Banca d’Italia impedisce a N26 di aprire nuovi conti in Italia e di fornire nuovi prodotti (tra cui le crypto) ai clienti già esistenti. N26 ha intrapreso un percorso per risolvere tali carenze e sbloccare la situazione.
Summary
Il divieto di Banca d’Italia imposto su N26
Ieri la Banca d’Italia ha imposto alla succursale italiana di N26 Bank il blocco dell’apertura di nuovi conti e dell’operatività dei conti non verificati a causa di carenze nell’antiriciclaggio dell’azienda.
Nel comunicato ufficiale si legge che il 28 marzo 2022 ha comminato alla mobile bank tedesca il divieto di intraprendere operazioni con nuova clientela (attraverso l’apertura di nuovi rapporti continuativi o l’effettuazione di qualsivoglia operazione, anche occasionale, con clientela non già censita alla medesima data), nonché il divieto di offerta di nuovi prodotti e servizi alla clientela esistente (ad es. crypto assets).

Quindi il comunicato cita esplicitamente le criptovalute come uno dei nuovi prodotti che non devono più essere offerti alla clientela.
Banca d’Italia afferma di aver adottato tale provvedimento a seguito di verifiche ispettive condotte tra ottobre e 17 dicembre 2021, dalle quali sono emerse significative carenze nel rispetto della normativa in materia di antiriciclaggio.
Il problema quindi riguarda la verifica dell’identità dei clienti e la tracciabilità delle loro operazioni.
La risposta dell’online bank tedesca
Tuttavia Banca d’Italia aggiunge che N26 Bank ha già avviato alcune iniziative per rimediare alle carenze riscontrate, ed infatti si riserva di verificare in futuro il pieno superamento delle anomalie riscontrate, eventualmente per rivedere questo suo provvedimento
Il problema pertanto parrebbe in via di risoluzione, tanto che la sospensione potrebbe essere solo momentanea. La banca tedesca però dovrà dimostrare di aver preso tutti i provvedimenti richiesti per poter tornare ad operare in Italia.
Il passato con il rispetto delle norme AML
N26 però ha già avuto problemi simili in passato. L’anno scorso è finita nel mirino dell’Autorità federale di vigilanza finanziaria tedesca (BaFin) che l’ha multata per 4,25 milioni di euro per non aver segnalato in tempo attività sospette. L’ambito è sempre quello delle leggi antiriciclaggio (AML).
BaFin aveva messo nel mirino N26 già dal 2019, quando per ben due volte ordinò all’azienda di rafforzare la sua prevenzione per il rischio di riciclaggio di denaro. In seguito addirittura istituì un supervisore speciale per monitorarla.
Simili avvertimenti sono arrivati anche a maggio 2021, chiedendo di correggere carenze relative sia al monitoraggio informatico che alla verifica della clientela.
È possibile che N26 riesca a risolvere queste problematiche, ma le continue battute d’arresto potrebbero peggiorare non di poco l’esperienza utente.