A pochi giorni dallo scoppio del conflitto in Ucraina, e del varo delle prime dure sanzioni economiche alla Russia, che aveva invaso il paese, un politico d’alto rango della Duma aveva lasciato intendere che il paese avrebbe valutato anche la possibilità di accettare pagamenti in cripto in cambio di petrolio e gas.
Summary
Russia: la possibilità di accettare Bitcoin
Pavel zavalny, che dirige la commissione energia del parlamento russo aveva dichiarato che la Russia avrebbe valutato attentamente la possibilità di accettare anche i pagamenti in Bitcoin sulle transazioni internazionali.
Ma molti avevano sostenuto che questo tipo di pagamenti avrebbe avuto un importante ostacolo dal fatto che la Cina, che è un importantissimo partner commerciale per la Russia, soprattutto dopo lo scoppio del conflitto in Ucraina, ha vietato qualsiasi attività legata alle criptovalute. E poi le grandi oscillazioni di prezzo che si verificano sui mercati delle criptovalute, rendono le valute digitali molto più rischiose e volatili rispetto al dollaro.
Nei giorni scorsi la Reuters, citando l’agenzia di stampa russa Interfax, aveva riferito che il governo russo stava aprendo una seria riflessione sull’opportunità o meno di usare le criptovalute nelle transazioni internazionali.
“L’idea di utilizzare le valute digitali nelle transazioni per gli insediamenti internazionali è in fase di discussione”
aveva affermato all’agenzia di stampa, Ivan Chebeskov, capo del dipartimento di politica finanziaria del ministero delle finanze.
Pagamenti crypto in Russia solo per piccoli pagamenti
La discussione in realtà va avanti da alcuni mesi, e riguarda un ampio disegno di legge per regolamentare tutto il settore delle criptovalute in Russia, che a causa delle sanzioni imposte dalla comunità internazionali, stanno diventando un asset alternativo per i pagamenti tradizionali.
Ma adesso sembra arrivare dal ministero delle finanze russo la notizia che le criptovalute potrebbero essere utilizzate per piccoli pagamenti, ma non per pagamenti legati ad export di materie prime o altri beni. Questa decisione sembrerebbe la naturale conseguenza di quello che appare come un deciso cambiamento in queste ultime settimane da parte delle autorità russe verso il mondo delle criptovalute.
Ai primi di Giugno si è sparsa la voce che fosse stata presentata una proposta di legge alla Duma per vietare le criptovalute, sul modello cinese. Secondo il Capo della Commissione della Duma finanza e mercati, Anatoly Aksakov i servizi di intelligence americani potrebbero controllare i mercati delle valute digitali, e questo chiaramente sarebbe un motivo più che valido per i russi per vietare del tutto qualsiasi transazioni nel paese.
Difficile capire come si muoverà il parlamento e il governo nelle prossime settimane sulla materia. E’ però probabile che la banca centrale possa accelerare sul progetto di rublo digitale, che potrebbe essere un primo possibile tentativo per smarcarsi dallo strapotere del dollaro sui mercati internazionali.