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Telegram: 500 milioni di utenti attivi

Telegram arriva a 500 milioni di utenti attivi mensilmente. La notizia è stata confermata dallo stesso Pavel Durov sul suo canale ufficiale. 

Non solo, negli ultimi tre giorni ha registrato ben 25 milioni di nuovi account così distribuiti:

  • 38% dall’Asia,
  • 27% dall’Europa;
  • 21% dall’America Latina;
  • 8% Medio Oriente e Nord Africa (MENA).

Questa crescita è dovuta a molteplici ragioni, a partire dall’abbandono di WhatsApp. L’app di messaggistica istantanea di proprietà di Facebook ha aggiornato i suoi termini di servizio e questo ha portato molti utenti a lasciarla in quanto temono invasioni rispetto alla propria privacy. 

Whatsapp infatti in questi giorni sta avvisando i propri utenti di alcuni cambiamenti che entreranno in vigore a partire dall’8 febbraio. Tra le nuove impostazioni ci sarà l’eventualità di condividere le proprie informazioni con Facebook. Proprio questa ingerenza non è piaciuta a molti che stanno letteralmente traslocando verso Telegram. 

Non solo. L’altra app che sta registrando un boom di nuovi iscritti è Signal, che è stata sponsorizzata niente meno che da Elon Musk. 

Telegram e i suoi utenti

Come ha spiegato Pavel Durov nel suo canale, Telegram intende rimanere indipendente e non scambierà la privacy dei suoi utenti pur di offrire un servizio gratis. 

Le persone non vogliono più scambiare la loro privacy con servizi gratuiti. Non vogliono più essere tenute in ostaggio da monopoli tecnologici che sembrano pensare di poterla fare franca finché le loro app hanno una massa critica di utenti.

Con mezzo miliardo di utenti attivi e una crescita sempre più rapida, Telegram è diventato il più grande rifugio per chi cerca una piattaforma di comunicazione impegnata nella privacy e nella sicurezza. Noi prendiamo questa responsabilità molto seriamente. Non vi deluderemo.

È una sorta di continuazione di ciò che Durov disse già nel 2018:

Voi – i nostri utenti – siete stati e sarete sempre la nostra unica priorità. A differenza di altre applicazioni popolari, Telegram non ha azionisti o inserzionisti a cui riferire. Non facciamo accordi con i marketer, i data miner o le agenzie governative. Dal giorno in cui abbiamo lanciato ad agosto 2013 non abbiamo rivelato a terzi un solo byte dei dati privati dei nostri utenti.

Operiamo in questo modo perché non consideriamo Telegram come un’organizzazione o un’app. Per noi Telegram è un’idea, è l’idea che tutti su questo pianeta hanno il diritto di essere liberi.

Social media, privacy e libertà di opinione

È un periodo burrascoso per i social media. Ne sanno qualcosa Facebook e Twitter, che stanno affrontando le polemiche legate alla rimozione degli account di Donald Trump. Il presidente degli Stati Uniti, dopo i fatti di Capitol Hill, è stato censurato dai maggiori social media statunitensi.

La cosa curiosa è che il rivale di Twitter, Twetch, lo aveva previsto. Circola in rete un video del CEO Josh Petty, datato febbraio 2020, in cui diceva, testualmente che un giorno Jack Dorsey avrebbe potuto cancellare in un solo colpo i tweet di Donald Trump, senza obiezioni. 

È esattamente quello che è accaduto in questi giorni.

Possono delle piattaforme mainstream cancellare persino l’account del presidente degli Stati Uniti? Sì, perché se il presidente viola i term of use, stabiliti univocamente dalla piattaforma privata, questa può arrogarsi il potere di far sparire l’utente non gradito. Non importa che sia l’uomo più potente del mondo. 

Del resto, come ha scritto il presidente eletto Joe Biden 

Our president is not above the law. 

(Il nostro presidente non è al di sopra della legge)

Solo che in questo caso la legge l’ha fatta un privato e non un’istituzione.

Eleonora Spagnolo
Eleonora Spagnolo
Giornalista con la passione per il web e il mondo digitale. È laureata con lode in Editoria multimediale all’Università La Sapienza di Roma e ha frequentato un master in Web e Social Media Marketing.
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