vendite che stanno respingendo i prezzi ai test dei livelli di medio periodo.
Criptovalute in perdita: sale la dominance di Bitcoin
Questo si osserva anche su Bitcoin, che tra le prime 30 è l’unica che su base settimanale continua ad avere un saldo positivo, mettendo in evidenza come il periodo sia soggetto agli alti e bassi della regina dell crypto.
Lo si riscontra anche nella dominance. In periodi dove prevalgono le vendite e gli operatori cercano stabilità nel capitale, Bitcoin emerge come crypto di riferimento e questo lo sta portando nelle ultime ore a salire ulteriormente nella sua dominance, che si spinge oltre il 64% di quota di mercato, il livello più alto che non registrava dalla prima decade di luglio scorso.
Ciò si ripercuote nella dominance di Ethereum che scende poco sotto il 12,2%, mentre Ripple crolla al 2,7%, livelli più bassi degli ultimi tre anni.
Anche la capitalizzazione totale scende nuovamente sotto i 390 miliardi di dollari, livello più basso dalla metà di ottobre.
La giornata vede tra le prime 100 solo una manciata di crypto sopra la parità. Tra tutte svetta The Midas Touch Gold (TMTG) che è l’unica in netta controtendenza e vola con un guadagno dell’11%.
Tra le poche in salita anche Augur (REP) che guadagna poco più dell’1%, dovuto al token che nelle ultime ore è utilizzato per scommesse che vengono fatte sulle elezioni statunitensi, su una piattaforma apposita.
Tra le big la peggiore di giornata è Chainlink (LINK) che perde l’11%.
DeFi in affanno
A differenza di ieri, oggi è evidente l’emorragia dei token della DeFi. Tra le peggiori emerge un forte calo a doppia cifra per i token del sistema della finanza decentralizzata. La peggiore di giornata è Reserve Rights (RSR) che scende di circa il 20%, seguita da Aave, Sushi Swap (SUSHI), Ocean Protocol (OCEAN), Synthetix Network (SNX), Compound (COMP), in perdita di oltre il 15%.
Il TVL scende nuovamente sotto la soglia degli 11 miliardi di dollari. Uniswap, Maker e WBTC restano i primi tre progetti utilizzati.

Bitcoin (BTC) in perdita
Nonostante la discesa iniziata dopo aver fallito il superamento dei 14.000 dollari nel weekend e l’arretramento che ieri ha visto i prezzi scivolare verso i 13.200 dollari, primo livello di supporto di breve, Bitcoin prova a reagire portandosi a 13.500 dollari.
Ciò è dovuto alle ricoperture delle posizioni ribassiste di breve che non ad un vero e proprio ritorno dei ribassisti.
Gli acquisti si mantengono ai livelli dei giorni scorsi, sopra 1,5 miliardi di dollari, ma, al contrario della scorsa settimana, arrivano in un momento di debolezza con prevalenza di vendite e ricoperture. Per Bitcoin è necessario ritrovare una base di appoggio da dove impostare un nuovo rialzo.
È necessario attendere la costruzione di una base di consolidamento, al momento individuata in area 13.000-13.200 dollari. Sono questi i livelli da confermare nelle prossime ore e giorni per non assistere ad un affondo che non avendo lasciato chiari supporti durante la salita delle ultime due settimane trova spazio per eventuali pericolose discese fino ad area 12.200.
Per questo è necessario attendere la costruzione di una valida base da dove ripartire.

Ethereum (ETH)
Ethereum già faticava nei giorni scorsi a tenere il passo rialzista del Bitcoin. La mancanza di forza di BTC si riflette sulla debolezza che già accusava ETH nell’ultima settimana.
Ethereum ieri dopo aver fallito la tenuta del supporto dei 390 dollari, ora diventato nuovamente resistenza, vede un allungo in area 370 dollari, livello più basso degli ultimi 15 giorni.
Una ulteriore discesa porta di conseguenza al test della trendline dinamica rialzista che passa in queste ore poco sopra i 365-360 dollari, livello da difendere con i denti in caso di un ulteriore allungo verso il basso per non assistere ad un pericolosa aggressione da parte della speculazione con la rottura della trendline che sostiene i prezzi da marzo scorso, da oltre 7 mesi.