La fine delle valute fiat è inevitabile, rimpiazzato dalle valute digitali. Alle banche e alla finanza tradizionale non resta altro che tenersi pronte e abbracciare il cambiamento.
È questo un sentiment molto comune negli appartenenti all’industria dei servizi finanziari.
Deloitte lo aveva certificato in una recente indagine, ma vale la pena andare più a fondo e capire come tutto questo avverrà.
Summary
Come le valute digitali rimpiazzeranno le valute fiat
L’indagine di Deloitte ha certificato che la maggior parte degli appartenenti all’industria finanziaria (76%) sono abbastanza certi che in un periodo compreso tra 5 e 10 anni, gli asset digitali sostituiranno il denaro come lo conosciamo oggi. Addirittura i pionieri che credono in questa ipotesi sono il 94%.
In attesa che ciò accada, il settore sta notevolmente cambiando, offrendo servizi legati proprio alle valute digitali.
Non è un caso che il il 45% dei rispondenti al sondaggio dicono che offriranno servizi di custodia di asset digitali. Il 42% è pronto ad evolvere verso nuovi canali di pagamento. Il 41% dei rispondenti inoltre accoglierà questa rivoluzione digitale differenziando il proprio portafoglio di investimenti.
La custodia degli asset digitali
La preoccupazione più evidenti per chi fa parte del business delle soluzioni finanziarie è quello di offrire la custodia degli asset digitali. È qui che sta il cambio di paradigma perché l’industria è chiamata a dare qualcosa che prima non c’era, che richiede nuove infrastrutture nuove procedure.
Sono chiamate a questo sforzo soprattutto le banche. Gli istituti di credito si stanno trovando a competere con exchange crypto, wallet e non solo, e per non restare indietro dovranno riuscire ad offrire presto servizi inerenti le criptovalute che possano far sentire l’utente soddisfatto e sicuro.
Cambiano i sistemi di pagamento
Gli attori dell’industria finanziaria sono consapevoli che la vera rivoluzione delle criptovalute e degli asset digitali in generale è legata soprattutto a come stanno cambiando i sistemi di pagamento. Questo è particolarmente evidente soprattutto nei pagamenti transfrontalieri.
Se nel 2020 si sono registrati commissioni per 2.000 miliardi di dollari su questo fronte, secondo Deloitte con l’avvento degli asset digitali questi costi andando ad assottigliarsi.
È probabile che questi servizi diventino gratuiti o con costi di commissione irrisori. E soprattutto arriveranno fuori dal tradizionale sistema bancario, direttamente tra mittente e destinatario.
Il ruolo delle banche
In questo scenario certamente le banche non possono restare a guardare. Deloitte nota infatti che sono proprio le banche tra le maggiori depositarie di richieste di brevetti per tecnologie legate a asset digitali e blockchain.
Questo indica che le banche stanno esplorando nuove frontiere e si stanno mettendo in gioco per rispondere alle richieste dei loro utenti. Ma non si tratta solo di adattarsi passivamente: le banche stanno comprendendo che dalla blockchain possono venire nuove opportunità.
Su tutto questo saranno determinati le leggi che si andranno a fare per regolamentare il settore, anche se il mondo della finanza sembra ottimista in questo senso. Pesa anche il fattore sicurezza.
Ma secondo Deloitte, la strada è tracciata:
“Le banche non hanno altra scelta se non abbracciare il cambiamento. La partecipazione all’era degli asset digitali non è un’opzione – è inevitabile. Ai leader non resta che decidere come e quando la loro organizzazione dovrebbe iniziare – e come usare gli asset digitali e la nuova infrastruttura globale dei servizi finanziari per il loro massimo vantaggio”.