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L’inflazione non frena i mercati

L’indice dei prezzi al consumo non ne vuole proprio sapere di arrestare la sua corsa. Inesorabile giunge il dato di gennaio che gli analisti prevedevano toccasse il 9,1%, valore che è stato ampiamente sorpassato arrivando a 9,7%. Questa doccia fredda relativa all’inflazione però sembra non aver preoccupato più di tanto i mercati anzi, tutt’altro.

L’effetto della crisi Russia-Ucraina

La notizia non è passata sotto traccia ovviamente e la Fed va verso una correzione di 50 punti (0,50) già da marzo ma diciamo che l’umore è alto dalle parti del Nasdaq e di S&P 500 grazie alle notizie che giungono da Est. 

Il Cremlino infatti tramite il proprio ministro della difesa fa sapere che le forze schierate nei distretti militari meridionali ed occidentali mobilitati a fronte di esercitazioni belliche alla frontiera con Kiev stanno rientrando alle proprie basi. 

La notizia arriva come una bella boccata di ossigeno e il Dow Jones ne approfitta subito per recuperare ben 300 punti a poco meno di 35.000 punti mentre lo S&P 500 guadagna un 1,15 e il Nasdaq raggiunge quota 14.000 punti. 

Anche i futures americani godono della notizia aspettandosi che vada verso un appianarsi delle divergenze tra le due superpotenze (Russia e USA) in Ucraina che ricordiamo essere alle porte dell’Europa. 

Il prezzo del petrolio scende di un 4% circa nella grande mela e le big tech del Nasdaq vantano forti acquisti in questo clima di serenità su tutte Tesla e Netflix. 

Ryan Detrick di LPL Financial ha lasciato intendere in un’intervista alla Cnbc che il combinato disposto dell’allontanamento della possibilità di una guerra in Ucraina, che potrebbe avere portata globale, unito alla notizia di un calo dell’80% di casi Covid in USA dal picco di gennaio, abbiano fatto sì che i mercati tornassero in verde nella convinzione che la politica di riapertura andrà avanti e che quindi anche i consumi daranno manforte all’economia già così martoriata. 

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La crisi Russia Ucraina per ora non sta colpendo troppo i mercati

Anche in Russia i mercati incassano la buona dose di positività a seguito delle dichiarazioni di Lavrov (ministro della difesa di Mosca) e in particolare l’ETF VanEck fondo americano che investe nelle azioni delle società a più grande capitalizzazione russe ha guadagnato addirittura il 5%. 

Tutto è bene quel che finisce bene, concluderebbe qualcuno. Ma la ritirata delle forze russe non sembrerebbe così certa. Si teme sia una strategia per un’invasione futura, una sorta di effetto sorpresa. Solo il tempo ci dirà se sarà così. Nel frattempo i mercati hanno giovato delle buone nuove. 

Inflazione e mercati, l’attenzione resta alta

Insomma le pessime notizie sull’inflazione non hanno avuto la meglio per ora e questo ha sorretto i mercati. 

In ottica futura sono da tenere d’occhio l’andamento del core inflation ovvero il paniere senza beni alimentari ed energetici che si attesta all’8,3% su base annua poiché tenuto in grande considerazione dagli economisti in quanto elude l’effetto della volatilità così come il valore senza beni alimentari, energetici e servizi commerciali che vede raggiungere il 6,9% su base annua. 

La parola d’ordine è vietato perdere il controllo, gli investitori devono rimanere il più tranquilli possibile. Il prossimo appuntamento ce lo ha dato la banca centrale americana ed è fissato a marzo per l’inizio di una politica aggressiva contro il mostro sacro dell’inflazione ma intanto era prioritario sventare la guerra tra le due maggiori potenze nucleari per il bene di tutti e ovviamente dei mercati.

George Michael Belardinelli
George Michael Belardinelli
Ex Corporate manager presso Carifac Spa e successivamente Veneto Banca Scpa, blogger e Rhumière, negli anni si appassiona alla filosofia e alle opportunità che l'innovazione e i mezzi di comunicazione ci mettono a disposizione, in fissa con il metaverso e la realtà aumentata
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