Per far fronte al crollo del rublo e alle sanzioni imposte, la Russia sta pensando di accettare il bitcoin come mezzo di pagamento per le forniture di gas e petrolio.
Summary
La Russia propone di sostituire la valuta locale con il Bitcoin per il pagamento di risorse energetiche
Dopo aver proposto il pagamento di gas e petrolio in rubli da parte dei paesi che acquistano le forniture energetiche del paese, scatenando la reazione della comunità europea che ha definito la proposta come una palese violazione dei contratti in essere, ora la Russia potrebbe proporre il bitcoin come mezzo di pagamento per gas e petrolio.
Pavel Zavalny, che dirige la commissione per l’energia della Duma russa, ha affermato giovedì scorso che il paese sta esplorando modi alternativi per ricevere pagamenti per le esportazioni di energia. Afferma infatti che:
“Da molto tempo proponiamo alla Cina di passare agli accordi in valute nazionali per rubli e yuan. Con la Turchia saranno lire e rubli”
Nello stesso discorso ha anche fatto cenno espressamente alla possibilità di usare pagamenti alternativi come Bitcoin.
Secondo alcuni analisti il fatto di accettare le criptovalute potrebbe essere in queste condizioni un grande vantaggio per la Russia. David Broadstock, ricercatore senior presso l’Energy Studies Institute di Singapore afferma che:
“La Russia sta subendo molto rapidamente l’impatto di sanzioni senza precedenti. C’è bisogno di sostenere l’economia e, in molti modi, Bitcoin è visto come un asset ad alta crescita”
Il rischio legato all’utilizzo del Bitcoin contro la volontà di slegarsi dal dollaro
Ma nello stesso tempo, sempre secondo l’esperto, la grande volatilità del prezzo del Bitcoin e il fatto che l’uso delle criptovalute sia vietato in Cina, uno dei principali partner commerciali della Russia, rappresenterebbero un grande rischio.
D’altra parte è almeno dal 2014, anno delle prime sanzioni imposte a causa dell’annessione della Crimea, che la Russia cerca in tutti i modi di slegarsi dal dollaro. E le criptovalute potrebbero offrire al paese una valida alternativa per creare un sistema di pagamenti alternativi a quello tradizionale che continua ad essere fondamentalmente incentrato sul dollaro americano. A febbraio nella Duma è stato presentato un primo progetto di legge per regolamentare il settore delle crypto. A Novembre invece, la Banca centrale aveva annunciato i primi test su un nuovo rublo digitale, che secondo alcuni esperti potrebbe avere un’accelerazione già quest’anno proprio a causa dello scoppio della guerra.
Ma anche il presidente Putin in passato aveva avuto parole positive riguardo le criptovalute, definendo per esempio il mining di Bitcoin come un‘attività conveniente.
Secondo Nic Carter, co-fondatore di Coin Metrics, la Russia starebbe cercando, proprio grazie alle sue grandi esportazioni di gas e petrolio, di diversificare il pagamento in altre valute che non siano il dollaro, includendo le valute digitali. Carter dice:
“Hanno qualcosa di cui il mondo ha bisogno. La Russia è l’esportatore n. 1 di gas naturale a livello globale”
Ma anche i cittadini russi potrebbero usare le criptovalute per i pagamenti e per evitare in qualche modo le dure sanzioni imposte al paese e il conseguente crollo della valuta locale. Brian Armstrong, amministratore delegato di Coinbase, ha detto nei giorni scorsi:
“Alcuni russi ordinari stanno usando le criptovalute come un’ancora di salvezza ora che la loro valuta è crollata”