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Crisi Evergrande, Stati Uniti e Europa stanno a guardare

La crisi Evergrande continua ad agitare le borse di tutto il mondo. 

Dopo il panico che si è registrato nella giornata di ieri, oggi i mercati stanno riflettendo sul da farsi.

Crisi Evergrande, tra speranze e illusioni

Il più grande colosso immobiliare cinese ha accumulato debiti per 2.000 miliardi di yuan, pari a 262 miliardi di euro e 309 milioni di dollari. Giovedì dovrà pagare l’equivalente di 80 milioni di euro di bond ai suoi investitori. Probabilmente non ce la farà e questo potrebbe essere il colpo di grazia. 

L’azienda, ha migliaia di progetti in corso in 280 città, dà lavoro a 200.000 persone, ha un indotto che conta quasi altri 4 milioni di posti di lavoro. Il suo crac aprirebbe anche una crisi occupazionale senza precedenti. In più, tanti investitori reclamano i loro risparmi. Anche i fornitori spesso sono stati pagati in azioni e bond che ora stanno diventando carta straccia. Senza contare le migliaia di acquirenti di immobili mai consegnati perché non terminati. Tutta colpa della crisi di liquidità.

L’azienda sta compiendo l’ultimo estremo tentativo di correre ai ripari, assoldando società di consulenza che dovrebbero fornirle la strategia migliore per uscire da quella che è stata chiamata dai suoi vertici “l’ora più buia”. Probabilmente, partirà del cedere alcuni dei suoi rami che non hanno nulla a che vedere con il mattone. 

Evergrande crisi
La crisi di Evergrande

Stati Uniti ed Europa osservano

Nel frattempo Europa e Stati Uniti stanno a guardare: può davvero il governo cinese lasciar fallire il suo gioiello immobiliare? La risposta è sì, potrebbe. Il presidente Xi Jinping nel 2018 disse una frase rimasta emblematica: le case servono per viverci e non per fare speculazione

C’è il rischio concreto che il governo di Pechino non faccia nulla per Evergrande e resti altrettanto immobile per tutte le altre grandi sull’orlo del fallimento. Del resto non è nel DNA del governo cinese la possibilità che il settore pubblico corra in soccorso del privato. I mercati stanno facendo i conti con questi ipotesi, visto che al momento non ci sono commenti ufficiali del governo. 

Dopo il panico di ieri, oggi le borse asiatiche continuano a scivolare anche se non con la stessa intensità. Tokyo perde oltre l’1%. Vanno meglio invece i mercati europei, i quali oggi possono parlare di rimbalzo. 

A proposito di borse, chi in questo momento sta tremando, sono gli hedge fund che hanno nei loro portafogli propri i titoli Evergrande. Il loro valore è ormai ridotto al minimo: -80% YTD. Anche gli istituti di credito cinesi rischiano di sentire le conseguenze di questo crac, per le stesse ragioni degli hedge fund. 

La FED lascia i mercati con il fiato sospeso

Evergrande è stata paragonata alla banca Lehman Brothers. In attesa di comprendere se il destino sarà lo stesso, i mercati statunitensi guardano anche in casa loro. 

Dopo avere avuto la certezza che il Congresso approverà la legge che consentirà di evitare shutdown e default, si attendono le prossime mosse della Fed. A giorni infatti la banca centrale americana potrebbe annunciare l’avvio del tapering, cioè della riduzione degli stimoli economici che hanno sostenuto l’economia USA da quando è scoppiato il Covid. Tutto questo arriva in un contesto di incertezza: pesano ancora i timori legati al Coronavirus, oltre al crac del mercato immobiliare cinese. 

L’altro dubbio è chi sarà a prendere queste decisioni: i democratici infatti stanno chiedendo a Joe Biden un cambio di passo per la Fed. Jerome Powell potrebbe presto essere messo da parte. Anche questo è motivo di allarme per gli investitori. Nulla in confronto ad Evergrande che giovedì stabilirà se essere o meno la Lehman Brothers Made in China.

Eleonora Spagnolo
Eleonora Spagnolo
Giornalista con la passione per il web e il mondo digitale. È laureata con lode in Editoria multimediale all’Università La Sapienza di Roma e ha frequentato un master in Web e Social Media Marketing.
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