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L’inflazione cresce ancora

Sono usciti i nuovi dati sull’inflazione redatti dal Bureau of Labor Statistics e non sono per nulla rassicuranti. 

L’inflazione agita i mercati

Il dato sul CPI Americano raggiunge il 9,1% superando le previsioni degli analisti di Bloomberg che lo davano intorno all’8,8%. 

La notizia agita i mercati che, anche se in parte hanno scontato questo periodo di grande inflazione, a seguito degli interventi degli ultimi sei mesi della Fed, si aspettavano un dato diverso. 

Wall Street non è l’unica a preoccupare e gli analisti prevedono che visto l’ultimo anno e mezzo di correlazione anche Bitcoin, Ethereum e le altre Crypto subiranno un devalue importante. 

Si prevedono storni di un ulteriore 15% / 20% per S&P 500 e Nasdaq e addirittura di un 40% / 50% per il mondo Crypto che porterebbe l’oro digitale a livelli che non vedevamo da tempo intorno a quota 10.000 dollari americani. 

La Casa Bianca minimizza l’accaduto correndo ai ripari

Il presidente Joe Biden ha spiegato come il dato sull’inflazione che risulta essere molto superiore alle aspettative in realtà è già stato superato dai fatti.

Nella tesi del Presidente degli Stati Uniti d’America trova spazio l’idea secondo cui il dato sul CPI non tenga conto dei prezzi di petrolio e soprattutto del gas dell’ultimo mese che sono migliorati seppur leggermente. 

Questo segnale porterebbe a pensare, spiega Biden, che l’inflazione sia a un giro di boa e che in realtà stia per cambiare direzione, in sostanza se le trimestrali confermeranno i dati negativi sul Pil saremo in recessione tecnica ma nella sostanza ne staremmo già venendo fuori grazie alle politiche monetarie aggressive della Banca Centrale del paese. 

Questo sarà un mese importante per tutto il resto dell’anno, sono appena usciti i dati sul CPI, ma non sono gli unici dati ad interessare gli investitori, a luglio usciranno anche quelli sul Pil del secondo trimestre e stanno iniziando ad uscire anche le trimestrali delle aziende più importanti. 

Questa serie di dati getterà nuova luce sulla situazione e ci darà una lettura chiara dello stato di salute dell’economia mondiale. 

Se anche i dati sul Pil oltre quelli cul CPI si confermano negativi o comunque al di là delle aspettative l’economia americana entrerà tecnicamente in recessione e questo influenzerà di certo anche l’Asia e il vecchio continente. 

Bitcoin Magazine ieri sera in un tweet ha elencato alcuni dati sull’inflazione che riguardano un campione di paesi da ogni parte del mondo evidenziando come un 9,1% possa mandare in crisi gli Stati Uniti d’America ma 78,6% della Turchia ed un 167% del Venezuela non siano sufficienti ancora per decretare la morte di un economia. 

I dati vanno sempre presi con le pinze poiché i contesti, le capacità economiche e finanziarie sono differenti e soprattutto sono differenti fondamentali e capacità di reazione. 

Gli analisti prevedono che la prima economia del mondo sta per subire uno storno importante sui mercati a causa anche di questo dato sul CPI e probabilmente porterà con sé un effetto domino che interesserà anche l’Europa. 

L’agente di cambio, imprenditore e commentatore radiofonico  Peter Schiff ha evidenziato come un inflazione di tale portata si riverserà con grande violenza sul settore immobiliare e che il dato sull’aumento delle rate del 5,6% sia sottostimato ma rappresenti.

George Michael Belardinelli
George Michael Belardinelli
Ex Corporate manager presso Carifac Spa e successivamente Veneto Banca Scpa, blogger e Rhumière, negli anni si appassiona alla filosofia e alle opportunità che l'innovazione e i mezzi di comunicazione ci mettono a disposizione, in fissa con il metaverso e la realtà aumentata
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