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Da soldato ad artista: la collezione NFT di Bran Symondson

Da soldato in Afghanistan ad artista di NFT: è la vicenda di Bran Symondson, soldato britannico che sta per lanciare la sua prima collezione di non-fungible token su Dropspace.

La collezione NFT del soldato Bran Symondson

La collezione di Bran Symondson prende il nome di Kalash 47 – The Art to Disarm. Si tratta di 2.047 NFT che combinano le sculture fisiche degli AK47 ad altre create per l’occasione. 

Il soggetto è proprio l’AK47, un fucile d’assalto considerato tra le armi più letali del mondo. Ma negli NFT di Bran Symondson, l’AK47 diventa la tela per raffigurare farfalle, soldi e altri simboli.

L’obiettivo è dimostrare i danni che la guerra può provocare all’ambiente, non solo in termini di rifiuti, ma anche di deforestazione e persino per la riduzione delle api.

La collezione è stata realizzata, non a caso, con il supporto di Greenpeace. Tokenizzando le sue opere, Bran Symondson vuole raggiungere un pubblico più ampio, quello degli appassionati degli NFT, e sensibilizzare sulle tematiche globali come appunto la devastazione ambientale. 

Le opere fisiche hanno al loro interno dei proiettili di vetro fatti a mano che contengono materie prime legate alla storia di Bran. Tutti i fucili vengono da scenari di guerra, e molti hanno cicatrici che dimostrano la loro vita precedente. 

kalash 47
Alcuni delle riproduzione degli AK47 della collezione Kalash 47

Il drop di Kalash 47

Gli NFT saranno mintati su DropSpace il prossimo 19 dicembre alle 20.47 GMT. Saranno gli acquirenti stessi a dropparli. Chi è interessato deve entrare nella whitelist e pagare 0,28 ETH. 

Le opere fisiche invece sono in mostra presso dal 26 novembre al 9 dicembre 2021 alla galleria “The House of Fine Art” (HOFA) a Mayfair, Londra.

Per progettare l’intera collezione ci sono voluti sei mesi, necessari a fare in modo che ogni NFT fosse emozionante tanto quanto l’opera fisica, transitata sulla blockchain.

Spiega Bran Symondson:

“Kalash 47 è una rappresentazione di molte cose personali che hanno una profonda risonanza con chi sono, dove sono stato e cosa ho visto. È lo stesso che applicare toppe a un’uniforme, decorare uno zaino con distintivi che hanno un significato, o tappezzare il proprio portatile con adesivi che denotano ciò in cui si crede; i soggetti che si proiettano sono quelli vicini al proprio cuore. È così che ho trattato questa collezione. È più di un semplice JPEG. È personale”.

NFT e difesa dell’ambiente

L’opera di Bran Symondson non è la sola a voler utilizzare l’arte, e in particolare gli NFT, per sensibilizzare sui temi legati all’ambiente. Il punto è che anche gli NFT, in particolare quelli che si basano su Ethereum, hanno dei costi in termini di energia e quindi di impatto ambientale. Sono allo studio delle soluzioni.

DigitalArt4Climatei è invece il nome della collezione di NFT realizzata dall’ONU proprio per sensibilizzare sui rischi legati al cambiamento climatico. In questo caso è stato scelto come partner Unique Network che usa le blockchain di Polkadot e Kusama.

È comunque evidente che gli NFT stanno diventando sempre di più un veicolo con cui gli artisti, i creator e gli influencer vogliono raggiungere le masse, anche con messaggi di impatto.

Eleonora Spagnolo
Eleonora Spagnolo
Giornalista con la passione per il web e il mondo digitale. È laureata con lode in Editoria multimediale all’Università La Sapienza di Roma e ha frequentato un master in Web e Social Media Marketing.
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