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ICO e come recuperare gli investimenti

Il 2016-2018 è stato il periodo d’oro degli investimenti in ICO, le famose campagne di vendita di token destinate a raccogliere investimenti per finanziare progetti imprenditoriali basati su blockchain. 

Sono ancora in molti a ricordarsene. E non sono ricordi piacevoli. Quei progetti hanno fatto molte vittime, perlopiù piccoli investitori attirati da prospettive di importanti plusvalenze. 

Precipitata drammaticamente durante il periodo di mercato ribassista, la quotazione di questi token continua a rimanere al palo anche in questo nuovo periodo rialzista, quale riflesso del drastico ridimensionamento o morte definitiva dei progetti sottostanti. E non sempre per ragioni indipendenti dalla volontà degli emittenti. 

Chiamati ad occuparsi del problema, l’avv. Giovanni Indirli (Lexia Avvocati) e il Prof. Avv. Massimo Campailla (studio Zunarelli), da sempre schierati a difesa degli interessi dei consumatori, hanno avviato serie di azioni legali volte ad ottenere la restituzione delle somme investite e accettano ora di rispondere alle nostre domande.

ICO e investimenti, intervista agli avvocati Giovanni Indirli e Massimo Campailla

Ci potete fare il punto sulle iniziative legali in corso?

Ci teniamo ad informare i lettori che di questo tema parleremo diffusamente nel corso del nostro intervento al webinar organizzato dall’ufficio del Parlamento Europeo in Italia  “Cripto-attività tra recenti sviluppi e Digital Finance Package” che si terrà sulla piattaforma YouTube il 26 marzo prossimo e accessibile a tutti (per locandina e maggiori dettagli consultare il sito dell’ufficio – dopo la diretta il video rimane accessibile sempre su YouTube).

Venendo a noi, iniziamo col dire che i nostri colleghi statunitensi si sono mossi per primi. Citiamo ad esempio le azioni di Baker & Hostetler LLP, nello stato di New York in relazione a 11 ICO che hanno avuto ad oggetto offerte di vere e proprie securities ai sensi delle leggi federali, o la class action contro Helbitz.  Per quanto ci riguarda possiamo anticiparvi che al momento ci occupiamo solo di rappresentare investitori italiani in Italia. È però solo la prima tappa. Grazie al nostro network internazionale, contiamo di avviare a breve azioni legali anche in altre giurisdizioni, compresa la Svizzera, dove hanno sede gran parte degli emittenti.

È sempre possibile ottenere il recupero e a quali condizioni?

Qui in Italia, ma non solo, la legislazione a tutela del risparmio e del contraente debole è particolarmente favorevole e un’azione recuperatoria, oltre a poter essere radicata nel foro dell’investitore, ha prospettive di successo spesso molto incoraggianti. 

Molti dei token offerti come “utility token” sono in realtà securities in base alla normativa del paese dell’investitore e i relativi contratti sono pertanto invalidi, con diritto dell’acquirente a ripetere quanto indebitamente versato. Ma anche in questi casi occorre fare una rigorosa selezione dei progetti. Una sentenza favorevole vale poco se non la si può eseguire nel paese di stabilimento dell’emittente o se quest’ultimo dovesse risultare incapiente. Occorre quindi ben ponderare tutti i diversi fattori, spesso operanti in combinazione tra loro, che possono incidere sulle effettive prospettive di recupero.

Possiamo citarne alcuni come la natura dell’emittente (ad esempio le prospettive sono in genere migliori se l’emittente è una società piuttosto che una persona fisica), il suo domicilio/sede (ad es. meglio soprassedere di fronte a emittenti persone fisiche domiciliate in paradisi fiscali), l’importo del capitale raccolto e la presumibile capienza dell’emittente (a fronte di decine di milioni di euro raccolti, una società stabilita in un paese avanzato che abbia drasticamente ridimensionato il proprio progetto è sicuramente più capiente di un emittente che ha raccolto e pochi milioni di euro e si è spesa senza risparmi in un progetto assai ambizioso), numero e distribuzione geografica degli acquirenti (come già indicato, al momento ci  concentriamo sui progetti che in base alle informazioni raccolte sappiamo aver avuto un importante seguito in Italia).

Inutile dire che al momento il nostro focus è su progetti di emittenti stabiliti in Svizzera, dove la Convenzione Lugano 2 consente ai risparmiatori di citare gli emittenti di fronte ai giudici italiani e offre procedure relativamente più semplici e rapide per ottenere l’esecuzione delle sentenze rese nel nostro paese.

Quali sono i costi di una partecipazione ad un’azione legale?

In genere dipendono dall’entità dell’investimento, ma occorre considerare che i più non sono disposti sostenere i costi di una causa. Per lanciare un’azione collettiva occorre quindi dare prova di flessibilità, permettendo anche ai piccoli investitori di partecipare a costi per loro sostenibili, senza alcun anticipo.

Amelia Tomasicchio
Amelia Tomasicchiohttps://cryptonomist.ch
Esperta di digital marketing, Amelia inizia a lavorare nel settore fintech nel 2014 dopo aver scritto la sua tesi di laurea sulla tecnologia Bitcoin. Precedentemente è stata un'autrice di diversi magazine crypto all'estero e CMO di Eidoo. Oggi è co-founder e direttrice di Cryptonomist, oltre che Italian PR manager per l'exchange Bitget. E' stata nominata una delle 30 under 30 secondo Forbes. Oggi Amelia è anche insegnante di marketing presso Digital Coach e ha pubblicato un libro "NFT: la guida completa'" edito Mondadori. Inoltre è co-founder del progetto NFT chiamati The NFT Magazine, oltre ad aiutare artisti e aziende ad entrare nel settore. Come advisor, Amelia è anche coinvolta in progetti sul metaverso come The Nemesis e OVER.
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