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Gli NFT possono diventare eco friendly

Gli NFT sono nati nel lontano 2014, ma hanno raggiunto il massimo successo solo nell’ultimo anno e mezzo.

Oggi infatti i Non Fungible Token sono conosciuti non solo dai più esperti del settore fintech, ma anche da chi questo mondo si limita solo ad osservarlo.

La popolarità degli NFT è stata accompagnata però anche da grandi dubbi e preoccupazioni riguardo l’impatto ambientale che gli stessi non fungible token possono avere sul nostro pianeta.

Da qualche tempo la community crypto ha dovuto rispondere a domande riguardanti l’impatto delle crypto e degli NFT sull’ambiente, cercando di lavorare su tutte le possibili alternative per abbattere questo enorme problema.

L’impatto ambientale dei token è oltretutto una barriera di arresto per una grande fetta di investitori e di istituzioni, cosa da non sottovalutare in una prospettiva a lungo termine.

Le possibili alternative eco-friendly per gli NFT

Il PoS

Finalmente, dopo averne parlato per molto tempo, qualche giorno fa è avvenuto il tanto atteso Merge.

Il cambiamento più grande ed impattante è avvenuto.

Con il merge Ethereum è passato da un meccanismo di consenso di proof-of-work ad uno di proof-of-stake.

Per tutto l’ecosistema crypto, soprattutto per chi ci lavora, questo traguardo rappresenta una grandissima vittoria e un punto di partenza per rendere ancora più facilmente mainstream il Web 3.0.

Per chi non lo sapesse, con questo passaggio sarà possibile limitare fortemente l’impatto ecologico che il funzionamento della blockchain ha sull’ambiente. 

Secondo Tim Beiko, il coordinatore degli sviluppatori del protocollo di Ethereum, il passaggio di Ethereum al proof-of-stake riuscirà a ridurre il suo impatto ambientale del 99,9%.

Michel Rauchs, un affiliato di ricerca presso il Cambridge Center for Alternative Finance, afferma:

“Ciò significherebbe essenzialmente che il consumo di elettricità di Ethereum letteralmente nell’arco di un giorno o durante la notte scenderà quasi a zero”.

Detto questo, va da sé che a beneficiare di questo grande passaggio sarà anche il mondo degli NFT.

I token non fungibili vengono scambiati su diverse marketplace che si appoggiano a molteplici blockchain ma la più utilizzata è quella di Ethereum.

Layer 2

Gli NFT possono essere più sostenibili sfruttando il layer 2.

Attraverso il layer 2 infatti il numero di transazioni richieste sulla blockchain viene ridotto notevolmente. 

Crediti di carbonio

Questa terza soluzione non risolverebbe il problema alla radice ma aiuterebbe a limitarne i danni.

Se non si può essere totalmente eco friendly una soluzione che minimizzerebbe i danni potrebbe essere rappresentata dai crediti di carbonio.

Si potrebbe stabilire che una parte dei profitti realizzati dalla compravendita degli NFT debba, in qualche modo, essere destinata all’acquisto di crediti di carbonio, crediti che aiutano a ridurre l’impatto delle emissioni di carbonio sull’ambiente.

Energia rinnovabile

Infine, la soluzione più ovvia al problema delle emissioni di carbonio degli NFT, è l’utilizzo di energia pulita. Se più macchine di mining utilizzassero energia pulita, le emissioni diminuirebbero significativamente.

Purtroppo però questa soluzione è realizzabile solo in parte.

Gli esperti sostengono infatti che l’energia proveniente dalle fonti rinnovabili è ancora scarsa e preziosa e dev’essere utilizzata per soddisfare prima di tutto bisogni più importanti: riscaldamento e illuminazione.

Si può dire quindi che il processo per rendere gli NFT e tutto l’ecosistema più eco friendly è stato avviato, raggiungendo anche traguardi importanti (come quello del merge). 

Ci sono però ancora tanti aspetti che si possono migliorare e che richiederanno ancora un po’ di tempo e di lavoro da parte dei più grandi sostenitori.

Martina Canzani
Martina Canzani
Laureata in Legge all'Università degli Studi di Milano. Concluso il percorso accademico ha iniziato ad interessarsi al mondo della blockchain, trovando in quest'ultimo un potente strumento di riscatto. La passione si è poi trasformata in lavoro, ora infatti investe in progetti early-stage di finanza decentralizzata e DAO e scrive articoli raccontando tutte le news riguardanti il mondo crypto.
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