Due anni non sono certo un eternità ma quando si tratta di tecnologia blockchain l’evoluzione può segnare passi da gigante. È confrontando i due rapporti di Deloitte del 2019 e del 2021 che si possono evidenziare enormi progressi.
“Nel 2019, qualcosa di inequivocabile sembra accadere. Ciò che è emerso è un riconoscimento condiviso che la blockchain è reale e che può servire come una soluzione pragmatica ai problemi di business nelle industrie nei casi d’uso”.
Nell’introduzione, l’orientamento degli autori del report era quello di chiedersi non se la blockchain funzionasse, ma come potesse essere resa funzionale in specifiche situazioni.
In pratica veniva ipotizzato uno scenario in cui la tecnologia sarebbe stata applicata in diversi settori.
Due anni dopo lo scoppio del Covid 19 ha cambiato il mondo e ha dato un’accelerata alla rivoluzione digitale, in particolare nei sistemi finanziari e negli asset digitali.
“L’imperativo commerciale di adottare la blockchain e gli asset digitali sta crescendo notevolmente, in quanto le organizzazioni accettano sempre più che i loro attuali modelli di business sono in gioco. Più di tre quarti quarti degli intervistati dell’industria finanziaria concordano fortemente o in qualche modo che la loro organizzazione perderà un’opportunità di vantaggio competitivo senza adottare la blockchain e i beni digitali”.
Dalle promesse al modello dirompente
In entrambe le indagini Deloitte mostra come le aziende rispondono all’avvento della blockchain e degli asset digitali.
Nel 2019 si parlava di blockchain come di una promessa pronta a sconvolgere il mondo del business. All’epoca, più della metà degli intervistati si era data tempo tre anni per valutare la tecnologia blockchain. Il 60% sosteneva di essere fiducioso sul potenziale della blockchain.
Certo nel 2019 la tecnologia blockchain era ancora piuttosto legata alle valute digitali nella mentalità comune. Le aziende la osservavano tentando di capire come utilizzarla, mentre altre tipologie di utenti iniziavano a capire che la blockchain non era limitata alla sola creazione di forme alternative di denaro.
“La natura stessa degli strumenti finanziari, dal denaro alle azioni, e l’infrastruttura per qualsiasi tipo di transazione sta cambiando, in meglio”.
Nel 2021 la tecnologia blockchain ha confermato di essere dirompente
Pronostici del 2019 vs pronostici del 2021
Nel 2019 Deloitte notava che il sistema finanziario si affacciava al mondo blockchain tentando di capire come farne buon uso. I casi d’uso aumentavano e aprivano nuovi orizzonti e possibilità.
Nonostante gli stessi autori del report ammettevano che era difficile prevedere il futuro, la traiettoria blockchain sembrava puntare verso l’alto. Già nel 2019 era evidente che la blockchain stesse portando dei vantaggi strategici prima inimmaginabili.
Nel 2021 l’ascesa della blockchain e gli asset digitali hanno avuto un impatto dirompente. Non si tratta di una promessa di crescita mantenuta ma di un cambiamento radicale apportato soprattutto dalle valute digitali. Il che ha posto dei problemi, prima di tutto la privacy dei dati e la sicurezza degli utenti.
Banche e istituzioni finanziarie hanno tuttavia compreso che non possono restare indietro rispetto ad un mondo che cambia. Stanno prendendo atto che esistono le stablecoin, esisteranno le CBDC e altre criptovalute.
Questo sta impattando il settore finanziario e le banche in particolare anche se la portata del cambiamento è ancora tutta da valutare. Del resto i vantaggi diventano evidenti, per la velocità delle transazioni e per la riduzione dei costi di commissione. Le banche, secondo il report Deloitte, non hanno altra strada se non abbracciare il cambiamento. Insomma, non c’è un’altra strada se non accettare l’evoluzione:
“La partecipazione nell’era degli asset digitali non è un’opzione – è inevitabile. Ai leader non resta che decidere come e quando le loro organizzazioni dovrebbero iniziare – e come usare gli asset digitali e la nuova infrastruttura globale di servizi finanziari per il loro massimo vantaggio”.
Giornalista con la passione per il web e il mondo digitale. È laureata con lode in Editoria multimediale all’Università La Sapienza di Roma e ha frequentato un master in Web e Social Media Marketing.
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