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Thailandia, stop alla tassa sul trading di Bitcoin

La Thailandia ha abbandonato i suoi propositi di applicare una tassa sul trading di Bitcoin e criptovalute e questo ha fatto tirare un sospiro di sollievo ai trader locali.

La tassa sul trading di Bitcoin in Thailandia

Come riporta il Financial Times, l’idea era quella di applicare una tassa del 15% sulle transazioni crypto ma questa opzione ha sollevato molte polemiche tanto che le autorità competenti hanno dovuto fare marcia indietro. Ai trader resta però l’obbligo di dichiarare le plusvalenze dalle attività di trading e di mining. 

Tuttavia per i trader locali non si annunciano certo tempi facili. È di una settimana fa la notizia che sarà presto emanata una regolamentazione per i pagamenti con asset digitali e questo toccherà evidentemente anche le criptovalute. Lo scopo è quello di restringere l’utilizzo di pagamenti crypto che secondo le autorità locali non va a beneficio del consumatore. Resta ferma la volontà di continuare a perseguire l’innovazione finanziaria, ad esempio investendo nella blockchain.

tasse criptovalute
Le autorità di tutto il mondo vorrebbero tassare le criptovalute

Tasse e criptovalute

Il tema delle tasse e delle criptovalute affligge gli investitori di tutto il mondo. Perché si tratta di un settore che ormai ha più di 10 anni e nonostante ciò è ancora molto deregolamentato. 

In più, gli stakeholder sostengono che l’imposizione di tasse frenerebbe lo sviluppo del settore, una considerazione che si scontra con i legislatori che invece vedono nelle criptovalute una nuova fonte a cui accedere per rimpinguare le casse dello Stato.

In Italia, ad esempio, le criptovalute sono equiparate a valuta estera. Vengono tassate le plusvalenze, con un prelievo del 26% su importi superiori a 51.000 euro. 

Negli Stati Uniti invece l’approvazione dell’Infrastructure Bill ha acceso un duro scontro istituzionale. Da una parte l’amministrazione Biden che è intenzionata a conoscere tutte le transazioni crypto proprio per tassarle e finanziare il suo gigantesto piano infrastrutturale, dall’altra gli operatori di un settore decentralizzato al punto che individuare i broker non è sempre facile. 

L’equilibrio evidentemente sta nel mezzo ed è impossibile che un settore che è arrivato a toccare i 3.000 miliardi di capitalizzazione sfugga agli occhi del fisco.

Eleonora Spagnolo
Eleonora Spagnolo
Giornalista con la passione per il web e il mondo digitale. È laureata con lode in Editoria multimediale all’Università La Sapienza di Roma e ha frequentato un master in Web e Social Media Marketing.
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