HomeCriptovaluteBitcoinMicroStrategy investe altri 6 milioni in Bitcoin

MicroStrategy investe altri 6 milioni in Bitcoin

Ieri MicroStrategy ha presentato un documento alla SEC per avvisare di aver investito altri 6 milioni di dollari in Bitcoin. 

Microstrategy continua con i suoi investimenti in bitcoin

Nel documento si legge che, nel periodo compreso tra il 2 agosto ed il 19 settembre 2022, la società ha acquisito circa 301 BTC con una spesa di circa 6,0 milioni di dollari in contanti, ad un prezzo medio di circa 19.851$. 

Quest’ultimo dato è interessante perchè significa che gli acquisti sono stati fatti principalmente quanto il prezzo di Bitcoin era inferiore a 20.000$. 

È ormai da metà giugno, ovvero da più di tre mesi, che il prezzo oscilla attorno a questa soglia, e MicroStrategy ne ha approfittato per fare nuovi acquisti in particolare in quei momenti in cui il prezzo era sotto tale soglia. 

Questa volta la società per acquistare BTC ha utilizzato “denaro in eccesso”. 

Non bisogna dimenticare che MicroStrategy ormai non tiene più il denaro in eccesso in cassa sotto forma di dollari, o altre valute fiat, ma per l’appunto in Bitcoin. Quindi è piuttosto scontato che quando ne ha decida di convertirlo in BTC, soprattutto in quei momenti in cui il prezzo di acquisto dei BTC è basso. 

Complessivamente ora detiene circa 130.000 BTC, acquisiti con un costo totale di circa 3,98 miliardi di dollari, ovvero con un prezzo medio di acquisto di circa 30.639$. 

Ai livelli attuali si tratta nel suo complesso di un prezzo medio di acquisto piuttosto alto, considerando che la società iniziò ad acquistare BTC ad agosto 2020 ad un prezzo di circa 12.000$. 

C’è una logica anche in questa strategia

Quando MicroStrategy decise di non tenere più le proprie riserve di denaro in dollari, sostituendo per questo utilizzo la valuta fiat con Bitcoin, ha di fatto anche inevitabilmente deciso di convertire in BTC l’eventuale nuovo denaro che dovesse entrare in riserva. 

La società produce evidentemente utili che vengono accantonati come riserva, e secondo la loro strategia attuale iniziata due anni fa, non appena li accantona li converte in Bitcoin. In altri termini quando decide di accantonare delle riserve in denaro come prima cosa utilizza quel denaro per acquistare BTC, e poi in cassa accantona come riserva proprio i BTC acquistati in questo modo. 

Con tale strategia nel corso di due anni abbondanti ha utilizzato circa 3,98 miliardi di dollari per accantonare come riserva circa 130.000 BTC, dal valore complessivo attuale di circa 2,46 milioni di dollari. 

Si tratta quindi per ora di una strategia che ha prodotto una perdita di 1,51 miliardi di dollari, pari al 38% del capitale investito. 

MicroStrategy per ora non ha mai effettuato grosse vendite dei BTC acquistati, anche perchè sembra proprio non ne abbia bisogno dato che continua a produrre accantonamenti di cassa. Probabilmente la speranza è che in futuro il valore di mercato di Bitcoin possa risalire, e quindi sul lungo periodo questa strategia si possa trasformare in redditizia. 

Ad esempio se il prezzo di mercato fosse quello di inizio maggio, MicroStrategy sarebbe in guadagno di 1,21 miliardi di dollari, ovvero il 31% del capitale investito. 

Il prezzo di Bitcoin sul breve periodo è volatile, ma lo è ancora di più sul lungo periodo, quindi potrebbe assolutamente accadere prima o poi che la strategia della società torni in utile, così come è possibile che in seguito possa anche tornare in perdita, e così via. 

Invece l’errore che spesso si fa cercando di interpretare gli acquisti di MicroStrategy è quello di pensare che si tratti di speculazione. 

Gli speculatori comprano solo per vendere, nel più breve tempo possibile e con il maggior guadagno possibile. MicroStrategy invece accumula riserve convertendo i dollari che riesce ad accantonare in Bitcoin. 

Non è affatto detto che una tale strategia sia migliore o peggiore di quella puramente speculativa, ma in teoria sul lungo periodo dovrebbe essere meglio dell’alternativa di tenere accumulate le risorse in dollari. 

Sebbene le riserve in Bitcoin siano molto più rischiose, soprattutto se i BTC vengono acquistati durante le bullrun, le riserve in dollari hanno la caratteristica certa di produrre perdite. 

La differenza sta proprio nel fatto che le riserve in Bitcoin possono produrre sia perdite che guadagni, con un rischio elevato, mentre quelle in dollari sul lungo periodo producono invece sicuramente perdite, seppur contenute e con un basso livello di rischio. 

L’abbandono del dollaro 

MicroStrategy ha deciso di abbandonare completamente le riserve in dollari assumendosi un grosso rischio nel conservarle solo in BTC, ma è anche possibile una via di mezzo che consente di rischiare una quota anche minima delle proprie riserve investendo in Bitcoin, mantenendo il grosso delle riserve in fiat. In questo modo il rischio è molto contenuto, ma è possibile perlomeno sperare di compensare le inevitabili perdite delle riserve in fiat con eventuali guadagni in Bitcoin. 

Molti tra coloro che accantonano BTC come riserva lo fanno utilizzando la tecnica cosiddetta del Dollar Cost Averaging (DCA), ovvero una tecnica che prevede di acquistare BTC ad intervalli regolari, investendo ogni volta più o meno la stessa cifra in fiat, in modo da acquistare sia a prezzi alti che a prezzi bassi. Visto che sul lungo periodo il prezzo di Bitcoin in dollari tende a salire sopra la media storica, si spera che in questo modo il prezzo di acquisto alla fine risulti inferiore a quello di possibile vendita. 

In teoria, sebbene sia piuttosto difficile, si potrebbero ottenere risultati migliori evitando di acquistare quando il prezzo è elevato durante le grandi bullrun, e concentrando gli acquisti nei bear market. D’altronde fino ad ora il prezzo di Bitcoin ha sempre seguito il ciclo quadriennale del halving, quindi con un anno di grande bullrun seguito da un anno di bear market, un anno di rimbalzo, ed un anno di lateralizzazione. 

MicroStrategy ha optato per un DCA quasi classico, nel senso che sebbene non faccia acquisti regolari sempre con le stesse cifre, converte in BTC i dollari che accumula ogni volta che ne ha a disposizione, senza preoccuparsi troppo dei singoli prezzi di acquisto. In questo modo alla fine i circa 130.000 BTC acquistati sono stati presi nel complesso ad un prezzo medio di poco superiore ai 30.000$, ovvero un prezzo superiore a quello attuale ma in linea probabilmente con quello medio del bear market. 

Tuttavia se l’attuale fase difficile dei mercati crypto dovesse continuare, la società nei prossimi mesi avrà modo di continuare ad acquistare a prezzo inferiore, e nel caso in cui prima o poi il bear market finisse lasciando il posto ad un anno di rimbalzo, quella strategia che ora appare chiaramente in perdita potrebbe di colpo trasformarsi in una strategia in guadagno. 

Il fatto che durante l’evidente bullrun dell’anno scorso abbia continuato ad acquistare anche a prezzi molto alti, nonostante avesse iniziato ad acquistare a 12.000$, significa o che credevano che non ci sarebbe stato un pesante bear market come quello attuale, o che hanno scelto di proseguire con il DCA a prescindere dai prezzi di mercato. Potrebbe anche significare entrambe le cose, ovvero che si attendono sul lungo periodo un rimbalzo ed una nuova fase di crescita, ma allo stesso tempo che non intendono interrompere per nessun motivo il DCA. 

Marco Cavicchioli
Marco Cavicchioli
"Classe 1975, Marco è stato il primo a fare divulgazione su YouTube in Italia riguardo Bitcoin. Ha fondato ilBitcoin.news ed il gruppo Facebook "Bitcoin Italia (aperto e senza scam)".
RELATED ARTICLES

MOST POPULARS

GoldBrick