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Il gas russo potrà essere pagato solo in rubli

Come risposta alle sanzioni internazionali, il presidente Putin ha deciso che il gas russo dovrà essere pagato solo in rubli.

Le sanzioni e le conseguenze 

A distanza di nove giorni dall’entrata in vigore delle sanzioni la situazione si va delineando. 

Putin a seguito della sua “operazione speciale” in Ucraina volta al salvataggio del popolo ucraino da un governo nazista e alla tutele delle regioni separatiste (a suo dire), ha esposto il paese a gravi ripercussioni. 

Le sanzioni comminate dagli Stati Uniti d’America, Nato, Regno Unito e Unione Europea hanno portato al sequestro di beni, isolamento dei collaboratori e degli oligarchi più vicini al presidente e a limitazioni ed embarghi pesantissimi. 

Queste misure hanno messo in seria difficoltà il paese al punto che secondo la Casa Bianca la Russia rischia il default in pochi mesi e l’insolvenza. 

Fin qui abbiamo delineato la teoria. 

La pratica ha visto il regolare pagamento dei propri corrispettivi in euro e dollari da parte di Mosca e le restrizioni, anche se hanno portato un danno all’economia russa, sono state anche un boomerang soprattutto per quella europea. 

L’aumento del costo delle materie prime, energia e la commistione tra il tessuto artigianale e industriale europeo con il mercato russo hanno portato a grandi problemi nel settore finanziario e industriale europeo soprattutto di Germania, Francia ed Italia. 

Un esempio importante è quello di Unicredit che detiene una percentuale ingente di investimenti nelle società finanziarie russe ed è presente sul territorio in modo significativo, o anche del settore calzaturiero che esporta per il 70% in Russia i propri prodotti e che si è visto togliere dall’oggi al domani il mercato della superpotenza sovietica. 

Vladimir Putin
Vladimir Putin

La contromossa: gas russo da pagare in rubli

Le sanzioni non hanno fatto in tempo a creare scompiglio che già il Cremlino ha raggiunto una soluzione e non era così scontata. 

Mosca infatti ha tirato fuori dal cilindro un semplice escamotage che entrerà in vigore dalla settimana prossima secondo quanto trapelato. 

I pagamenti delle forniture di energia (gas e petrolio su tutti) ai paesi ostili saranno accettati solo e soltanto in rubli. 

Due settimane fa infatti Putin ha stilato un elenco di paesi ostili ai quali saranno applicate sanzioni da parte della Russia. 

L’obbligo di pagamento di gas ed energia in generale in rubli è una di queste. 

I paesi ritenuti non ostili ovviamente potranno continuare a pagare rispettando gli accordi preesistenti per cui anche in dollari.

Questa mossa di fatto azzera i danni provocati dalle sanzioni per due motivi principalmente.

Il prezzo del gas che si è apprezzato di ulteriori 15€/mwh potrà essere pagato in rubli e quindi il paese compratore non solo potrà mantenere un asset e continuare ad avere rapporti con Mosca ma lo pagherà enormemente meno (addirittura meno di prima della pandemia) a causa del cambio favorevole (Rublo a 0,0093€). 

L’altro motivo è quello che questa mossa implica un aumento degli scambi del rublo nel mondo che infatti ha già recuperato due terzi del valore perso a seguito dell’invasione (in fase pre guerra il Rublo era a 0,0120€). 

Esiste anche un altro motivo, taciuto finora ma che forse è l’asso nella manica del Cremlino.

Con il Rublo a 0,0093 ma anche a quotazione pre-crisi nessun paese al mondo è competitivo in termini di prezzo come la Russia proprio per via del cambio e questo di fatto mette fuori mercato tutto il resto della concorrenza, Stati Uniti d’America su tutti. 

Le reazioni 

La notizia del decreto di Putin ha creato uno tsunami di reazioni scomposte. 

I potenti dell’occidente, i leader europei su tutti hanno fatto trapelare un certo stupore e si sono trovati spaesati da questa contromossa. 

Lo stesso Mario Draghi, fresco del discorso alla Camera e dell’audizione di Volodimyr Zelensky non si aspettava questa reazione di Mosca. 

Per voce di uno dei suoi consiglieri (Giavazzi) ha fatto trapelare che l’Italia non dovrebbe evadere questo pagamento in rubli poiché sarebbe un favore alla Russia e un modo per aggirare le sanzioni.

George Michael Belardinelli
George Michael Belardinelli
Ex Corporate manager presso Carifac Spa e successivamente Veneto Banca Scpa, blogger e Rhumière, negli anni si appassiona alla filosofia e alle opportunità che l'innovazione e i mezzi di comunicazione ci mettono a disposizione, in fissa con il metaverso e la realtà aumentata
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