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Da FX a Crypto – lezioni apprese sugli asset digitali

I mercati crypto e FX hanno notevoli somiglianze: entrambi sono globali e decentralizzati. In entrambi i casi, non c’è un exchange primario in ogni giurisdizione, con la maggior parte delle transazioni che avvengono senza alcun intermediario centralizzato (eccezione: Futures scambiati su CME e pochi altri Exchange). Come risultato di queste considerazioni strutturali, potremmo aspettarci che le dinamiche del mercato delle criptovalute abbiano più somiglianze con il FX che con le azioni tradizionali.  

Tuttavia, il mercato FX è più vecchio e più sviluppato delle criptovalute. Quindi, può essere istruttivo esaminare come il mercato FX si è sviluppato nel tempo per avere un’idea di alcune tendenze che potremmo vedere replicate nello spazio crypto. 

FX – Un mercato frammentato diventa integrato

Nei primi anni ’90, l’industria FX era opaca e dominata da RFQ basate sul telefono, con liquidità diffusa su decine di migliaia di banche, informazioni molto limitate sui prezzi e nessun modo per confrontare elettronicamente i prezzi in tempo reale. 

C’era una chiara distinzione tra il segmento dei dealer bancari e quello dei clienti del mercato. Solo i dealer avevano accesso ai prezzi interbancari (istituzionali), il che dava loro non solo un immenso vantaggio informativo e tassi di gran lunga più favorevoli rispetto agli outsider del settore, ma i dealer bancari non solo approfittavano della mancanza di informazioni dei loro clienti, ma potevano anche quotare ulteriormente a loro vantaggio, anticipando se un cliente era un compratore o un venditore. 

Alla fine degli anni ’90 e nei primi anni 2000, sono emerse diverse piattaforme che cercavano di aggregare i dati sulla liquidità e confrontare i prezzi. Tali portali – tra cui 360T, FXall e FxConnect – permettevano a un cliente di inviare RFQ (Request-For-Quotes) a molte sedi contemporaneamente. Questo ha reso la scoperta dei prezzi radicalmente più semplice e con questo ha aperto la strada alla best execution, fornendo la prova dei prezzi di mercato disponibili al millisecondo di una transazione effettiva. Questo ha portato a una maggiore concorrenza tra le banche, e quindi a prezzi migliori per i clienti. 

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FX market
L’evoluzione del mercato globale FX dalla fine degli anni ’80

Questa tecnologia ha contribuito a cambiare sia la scala che la composizione del mercato globale del FX trading. Il grafico qui sopra, tratto dall’indagine triennale della Banca dei Regolamenti Internazionali, mostra l’evoluzione del mercato globale del FX dalla fine degli anni ’80, con istituzioni finanziarie non dealer che rappresentano una quota enormemente maggiore del mercato.  

Dopo l’introduzione della trasparenza e della scoperta dei prezzi, il trading FX è diventato sempre più elettronico, con i partecipanti che si collegano a una serie di sedi di trading utilizzando algoritmi di trading automatizzati. Questo ha aumentato la velocità del trading, ha fornito più scelta e concorrenza, e ha permesso di perseguire una maggiore varietà di strategie di trading. 

Crypto – Un mercato sull’orlo dell’integrazione?

Come il mercato FX negli anni ’90, la liquidità delle criptovalute è distribuita su molti diversi exchange spot, che in totale sono più di 300 a livello globale, a cui si aggiunge una serie di altre sedi come broker locali, desk OTC, market maker e scambi DeFi. 

Di conseguenza, il mercato delle criptovalute attualmente manca di integrazione, rendendo complessa la scoperta dei prezzi. Questo si riflette negli studi che trovano grandi e ricorrenti spread di arbitraggio nei prezzi degli asset digitali tra le borse a livello globale.  

Una differenza chiave, tuttavia, è che il mercato delle criptovalute è stato storicamente guidato principalmente dal settore retail, mentre il mercato FX è dominato da dealer e istituzioni finanziarie. Tuttavia, questo potrebbe iniziare a cambiare man mano che le istituzioni diventano più impegnate nel settore crypto. I dati di CoinShares, per esempio, mostrano che gli afflussi istituzionali annuali in crypto attualmente ammontano a 9,3 miliardi di dollari nel 2021, rispetto ai 6,7 miliardi di dollari nel 2020. Man mano che la partecipazione istituzionale nelle criptovalute cresce, gli studi suggeriscono che giocheranno un ruolo maggiore nella scoperta dei prezzi per l’intero mercato. 

Un’altra differenza chiave è il ritmo dell’innovazione del mercato. Mentre il mercato FX si è sviluppato lentamente a tappe man mano che internet è emerso e si è espanso creando nuove possibilità per il trading digitale, il mercato crypto non avrà questo fattore tecnologico limitante. Piattaforme come AlgoTrader possono già offrire una più ampia visibilità, una migliore scoperta dei prezzi, l’esecuzione automatizzata degli scambi e persino il regolamento integrato. Di conseguenza, è probabile che le tendenze osservate nel corso di decenni nel mercato FX potrebbero essere replicate entro pochi anni nelle criptovalute.    

Crypto e mercato FX, una conclusione

Con sempre più trader istituzionali che entrano nei mercati delle crypto, le opportunità di arbitraggio (= differenze di prezzo tra le sedi di negoziazione) col tempo svaniranno. Tuttavia, ci si aspetta che il mercato rimanga altamente frammentato, e che non esista un hub di trading centrale nel prossimo futuro. Per questo motivo, l’interconnettività a un certo numero di sedi di trading, idealmente un mix di tipi diversi, rimarrà obbligatoria per il miglior accesso al mercato e la continuità dei servizi. 

Bio di Andy Flury

Andy Flury è il fondatore e CEO di AlgoTrader, il leader istituzionale globale nel trading algoritmico e nell’infrastruttura di esecuzione per gli asset digitali e tradizionali. Andy è un ex pilota della Swiss Air Force e ha condotto progetti presso l’agenzia di intelligence svizzera e varie grandi banche. Ha anche servito come senior project manager e architetto software alla Siemens Switzerland AG. Nel 2010, Andy è diventato partner e responsabile del trading algoritmico presso Linard Capital AG, un hedge fund quantitativo con sede in Svizzera. Andy ha conseguito un master in gestione industriale e ingegneria della produzione presso l’ETH di Zurigo e un Executive MBA presso l’Università di San Gallo.

 

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