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La Russia risulta inadempiente su debito estero

Il 27 giugno la Russia si è resa disponibile al pagamento delle incombenze in rubli e ciò è bastato a decretare il default del Cremlino.

La dichiarazione di un presunto default della Russia

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Le sanzioni e la posizione debitoria nei confronti dell’estero mettono in difficoltà la Russia

In data 27 giugno 2022, Mosca si è rifiutata, o meglio è stata tecnicamente impossibilitata, al pagamento delle incombenze verso i Paesi stranieri.

Il debito scaduto verso l’estero ammonta a un totale di 100 milioni di dollari e avendo la possibilità di essere pagato solo in dollari, i Paesi esteri hanno evocato il default, anche se è subito smentito da Mosca.

Praticamente, il mancato pagamento dipende da un impedimento scaturito dalle sanzioni al Paese trans-continentale. È la prima volta dal 1918 che il Cremlino non adempie a un pagamento verso l’estero. 

Tra domenica e lunedì è venuta meno la finestra temporale di trenta giorni durante la quale era possibile evadere il pagamento delle obbligazioni, che a questo momento non è ancora avvenuto a causa della volontà della Russia di saldare in rubli. 

In sostanza, i soldi ci sono ma non nella valuta fiat che ci si aspetta, e si rimane in attesa delle agenzie di rating per capire come si stia valutando la situazione, ovvero se uno Stato possa venir dichiarato in default quando è privo di risorse o anche se queste divergono solo per valuta. 

Anton Siluanov, ministro delle finanze russo, ha spiegato:

“Chiunque può dichiarare quello che vuole e può provare ad attaccare alla Russia qualsiasi etichetta. Ma chiunque capisca la situazione sa che non si tratta in alcun modo di un default”.  

Terminano le riserve valutarie estere per il Paese di Putin

Il mancato pagamento non è dipeso solo da una divergenza di valuta, che sarebbe potuta essere aggirata da una normale operazione finanziaria, ma anche dal fatto che il Paese di Putin è stato di fatto estromesso dal sistema di pagamenti internazionale. Di fatto sono i Paesi stranieri che non consentono alla Russia di spedire pagamenti. 

Questa paradossale situazione potrebbe portare alla cancellazione di 100 milioni di debito (nel caso specifico) poiché non mancano né le risorse né l’intento, ma da parte del ricevente vi è un rifiuto alla transazione.

Gli investitori, se così saranno interpretate le cose, sarebbero difficilmente domabili. 

Gli economisti del Nomura Research Institute hanno così spiegato ai microfoni di Bloomberg:

“Una dichiarazione di default è un evento simbolico. Il governo russo ha già perso l’occasione di emettere debito denominato in dollari. Già da ora, la Russia non può prendere in prestito dalla maggior parte dei paesi stranieri”.

George Michael Belardinelli
George Michael Belardinelli
Ex Corporate manager presso Carifac Spa e successivamente Veneto Banca Scpa, blogger e Rhumière, negli anni si appassiona alla filosofia e alle opportunità che l'innovazione e i mezzi di comunicazione ci mettono a disposizione, in fissa con il metaverso e la realtà aumentata
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