Anche ieri per Ethereum è stato un giorno deflattivo e infatti, da quando è stato introdotto l’aggiornamento London, una parte delle fee pagate da chi invia transazioni alla blockchain di Ethereum viene bruciata.
Ormai non tutte le fee vengono incassate dai miner, ma bruciate per sempre.
Summary
Gli Ethereum ora vengono bruciati
Ieri ad esempio sono stati bruciati in media 9,67 ETH al minuto, pari a circa 33.000$ ai tassi di cambio di ieri.
https://twitter.com/PaoloRebuffo/status/1435345738276421639
Questi dati aggiornati vengono pubblicati da WatchTheBurn.com e per ogni blocco minato viene indicata la quantità di ETH bruciati.
Da quando è entrata in vigore questa nuova regola, in totale sono stati bruciati più di 238 ETH, per un controvalore in dollari superiore ai 771 milioni, a fronte di circa 456 ETH di premi distribuiti.
Il ritmo con cui vengono bruciate le fee è decisamente sostenuto, tanto che anche ETH, come BTC, a questo punto potrebbe diventare una criptovaluta con natura deflattiva.
Per ora comunque il numero di ETH in circolazione sta continuando ad aumentare, sebbene in modo molto più contenuto rispetto al passato.
Stando ai dati di Ycharts.com, se dal 7 giugno al primo agosto la circulating supply di ETH è passata da 116,21 milioni a 117,13 milioni, dal 2 agosto fino a ieri è aumentata solo fino a 117,44 milioni, ovvero di un misero 0,26% in poco più di un mese, mentre nei quasi due mesi precedenti era aumentata dello 0,79%.
La riduzione pertanto è netta, sebbene non ancora in grado di trasformare ETH in una criptovaluta deflattiva. Facendo i calcoli, mentre a giugno e luglio la supply di ETH incrementava mediamente di circa 16.727 ETH al giorno, dal 2 agosto fino a ieri è aumentata in media soltanto di 5.636 ETH, ovvero ben il 66% in meno.
London e l’inflazione di Ethereum
Per ora l’aggiornamento London ha ridotto drasticamente l’inflazione della massa monetaria di Ether, ovvero la criptovaluta della rete Ethereum, però non è ancora stato in grado di renderla una criptovaluta deflattiva, visto che la sua massa monetaria sta continuando ad aumentare.
La riduzione dell’inflazione della massa monetaria di ETH è stata netta. Ipotizzando che continui ad aumentare di circa 5.600 ETH al giorno, in un anno verrebbero aggiunti solamente poco di più di 2 milioni di ETH, ovvero l’1,7% dell’attuale supply. Inoltre questa percentuale dovrebbe essere inevitabilmente destinata a ridursi ancora in futuro.
In questo momento è difficile prevedere con precisione quando potrebbe avvicinarsi allo 0%, ma a dire il vero anche l’1,7% che è possibile immaginare già oggi è decisamente molto contenuto, soprattutto rispetto al tasso storico registrato da ETH da quando è nata, nel 2015, fino ad oggi.
La massa monetaria di Ethereum vs Bitcoin
Non bisogna dimenticare che un certo numero di ETH viene comunque perso in continuazione, a causa banalmente della perdita delle chiavi private necessarie per utilizzarli, quindi anche con un’inflazione teorica superiore allo 0% si potrebbe lo stesso ottenere una massa monetaria deflattiva.
Per quanto riguarda Bitcoin, ad oggi la massa monetaria di BTC aumenta di circa l’1,75% all’anno, ma ogni quattro anni di fatto questo incremento si dimezza. Il prossimo halving, che avrà luogo nel 2024, porterà questo incremento annuale sotto l’1%, e nel giro di qualche decennio si avvicinerà molto allo 0%.
Da questo confronto emerge che già ora ETH ha un livello di inflazione della sua massa monetaria simile a quello di BTC, anche se in futuro è possibile che la riduzione di questi livelli di inflazione possa essere maggiore per BTC rispetto ad ETH.