Qualora l’Europa dovesse continuare a perseguire politiche sanzionatorie nei confronti del Cremlino, la Russia potrebbe colpire obiettivi strategici all’interno della zona.
Summary
L’intervista a Sergej Karaganov: Russia ora anche contro l’Europa
L’intervista del Corriere della Sera al capo del Consiglio di politica estera e della Difesa, già consigliere di Putin e amico di lunga data del ministro della difesa russo Lavrov, ha del surreale in senso lato e ancor di più nonostante il contesto che viviamo.
Sergej Karaganov, in una lunga intervista alla testata giornalistica italiana ha infatti sciorinato una tesi che mette sul piatto un imminente escalation del conflitto qualora i paesi della Nato e dell’Unione Europea dovessero continuare nel perseguire politiche sanzionatorie nei confronti del Cremlino.
Una reiterata politica di sanzioni a Mosca infatti, l’eventuale blocco del gas in entrata e non meno importante l’invio di armi a Kiev, porterebbero secondo il navigato Karaganov a un’escalation del conflitto che non preclude anzi necessita di colpire obiettivi strategici all’interno dell’Europa (basi, centri di approvvigionamento, aeroporti, porti ecc..) così da raffreddare gli “entusiasmi” nei confronti dell’Ucraina.
Non avremmo mai pensato di sentire parole del genere ne avremmo mai pensato di preoccuparci ancora di un conflitto che potrebbe assumere una portata mondiale nel territorio europeo, tuttavia siamo preparati anche a questo.
Il Capo del consiglio di Politica estera e difesa infatti continua asserendo che l’Europa oramai ridotta come entità vassallo al giogo degli Stati Uniti e della Nato è ovviamente dotata di eserciti in numero ed armi sufficienti ma la loro coordinazione è un punto debole oltre al fatto che le forse sono mal distribuite ne è un esempio l’Italia.
Il bel paese secondo Karaganov infatti non ha chance contro una superpotenza come la Russia e non si può difendere autonomamente previa autorizzazione degli americani che potrebbero anche decidere di non avallare una risposta sia difensiva che non a fronte di un eventuale attacco, ad esempio, a una base in Italia per bloccare un escalation.
Questo comportamento potrebbe rapidamente portare al cessate il fuoco e alla pace ma creerebbe un precedente importante.
Le frasi dell’esponente russo sono importanti e pericolose ma ufficiali, come reagiranno i mercati e cosa succederebbe se davvero questo accadesse?
Le reazioni dei mercati e gli scenari
L’intervista al Corriere è di Venerdì 9 aprile, i mercati come avranno reagito?
A una prima impressione non sembra ci siano stati particolari segnali di preoccupazione né in ambito valutario quanto in ambito borsistico.
La notizia sembra essere passata sotto gamba o ad ogni modo si ritiene sia più una provocazione che un tentativo celato di previsione o descrizione degli eventi futuri.
In sostanza i mercati non credono alle parole dell’ex consigliere personale di Putin anche se il vero banco di prova sarà la giornata di oggi in cui le borse e i valori delle valute potrebbero subire un po’ di ripercussioni.
Ovviamente siamo nel campo delle ipotesi.
Sia il Dow Jones (+0,4%) sia il Nasdaq (+0,23%) avevano chiuso in verde nella giornata di venerdì, staremo a vedere oggi.
Tra l’11 e il 15 di aprile inoltre, saranno pubblicati diversi dati importanti relativi alla BCE e all’inflazione negli USA.
Anche le valute non sembrano aver subito scossoni dalle altisonanti parole di Mosca ma quali sarebbero gli scenari in caso di missili verso uno stato europeo? Le ipotesi sostanzialmente sono due.
Rafforzamento del dollaro e svalutazione dell’euro e conseguente crescita di valore di Yuan e altre valute trasversali e beni rifugio, oppure una debacle sia dell’Euro che del Dollaro americano che porterebbe a una crisi globale senza precedenti oltre al fallimento dell’occidente per come lo conosciamo.
In entrambi i casi insomma non c’è da stare allegri quello che è certo è che uno scenario bellico allargato stringerebbe sempre più i cordoni e ci porterebbe in un mondo dove l’oro tornerebbe leader incontrastato (e forse riconsiderato come sottostante alla base del valore delle varie valute così come era un tempo) e le criptovalute sarebbero sempre più l’ancora di salvataggio degli stati e degli scambi internazionali e personali.