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Wells Fargo: Bitcoin e le crypto asset speculativi

Bitcoin e le criptovalute sono più asset speculativi che prodotti di investimento, questo è quanto riporta un’indagine di Wells Fargo sulle strategie di investimento. 

Questo l’incipit della sezione dedicata a Bitcoin:

“Il 2020 è stato un anno folle e selvaggio, quindi è giusto che il gruppo di attività che ha ottenuto i migliori risultati nel 2020 abbia il nome più folle – criptovalute”.

Il report analizza la performance di Bitcoin, definendola come la migliore, ma anche la più volatile. Bitcoin infatti ha guadagnato il 170% in un anno, facendo persino meglio del 2019, quando chiuse con +90% rispetto al 2018. 

Tuttavia, spiega Wells Fargo, le criptovalute fanno molto parlare di sé ma questo non vuol dire che siano anche in grado di attirare capitali. Infatti, scrivono, la capitalizzazione di mercato è di 560 miliardi di dollari, che è un quarto di quella delle compagnie tecnologiche quotate sull’S&P 500 con la più grande capitalizzazione di mercato.

Scopo del report sembra in realtà quello di voler sminuire il valore di Bitcoin a causa della sua eccessiva volatilità.

Fonti: Bloomberg, Wells Fargo Investment Institute.

Il grafico riportato nel report infatti mostra che sì, Bitcoin ha avuto performance migliori rispetto ad oro ed S&P 500 dal 2017 ad oggi, ma gli analisti di Wells Fargo invitano a notare il “viaggio volatile” che gli investitori di Bitcoin hanno dovuto sostenere per tre anni.

Bitcoin e criptovalute, più speculazioni che investimenti

Scrive infatti John La Forge:

Fino a soli due mesi fa, i rendimenti totali triennali erano più o meno gli stessi tra i tre asset, ma la volatilità era diversa. Investire in criptovalute oggi è un po’ come vivere nei primi giorni della corsa all’oro del 1850, che comportava più speculazioni che investimenti.

La conclusione tuttavia sembra dare fiducia all’intero settore. John La Forge sostiene infatti che le criptovalute possono diventare un prodotto su cui investire, un giorno. Del resto, in 12 anni sono passate dal non valere nulla a contare 560 miliardi di dollari di capitalizzazione,. 

Per questo, l’analista sostiene:

“Le mode di solito non durano 12 anni. Ci sono buone ragioni per questo – ragioni che ogni investitore dovrebbe sentire. Mentre entriamo nel 2021, parleremo ancora di più dello spazio delle attività digitali – nei suoi lati positivi e negativi”.

Eleonora Spagnolo
Eleonora Spagnolo
Giornalista con la passione per il web e il mondo digitale. È laureata con lode in Editoria multimediale all’Università La Sapienza di Roma e ha frequentato un master in Web e Social Media Marketing.
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