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Coinbase: problemi ai prelievi ieri

Ieri il noto exchange statunitense Coinbase ha avuto problemi con i depositi ed i prelievi. 

Problemi a depositi e prelievi di Coinbase risolti tempestivamente

Sulla pagina dello status del sito era comparso un avviso, ora rimosso, che annunciava il mancato funzionamento dei depositi e dei prelievi da e verso banche USA. 

Il problema era dovuto ad un malfunzionamento tecnico, ed a quanto pare era relativo solo alle interazioni con le banche USA, ovvero per quanto riguarda prelievi e depositi in dollari. 

Nel corso della giornata, dopo diverse ore, il problema è stato risolto. 

Nel momento in cui ha iniziato a circolare la notizia, ovvero ben prima che l’exchange ammettesse pubblicamente il problema, il prezzo di Bitcoin aveva subito un piccolo calo improvviso, passando da quasi 19.300$ a poco più di 19.000$ in meno di un’ora. 

Questo calo improvviso era dovuto probabilmente alla paura che la sospensione dei prelievi non fosse dovuta ad un problema tecnico, ma ad una decisione arbitraria dell’azienda. 

Non appena ha iniziato a circolare la notizia che si trattava di un problema tecnico il prezzo di Bitcoin è risalito a 19.250$ nel giro di mezz’ora. 

Tutto ciò è avvenuto poche ore prima che la società pubblicasse su Twitter la notizia ufficiale. 

In altre parole è possibile che le comunicazioni pubbliche di Coinbase siano arrivate con un leggero ritardo rispetto al manifestarsi del problema. In quelle poche ore in cui non vi era ancora nessuna comunicazione pubblica ufficiale a riguardo si è diffusa un po’ di paura sui mercati crypto, perché qualcuno temeva che il problema potesse essere più serio. 

Infatti, è già capitato in passato che exchange, o altri servizi crypto, fossero costretti a sospendere i prelievi per mancanza di sufficiente liquidità, e spesso in questi casi il problema alla fine si è rivelato essere molto serio. 

Invece, nel caso specifico di ieri non sembra affatto si sia trattato di un problema di liquidità. Tuttavia, in quelle poche ore in cui non ci sono state comunicazioni pubbliche ufficiali sui mercati è montata la paura che si potesse trattare proprio di un problema di liquidità. 

È bastata la rassicurazione pubblica dell’exchange sul fatto che si trattava solo di un problema tecnico a spazzare via queste paure nel giro di poche decine di minuti. 

Non è chiaro di che tipo di problema tecnico si sia trattato, ma visto che è stato completamente risolto nel giro di poco più di sei ore potrebbe essersi trattato di un problema relativamente semplice da risolvere. 

La finanza tradizionale fallisce dove le criptovalute riescono

Da notare che non solo il problema riguardava solo depositi e prelievi da e verso banche USA, ma non riguardava affatto i prelievi ed i depositi in criptovalute, a prescindere da dove fossero diretti i fondi. 

Ovvero, ieri Coinbase in realtà non ha sospeso i prelievi, ma per qualche ora ha impedito quelli in dollari rivolti verso conti bancari statunitensi. 

Forse bastava questa informazione per capire che non si trattava di una decisione arbitraria, ma probabilmente di un problema tecnico, anche perché i volumi di scambio in stablecoin solitamente sono comunque molto elevati. 

Tuttavia, Coinbase da questo punto di vista fa un po’ eccezione, perché le sue prime tre coppie di scambio per volumi sono in dollari (Bitcoin, ETH e SOL), mentre a livello globale le maggiori coppie di scambio sui mercati crypto non sono in dollari (USD) ma in Tether (USDT). 

Quindi visto che la valuta che circola di più su Coinbase è il dollaro americano, la sospensione dei prelievi in dollari è bastata a creare un poco di panico, anche se i prelievi in stablecoin, criptovalute o altre valute fiat non sono stati sospesi. 

Oltretutto, questo tipo di problemi su Coinbase non è comune, quindi gli utenti sono stati colti alla sprovvista. 

Quando la società ha comunicato pubblicamente l’esistenza del problema ha anche sottolineato che i depositi con le carte di debito e via PayPal non erano stati sospesi, facendo ben capire che il problema riguardava solo l’interazione tecnica con i conti bancari USA. 

Coinbase è una società quotata in borsa, quindi è obbligata a fornire informazioni importanti riguardo la sua operatività agli investitori. Ieri i mercati finanziari tradizionali erano chiusi, quindi il problema non ha avuto alcuna ripercussione sul prezzo delle azioni di Coinbase. 

COIN, le performance del titolo azionario in Borsa

A tal proposito va detto che attualmente il titolo non sembra godere di ottima salute in borsa. 

Basti pensare che nel corso del 2022 ha perso il 74% del suo valore, e se si risale al momento del collocamento, ad aprile dello scorso anno, il calo sale all’81%. 

Tranne a novembre 2021, quando il mercato crypto ha toccato il suo apice di sempre ed il titolo Coinbase è tornato sopra i 350$, si è trattato di una lunga discesa quasi costante, con un vero e proprio tracollo tra marzo e maggio di quest’anno. 

Nonostante ciò però pare che la società sia in salute, perlomeno da quanto ha fatto sapere, anche se ovviamente il bear market prolungato dei mercati crypto le sta creando dei problemi. 

Tuttavia per certi versi era previsto un bear market prolungato nel 2022, e non è certo il primo di tale portata che la società affronta. 

Va ricordato che la società esiste dal 2012, quindi quello che sta vivendo è il terzo grande bear market della storia dei mercati crypto, dopo quello del 2014/2015 e quello del 2018/2019. 

Non sembra pertanto né che sia impreparata ad affrontare l’ennesimo bear market, né che abbia problemi seri che ne mettano in discussione la sopravvivenza. Da tempo però circolano molte voci sul fatto che non sia affatto immune da problemi di carattere economico o finanziario. 

Ultimamente, però, la paura che possa avere problemi seri sembra essere un po’ svanita, tanto che a partire dalla metà di maggio il calo del titolo COIN in Borsa si è di fatto fermato. 

Probabilmente ciò che ha fatto scappare gli investitori nel corso dei primi mesi dell’anno era il timore delle conseguenze di una vera e propria implosione dei mercati crypto. Ma dato che questa implosione non c’è stata, ora la situazione sembra essere più sostenibile di quanto ci si immaginasse fino a maggio. 

Oltretutto il forte calo del 2022 del prezzo di Bitcoin è stato inferiore, in percentuale, sia a quello del 2014 che a quello del 2018, quindi in realtà ad oggi i mercati crypto sembrano godere di salute migliore rispetto a quella di cui godevano durante i precedenti scoppi delle grandi bolle speculative del 2013 e del 2017. 

Marco Cavicchioli
Marco Cavicchioli
"Classe 1975, Marco è stato il primo a fare divulgazione su YouTube in Italia riguardo Bitcoin. Ha fondato ilBitcoin.news ed il gruppo Facebook "Bitcoin Italia (aperto e senza scam)".
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