Nella guerra di informazione e controinformazione che si combatte a fianco di quella militare sul campo tra Russia ed Ucraina, il Cremlino nei giorni scorsi ha imposto anche una sorta di blocco di internet.
Summary
Il bando di internet: la Russia vieta siti di informazione e social
Mosca ha deciso per la messa al bando di molti siti di informazione online occidentali, oltre ai principali social network, come Facebook, Instagram e Twitter. Secondo le autorità russe questa iniziativa è stata presa per mettere fine alla politica incessante di disinformazione che a suo dire veniva diffusa attraverso alcuni siti di news e i principali social.
Ma il blocco che presto potrebbe riguardare tutta la rete internet, disconnettendo in partica il paese dal resto del mondo, sarebbe stato aggirato da molti siti di informazione on line, come BBC e New York Times oltre che da Facebook e Twitter, che riuscirebbero a navigare nel paese malgrado il blocco imposto dalle autorità moscovite.
Come il divieto è stato aggirato
Tor
Alcuni dei siti che sono bloccati in Russia dal 4 e 5 marzo, riuscirebbero, infatti ad utilizzare specifici software in grado di andare on line, malgrado le limitazioni imposte dalle autorità di controllo sovietiche. Uno di questi sarebbe il browser Tor, come ha svelato nei giorni scorsi Twitter stessa, che permetterebbe di accedere a siti oscurati.
Il nome sarebbe l’abbreviazione di “The Onion Routing”, che spiega ciò che renderebbe Tor così sicuro e rendendo vana le operazioni di blocco e censura utilizzandolo
Il software utilizza diversi livelli superiori di crittografia, che avvolgono ogni connessione Internet come una sorta di buccia di cipolla. Non è possibile visualizzare né il contenuto della attività su Internet né gli indirizzi di destinazione, rendendo impossibile per le autorità di censura statale di distinguere tra siti Web consentiti e vietati e permettendo quindi la navigazione anche a chi non potrebbe trasmettere.
VPN
Altro sistema utilizzato per aggirare i tentativi di blocco o censura da parte delle autorità russe, è quello delle cosiddette rete private virtuali o VPN, che consentono agli utenti di nascondere le proprie posizioni, rendendo assai difficile il riconoscimento da parte di chi intende bloccare l’accesso da quell’indirizzo Ip, rendendo in pratica la navigazione privata
Non è certo un caso che la domanda di VPN in Russia, sia aumentata del 1.092% il 5 marzo, il giorno dopo che le autorità del paese hanno deciso di bloccare l’accesso a Facebook, Instagram e Twitter, secondo l’agenzia Top10VPN.com.
La società che offre servizi per navigare in modalità VPN, Surfshark ha affermato che le sue vendite settimanali in Russia sono aumentate del 3.500% dal 24 febbraio, con i picchi più significativi registrati proprio dal 5 marzo al 6 marzo quando Facebook ed altri social e siti di informazione on line occidentali sono stati bloccati.
“Un’impennata così rapida significa che le persone che vivono in Russia sono attivamente alla ricerca di modi per evitare la sorveglianza e la censura del governo”,
ha detto al giornale CNBC un portavoce della società, martedì scorso.