Il 4 febbraio sarà la Giornata Mondiale contro il Cancro e per questa occasione Revolut ha deciso di mettere in piedi una raccolta fondi per il progetto Pink Union della Fondazione Humanitas.
Attraverso l’app, infatti, i clienti di Revolut potranno fare donazioni per la salute delle donne.
Nel 2020 Revolut è riuscita a raccogliere, tramite la sezione Donazioni dell’app, oltre 4 milioni di euro in tutto il mondo.
Revolut, i dati sul cancro e perché è importante una raccolta fondi
Come si legge sul comunicato stampa diffuso oggi da Revolut, ogni anno 10 milioni di persone muoiono di cancro e gli esperti stimano che entro il 2030 questo numero raggiungerà i 13 milioni.
“Con una strategia appropriata possiamo salvare fino a 3,7 milioni di vite ogni anno”,
Questo ha spiegato Revolut che quindi oggi incoraggia i suoi 13 milioni di clienti a fare una donazione per sostenere Pink Union.
Come dicevamo, per farlo è sufficiente cliccare sulla sezione “Donazioni” dell’app e fare una donazione singola o ricorrente, oppure arrotondare i pagamenti e donare la restante parte.
Elena Lavezzi, Head of Southern Europe di Revolut, ha dichiarato:
“In Italia oltre 500 donne ogni giorno ricevono una diagnosi di tumore. Nonostante negli anni siano stati fatti grandi passi avanti nel settore della ricerca, dobbiamo continuare a supportare le organizzazioni che lavorano senza sosta per assicurare l’accesso alla prevenzione e alle cure. Siamo quindi molto orgogliosi di sostenere la salute delle donne attraverso il progetto Pink Union di Fondazione Humanitas.”
Roberto Cagliero, Direttore Fundraising Fondazione Humanitas per la Ricerca, ha invece aggiunto:
“Ringraziamo Revolut che è stato capace di aggregare attorno a sé la generosità della comunità, trasformando tanti piccoli gesti di supporto in una potente onda in grado di cambiare realmente il futuro di milioni di persone alle prese con percorsi di cura complessi e faticosi. Penso alle donne con tumore al seno: grazie alla ricerca scientifica e alla diagnosi precoce, il tasso di sopravvivenza a 5 anni dalla diagnosi, in Italia, è cresciuto fino a raggiungere l’87%. Queste donne sono le prime testimoni del fatto che la ricerca scientifica è una cintura di sicurezza che abbraccia il mondo: supportarla è il migliore investimento che tutti insieme possiamo fare”.