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Stanley Druckenmiller scommette su Bitcoin

L’investitore Stanley Druckenmiller ha dichiarato che scommetterebbe su Bitcoin più che sull’oro. Lo ha detto in un’intervista alla CNBC.

“Sono un po’ un dinosauro ma ho compreso il fatto che Bitcoin potrebbe essere un asset che ha un sacco di attrazione come riserva di valore”.

E ha aggiunto:

“Possiedo molto più oro di quanto possieda Bitcoin. Ma francamente, se la scommessa sull’oro funziona, la scommessa sul Bitcoin probabilmente funzionerà meglio perché è più sottile, più illiquida e ha molta più beta”.

Stan Druckenmiller è noto per essere stato per anni stretto collaboratore di George Soros. Il suo endorsement a Bitcoin si aggiunge ad altri prestigiosi nomi che negli ultimi mesi hanno confessato di aver investito in Bitcoin, a partire da Paul Tudor Jones.

Stanley Druckenmiller scettico su Bitcoin

Per Druckenmiller si tratta di un cambio di mentalità. 

A gennaio 2018, quando Bitcoin valeva 17.000 dollari, Stan Druckenmiller non appariva di certo entusiasta. Della rete di Bitcoin diceva infatti che richiedeva troppa energia e che appariva anche in contraddizione per il fatto che i Bitcoiners sono in realtà persone che sembrano attente al clima. 

In merito al prezzo diceva che se valeva (all’epoca) 17.000 dollari, è perché le persone ritengono che valga tanto. Tuttavia Bitcoin si collocava in un contesto che definiva di “radicalismo finanziario”, che nella sua idea prima o poi sarebbe finito: 

“Quando questo radicalismo finanziario finirà, e accadrà, Bitcoin andrà giù con tutto il resto”

All’epoca Stanley Druckenmiller disse che non aveva Bitcoin, ma come trader non possedeva ciò che non conosceva. 

Oggi sembra aver cambiato idea.

Le sue frasi hanno scosso il settore crypto. 

Anthony Pompliano ha commentato l’intervista in diretta con stupore:

E ha poi aggiunto Stanley Druckenmiller in una lista di altri celebri Bitcoiners, sostenendo: 

“Cosa potreste mai sapere che i migliori investitori del mondo non sanno?”

Mentre non è servito neppure questo endorsement a Nouriel Roubini per cambiare idea. Dopo aver recentemente ammesso che BTC potrebbe essere una “parziale” riserva di valore, in un tweet di ieri è stato piuttosto categorico: 

“Il Bitcoin NON è una valuta: non è un’unità di conto, non è un singolo numerario, non è un mezzo di pagamento scalabile, non è supportato da alcun bene, non ha corso legale, il suo prezzo è altamente manipolato e quindi la sua funzione di conservazione parziale del valore non si basa su nulla”.

Insomma, Bitcoin non ha ancora convinto tutti.

Eleonora Spagnolo
Eleonora Spagnolo
Giornalista con la passione per il web e il mondo digitale. È laureata con lode in Editoria multimediale all’Università La Sapienza di Roma e ha frequentato un master in Web e Social Media Marketing.
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