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Facebook studia il Covid-19 con Data for Good

Facebook ha contribuito a far conoscere e comprendere la diffusione del contagio da Covid-19 in Germania.

Il popolare social network ha realizzato particolari analisi dei dati che si sono rivelate molto utili durante la pandemia. 

Lo studio della LMU di Monaco sul Covid-19 con i dati di Facebook

Lo statistico Cornelius Fritz e il suo team presso l’università LMU di Monaco hanno utilizzato Facebook per comprendere in che modo si diffondesse il contagio da Covid-19

È bastato accedere a Data for Good di Facebook per analizzare la mobilità degli utenti, verificare gli spostamenti, e prevedere l’andamento del contagio basandosi sui comportamenti quotidiani. 

Ha spiegato a tal proposito il professor Fritz

“Stiamo utilizzando i dati sulla mobilità per comprendere come i modelli di movimento e i rapporti umani influenzino la diffusione del COVID-19 a livello locale. A tal fine, ci siamo serviti di dati anonimizzati di circa 10 milioni di utenti Facebook. Non saremmo riusciti in questo nostro intento senza il programma Data for Good di Facebook.”. 

Nella ricerca, viene spiegato che i dati di Facebook sono stati fondamentali per tracciare gli spostamenti ma anche per conoscere i legami tra le persone, e verificare la probabilità che si incontrassero o che si assembrassero, restando ferme a lungo nello stesso posto. Queste informazioni sono servite anche per capire quanto le persone rispettassero il necessario distanziamento sociale. 

I risultati hanno dimostrato che le loro previsioni sulla diffusione del contagio si sono rivelate accurate.  

Lo studio francese 

Una ricerca simile a quella della LMU di Monaco è stata condotta all’Ecole Polytechnique in Francia e dalla facoltà di Economia e Commercio dell’Università di Atene.

Entrambe hanno analizzato le mappe di Facebook per sviluppare un modello che permettesse di comprendere la diffusione del Covid-19, sulla base degli spostamenti delle persone. Lo studio è stato applicato su quattro nazioni:

  • Italia,
  • Francia,
  • Spagna,
  • Inghilterra.

L’esito delle analisi secondo la Mappa della Prevenzione dei Disagi sviluppata da Facebook, ha permesso di realizzare previsioni accurate sulla diffusione del contagio

Questa ricerca ha creato un modello messo a disposizione dai policy maker per sviluppare idonee politiche di prevenzione. 

Data For Good
Facebook con Data for Good per la pandemia

Facebook Data for Good

Per queste ricerche è stato utilizzato il database di Facebook che prende il nome di Data for Good. 

Si tratta di analisi sugli spostamenti che si sono rivelate particolarmente utili per raccogliere informazioni sulla diffusione del virus. Ma non è il solo caso d’uso.

Data for Good infatti è stato usato anche per altri scopi, ad esempio in ricerche relative a cambiamenti climatici, disastri ambientali, o per realizzare mappe di densità della popolazione o di attività di business.

A prova di privacy

Se anche usati per fini nobili come la ricerca, questi dati potrebbero aprire una grossa questione: che ne è della privacy degli utenti? 

In realtà alcuni dati sono pubblici, come le immagini del satellite e quelli relativi ai censimenti, altri no.

Per quel che riguarda i dati privati, Facebook sostiene di carpirli tutelando la privacy degli utenti: 

  • nascondendo l’identità dall’informazione,
  • fornendo dati aggregati;
  • Combinandoli con altri per evitare che le persone coinvolte siano identificate a posteriori,
  • seguendo le direttive legali sul tema. 

In definitiva, i passati problemi di Facebook legati all’utilizzo dei dati degli utenti (come nel caso di Cambridge Analytica), sembrano essere solo il lato negativo della questione. C’è quindi un aspetto positivo che dimostra che con i dati che gli utenti cedono al social network si possano anche realizzare cose positive, come nel caso di queste ricerche che hanno avuto il solo scopo di prevenire il diffondersi della pandemia.

Eleonora Spagnolo
Eleonora Spagnolo
Giornalista con la passione per il web e il mondo digitale. È laureata con lode in Editoria multimediale all’Università La Sapienza di Roma e ha frequentato un master in Web e Social Media Marketing.
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