Stando ai dati di Google Trends, il termine di ricerca “Bitcoin is Dead” ha raggiunto un ATH, toccando un massimo di 100 su 100 lo scorso 18 giugno.
Summary
Google Trends registra un nuovo picco per la ricerca “Bitcoin is Dead”
Ormai è chiaro. Il sentiment generale di mercato è totalmente negativo. Lo confermano i dati di Google Trends che registrano un picco massimo per la frase di ricerca “Bitcoin is Dead”.
Come si evince dall’immagine di sopra, i maggiori volumi di ricerca derivano da Canada, Stati Uniti e Regno Unito.
È risaputo come l’andamento dell’asset in questione influenzi il sentiment generale di mercato. Gli investitori meno esperti non sono quasi mai razionali e le loro scelte sono guidate principalmente dalle emozioni.
Quando i prezzi raggiungono nuovi massimi e ci si trova in una fase rialzista prolungata, l’entusiasmo e l’euforia fanno da padrone. Al contrario, quando si assiste ad un crollo del genere, così sostenuto, le persone iniziano ad avere paura e a perdere fiducia nelle loro scelte di investimento.
Per confermare questa tesi basta ricorrere ai dati registrati dal Fear and Greed Index, che al momento è pari a 9, livello che indica “paura estrema”.
Sentiment analysis spiegata in breve
Ovviamente, anche il tipo di ricerca cambia in base all’andamento dell’asset. Durante una fase bull si può notare come la maggior parte delle persone ne parli in senso positivo. Ora, a quanto pare, pensano tutti che Bitcoin sia morto. Quindi, ancora una volta, sono i rendimenti a guidare le emozioni, e viceversa!
In un mercato così irrazionale come quello delle criptovalute non è difficile credere che sia il sentiment generale a guidare in gran parte il prezzo di un asset digitale. Esistono, infatti, diversi studi che trovano applicazioni nel campo del Natural Language Processing (NLP). L’obiettivo è di predire il rendimento a breve termine sfruttando complessi modelli di machine learning, utilizzando come base la “sentiment analysis”.
“Bitcoin is Dead”: le perdite registrate da Glassnode e le “morti” di BTC
Negli ultimi giorni Bitcoin ha rotto il famoso supporto dei $20.000, arrivando a toccare un minimo di $17.593. A questo punto, è facile capire come un totale sentiment negativo si sia trasformato in una vendita massiccia dell’asset detenuto.
Glassnode, una delle principali società di analisi crypto, ha condiviso su Twitter un thread dove spiega nel dettaglio cosa è successo negli ultimi tre giorni:
The last three consecutive days have been the largest USD denominated Realized Loss in #Bitcoin history.
Over $7.325B in $BTC losses have been locked in by investors spending coins that were accumulated at higher prices.
A thread exploring this in more detail 🧵
1/9 pic.twitter.com/O7DjSK2rEQ— glassnode (@glassnode) June 19, 2022
Gli investitori, che avevano comprato a prezzi ben più alti, hanno realizzato sul mercato una perdita totale di $7,325 miliardi, definita come la più grande nella storia del Bitcoin.
I necrologi sul Bitcoin
Curioso anche il caso del portale 99bitcoins, che registra quante volte Bitcoin sia morto in un dato periodo di tempo. La lista dei necrologi riportata sul sito, indica come BTC sia “morto” 15 volte nel 2022, e 455 volte nel corso della sua storia.
Viene definito “Bitcoin Obituary” qualsiasi contenuto che esprima in modo esplicito la fine del Bitcoin, definendolo per esempio come inutile o privo di valore.
L’ultima fonte risale ad un tweet del famoso economista Peter Schiff, da sempre contro la regina delle criptovalute:
Long-term Bitcoin #HOLDers aren't worried as they've been through 73% declines before. But previous declines didn't involve anywhere near the total market cap lost during this decline, nor did they involve massive leverage. This crash is just beginning. #Bitcoin will not recover.
— Peter Schiff (@PeterSchiff) June 18, 2022
In questo caso la morte è stata registrata dalla frase “Bitcoin will not recover”, contenuta alla fine del suo tweet. La sua prospettiva sul mercato delle criptovalute rimane comunque abbastanza chiara:
“… Questo crollo è solo l’inizio. #Bitcoin non recupererà.”