HomeBlockchainRegolamentazioneThailandia pronta a regolamentare i pagamenti in crypto

Thailandia pronta a regolamentare i pagamenti in crypto

In un comunicato congiunto la Bank of Thailand (BOT), la Securities and Exchange Commission (SEC) e il Ministero delle Finanze (MOF) hanno rilasciato una dichiarazione per manifestare l’esigenza di un pronta regolamentazione dei pagamenti digitali in Thailandia, che sono piuttosti diffusi nel paese, e che includerebbe anche le crypto.

La necessità di regolamentare i pagamenti crypto in Thailandia

Le autorità  finanziarie thailandesi hanno affermato che: 

“Gli operatori del settore delle risorse digitali hanno ampliato la loro attività per coprire i servizi relativi all’uso delle risorse digitali come mezzo di pagamento di beni e servizi”.

La nuova regolamentazione ha lo scopo di proteggere gli utenti e i consumatori dai troppi crimini che vengono commessi grazie all’uso delle criptovalute nel paese asiatico.

Thailandia criptovalute
Il 5% degli abitanti della Thailandia possiede criptovalute

Le banche thailandesi nel mercato crypto

Secondo recenti dati della banca centrale del paese circa 3,6 milioni di thailandesi sarebbero in possesso di criptovalute, circa il 5% del totale degli abitanti

BitKub, il principale exchange di criptovalute in Thailandia, ha registrato una crescita del 600% nel 2020. Nel novembre  dello scorso anno una delle più  importanti banca del paese, la Siam Commercial Bank, ha acquisito il 51% del capitale dell’exchange per 537 milioni di dollari.

Ma questa acquisizione è stata guardata con sospetto e preoccupazione dalle autorità finanziarie del paese. 

“Non vogliamo che le banche siano direttamente coinvolte nel trading di asset digitali perché le banche sono (responsabili) dei depositi dei clienti e del pubblico e c’è un rischio”, 

ha affermato Chayawadee Chai-Anant, senior director della Bank of Thailand (BOT), lo scorso anno in un’intervista televisiva.

La Thailandia è il secondo paese dell’area asean come quota di investimenti fintech nel paese, con il 43% degli investimenti incentrato sui servizi di pagamento elettronico e l’8% sulla tecnologia Bitcoin e su quella blockchain.

Ecco perché le autorità regolatorie del paese sono bene attente a promuovere un quadro regolatorio, che possa difendere gli utenti ma senza danneggiare nello stesso tempo un business che sta diventando importante per il paese. 

Il segretario generale della SEC thailandese, Ruenvadee Suwanmongkol, ha affermato due giorni fa che l’agenzia avrebbe quindi l’obbligo: 

“di promuovere lo sviluppo delle attività di asset digitali insieme alla protezione dei consumatori”.

Rinviato primo progetto pilota di CBDC

Ad inizio gennaio il vicedirettore della banca centrale Kasidit Tansanguan ha annunciato che il progetto pilota della futura CBDC di stato sarebbe stato posticipato alla fine del 2022, invece del secondo trimestre dell’anno come previsto. Secondo alcuni questo rinvio sarebbe dovuto proprio alla necessità di far approvare prima un nuovo quadro  regolatorio sui pagamenti digitali.

Il paese lavora ad una valuta digitale di stato dal 2018 quando fu dato avvio al cosiddetto progetto Inthanon. Si tratta di un’iniziativa congiunta tra la Bank of Thailand (BOT) e l’Autorità monetaria di Hong Kong (HKMA) per esplorare l’applicazione della Distributed Ledger Technology (DLT) per aumentare l’efficienza nei trasferimenti di fondi transfrontalieri.

Vincenzo Cacioppoli
Vincenzo Cacioppoli
Vincenzo è genovese di nascita ma milanese di adozione. E' laureato in scienze politiche. E' un giornalista, blogger, scrittore, esperto di marketing e digital advertising. Dopo una lunga esperienza nel marketing tradizionale, comincia attività con il web e il digital advertising nel 2011 fondando una società Le enfants. Da sempre appassionato di web e innovazione, nel 2018 approfondisce le tematiche legate alla blockchain e alle criptovalute. Trader indipendente in criptovalute dal marzo 2018, collabora con aziende del settore come content marketing specialist. Nel suo blog. mediateccando.blogspot.com, da tempo si occupa soprattutto di blockchain, che considera come la più grande innovazione tecnologia dopo Internet. A novembre è prevista l'uscita del suo primo libro sulla blockchain e il fintech.
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