Secondo alcuni osservatori il recente crollo di questi ultimi tre giorni del mercato delle criptovalute sarebbe dovuto anche all’annuncio fatto giovedì dalla banca centrale di Russia di voler mettere un ban alle criptovalute.
Summary
Le criptovalute in Russia
Non è certo la prima volta che le autorità russe fanno un simile annuncio. Già lo scorso anno più volte, sia la banca centrale che la Duma, avevano ribadito la volontà di mettere un freno al diffondersi delle valute digitali nel paese, ma agli annunci non sono mai seguiti fatti concreti, ed è molto probabile che anche in questo caso, come si suol dire, la montagna probabilmente partorirà un topolino.
Da anni la Russia ha considerato le criptovalute come una possibile minaccia per la stabilita finanziaria del paese e per la sicurezza, adducendo che nel paese sarebbero utilizzate nel riciclaggio di denaro o per finanziare il terrorismo.
D’altra parte secondo i dati di un report della Banca Centrale Russa, le transazioni con le criptovalute nel paese avrebbero raggiunto il valore di 5 miliardi di dollari all’anno.
Il report “Criptovalute: tendenze, rischi, misure” è stato presentato durante una conferenza stampa da Elizaveta Danilova, direttrice del Dipartimento per la stabilità finanziaria della Banca di Russia.
Nel report si sottolinea come il mercato delle criptovalute sia diventato come una sorta di schema piramidale finanziaria altamente speculativo e che quindi occorre mettervi un freno.
Ha detto però espressamente la Danilova:
“Per ora non ci sono piani per vietare le criptovalute simili all’esperienza della Cina. L’approccio che abbiamo proposto sarà sufficiente”.
Quindi non si parlerebbe espressamente un divieto tout court, ma piuttosto una precisa regolamentazione, per fermare l’eccessiva speculazione ed usi illegali che vengono fatti attraverso l’uso delle criptovalute.

Ban a pagamenti ed investimenti istituzionali in criptovalute in Russia
Quello che invece dovrebbe essere vietato secondo la banca sarebbe il pagamento con le criptovalute, ma non la detenzione o il trading delle stesse, come qualcuno invece, forse anche un pò maliziosamente ha voluto far credere.
A poche ore dalla conferenza stampa della Danilova, Joseph Edwards, capo della strategia finanziaria della società di criptovalute Solrise Group, ha minimizzato affermando che:
“Mosca, come Pechino, fa sempre tremare la sua sciabola sui ‘divieti delle criptovalute’, ma la Russia non è mai stata un pilastro di alcun aspetto del settore allo stesso modo in cui lo è stata la Cina a volte”.
Quello che invece appare più probabile è che venga ristretto il campo d’azione ai fondi di investimento che volessero investire in criptovalute, come proposto già nello scorso dicembre.
Qualche osservatore ipotizza come il bando potrebbe invece riguardare anche l’attività del mining, che è molto fiorente in Russia, che è diventato, dopo il divieto cinese, il terzo paese al mondo come estrazione di Bitcoin, dopo USA e Kazakistan.
Questo perché la banca centrale ha espressamente affermato che il mining starebbe provocando problemi energetici al paese e quindi occorrerebbe una precisa limitazione a questa attività.
Qualche mese fa anche Vladimir Putin aveva parlato di criptovalute, definendole comunque un asset ormai consolidato ed escludendo quindi in pratica una possibilità che esse possano essere vietate.
Rublo digitale
Infine occorre anche affermare che la Russia, proprio dopo la Cina, sarebbe il paese più vicino al lancio di un rublo digitale, dopo aver effettuato con successo numerosi test negli ultimi due anni.
È quindi probabile che queste affermazioni della banca centrale siano più che altro indirizzate a preparare il terreno al lancio ormai prossimo proprio di una valuta di stato digitale. Ed è quindi chiaro che l’eccessivo diffondersi delle criptovalute potrebbe essere destabilizzante per una valuta digitale di stato e per la stabilità finanziaria futura del paese.