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Turchia: Erdogan dichiara guerra alle crypto

Sabato scorso, 18 settembre, il Presidente turco Recep Tayyip Erdoğan ha dichiarato guerra alle crypto perché secondo il governo, il Paese non è pronto ad accoglierle anche se si sta muovendo verso l’adozione della propria moneta digitale.

Il governo turco non supporterà le criptovalute

Il Presidente ha espresso il suo parere in merito durante l’evento “Meeting With Youth” tenutosi con studenti universitari di 81 province a Mersin, città portuale importante per l’economia del Paese.

Uno dei partecipanti ha chiesto se la banca centrale turca fosse interessata ad aprirsi alle criptovalute, considerando anche il fatto che agli inizi di settembre la banca centrale ha creato una nuova piattaforma per ricercare e testare una versione digitalizzata della lira turca, chiamata Digital Turkish Lira Collaboration Platform.

La risposta di Erdoğan è stata ferma e decisa:

“Al contrario, abbiamo una guerra separata, una lotta separata contro di loro. Pertanto, non gli daremo mai supporto. Perché andremo avanti con la nostra valuta che ha una sua identità.”

Le ragioni principali alla base di questa decisione sono sicuramente l’incertezza normativa, la volatilità estremamente elevata e le attività criminose che stanno sfruttando il mercato delle crypto.

Nell’aprile 2021, il governo turco ha vietato l’uso di criptovalute per effettuare pagamenti nel Paese.

D’altra parte, la banca centrale turca si preparava a lanciare una piattaforma e analizzava la possibilità di emettere una valuta digitale della banca centrale (CBDC), la lira digitale.

Turchia guerra crypto
Il Governo turco muove guerra alle criptovalute

L’iniziativa di una CBDC della Repubblica di Turchia, in collaborazione con il Consiglio della ricerca scientifica e tecnologica della Turchia (TÜBITAK), è stata guidata da un’esplosione della popolarità delle criptovalute nel Paese.

Mentre la Lira turca continuava a perdere valore a causa delle mosse politiche del governo, si registrava un aumento del volume degli acquisti di criptovalute del 60%.

Nel corso del meet-and-greet con gli studenti ha preso anche la parola l’ex primo ministro Binali Yıldırım, ora leader del Partito della Giustizia e dello Sviluppo, esprimendo la sua contrarietà nell’utilizzo delle crypto in questo modo:

“Sfortunatamente, la criptovaluta apre anche la porta ai reclami. Quindi, è qualcosa che ha bisogno di un serio controllo. Potrebbe essere necessario prendere accordi come stato, come governo, al fine di prevenire questi abusi ed errori.”

È probabile che dopo i commenti del Presidente Erdoğan, i regolatori del Paese adotteranno un approccio ancora più rigoroso nei confronti delle criptovalute.

Riccardo Mangiapane
Riccardo Mangiapane
Laureando magistrale in Management and Finance presso l'università LUMSA di Roma. Appassionato in fintech e crypto, segue con interesse gli avvenimenti sui mercati finanziari cooperando in team all’analisi di diversi casi studio durante il suo percorso accademico.
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