Qualche giorno fa Lex Fridman ha rilanciato su Twitter l’idea di dare un premio Nobel a Satoshi Nakamoto.
Satoshi Nakamoto should win the Nobel Prize.
— Lex Fridman (@lexfridman) October 10, 2022
La sua proposta ha ricevuto molti commenti positivi, tra cui anche quello di Michael Saylor.
Summary
Inizia a circolare l’idea di premiare Satoshi Nakamoto con un Nobel
Dal punto di vista strettamente tecnico non si può dare un premio Nobel né ad una persona anonima né ad una persona deceduta, quindi con le attuali regole non sarebbe possibile. Tuttavia la proposta ha basi solide, tanto che si potrebbe pensare ad un qualche riconoscimento postumo ufficiale per l’inventore di Bitcoin.
A dire il vero, nonostante sia scomparso dal 2011, non è detto che Satoshi sia morto. Circolano ancora diverse ipotesi sul fatto che possa essere vivo da qualche parte nel mondo, anche se il fatto che non abbia mai mosso nessuno dei suoi BTC noti fa davvero pensare che possa essere deceduto. Difficile che dopo tutto quello che è successo sia riuscito a tenersi tutto per sé ed a non uscire mai ed in alcun modo allo scoperto.
In realtà non sono pochi coloro che sostengono che dietro lo pseudonimo Satoshi Nakamoto potrebbe non celarsi una singola persona, ma un gruppo di persone, tuttavia le due ipotesi principali sulla sua vera identità (Hal Finney e Dave Kleiman) portano per l’appunto a due persone decedute.
Comunque sia, le attuali regole non permettono l’assegnazione di un premio Nobel né ad una persona sconosciuta, né ad una persona anonima, quindi ad oggi sembra proprio impossibile che una cosa del genere avvenga.
Perché c’è chi ritiene il lavoro di Satoshi degno del Nobel?
Ovviamente stiamo parlando del Nobel per l’economia, perché il protocollo Bitcoin elaborato da Satoshi Nakamoto potrebbe essere per certi versi equiparato ad uno studio matematico di finanza globale.
Ci sono in particolare due aspetti che colpiscono molto del lavoro di Satoshi: quello tecnologico e quello finanziario.
L’innovazione tecnlogica
Dal punto di vista più strettamente tecnologico, il protocollo Bitcoin è in assoluto il primo nell’intera storia dell’umanità che ha reso possibile la creazione e la sostenibilità di un sistema realmente decentralizzato per gestire una moneta.
Infatti, nonostante il protocollo Bitcoin sia totalmente privo di una singola fonte attendibile di informazioni, le informazioni riguardanti le transazioni registrate sulla sua blockchain sono assolutamente attendibili.
Bitcoin rende impossibile la falsificazione dei token, ovvero del denaro, ed allo stesso tempo consente a chiunque in piena e totale autonomia la verifica della correttezza di tutte le transazioni, senza bisogno di doversi affidare a nessuno (ovvero è trustless).
Mai in tutta la storia dell’umanità era stata possibile una simile cosa prima del 3 gennaio 2009, ovvero il giorno in cui Satoshi minò il primo blocco della blockchain di Bitcoin.
Sebbene questo aspetto specificatamente tecnologico non abbia necessariamente a che fare con l’economia e la finanza, in realtà però la sua principale applicazione è per l’appunto di carattere finanziario. Per questo motivo circola l’idea che l’inventore di Bitcoin sarebbe degno di ricevere un Nobel per l’economia.
La rivoluzione finanziaria
Dal punto di vista finanziario l’idea di Satoshi è rivoluzionaria. Infatti non è mai esistita fino ad ora una moneta fiat, ovvero senza collaterale, che non potesse essere prodotta in quantità arbitrarie da chi la emette e la gestisce. Anzi, a dire il vero prima dell’invenzione di Satoshi non è mai nemmeno esistita una moneta fiat non gestita da uomini, ma da un protocollo informatico fisso, rigido e di fatto immodificabile.
Se da un lato una moneta con supply fissa, o comunque con inflazione della massa monetaria prefissata, immodificabile, e tendente alla deflazione, potrebbe causare qualche problema come mezzo di pagamento, dall’altro però affiancarla a classiche monete fiat con supply variabile ed arbitraria può avere i suoi vantaggi.
Infatti ora le banche centrali possono in teoria creare quanta moneta vogliono, anche se ciò causa inflazione, perchè una moneta con supply praticamente fissa, immutabile e con natura deflattiva c’è. Una moneta come Bitcoin può non essere un buon mezzo di pagamento, dato che le valute fiat tendono inevitabilmente a svalutarsi nel corso del tempo favorendone la spesa al posto che il risparmio, ma per le stesse ragioni può essere invece un buon mezzo di risparmio, in teoria. In altri termini le valute fiat sono pessimi mezzi per il risparmio tanto quanto Bitcoin all’inverso ne è una possibile buona soluzione.
Basti ricordare che quando le banche centrali nel 2020 hanno iniziato l’ultimo grande QE, con il quale hanno creato una quantità enorme di nuova moneta dal nulla, il valore di Bitcoin era circa la metà di quello attuale. E probabilmente proprio il QE delle banche centrali lo ha fatto aumentare.
Per questo motivo, ovvero per aver inventato la prima vera alternativa di tutta la storia dell’umanità alle classiche monete fiat, molti ritengono che Satoshi sarebbe degno di ricevere un premio Nobel.
Dato però che il Nobel non gli può essere assegnato, forse sarebbe il caso di immaginare un qualche altro tipo di riconoscimento, anche perché alla luce di tutto ciò è davvero difficile sostenere che non se lo meriti.
Gli inizi di una nuova era: il Bitcoin
Bitcoin, inoltre, esiste da più di 13 anni ormai, ed oltre ad aver sempre incrementato mediamente il suo valore nel corso degli anni, continua a funzionare sempre perfettamente dal punto di vista tecnico, molto meglio di qualsiasi altro sistema di pagamento che l’umanità abbia mai inventato.
Non bisogna dimenticarsi che Satoshi ha creato una tecnologia, che poi a sua volta a dato vita ad un asset finanziario. Per tutto il 2009 il valore di mercato di BTC era di fatto pari a zero, perchè non aveva mercato. Iniziò ad essere scambiabile comunemente in valuta fiat solo a metà del 2010, ovvero pochi mesi prima che Satoshi scomparisse.
Se, come si presume, Satoshi in seguito sia effettivamente deceduto, significherebbe che ha creato una tecnologia da cui solo dopo la sua scomparsa è nato un vero e proprio asset finanziario.
Tra l’altro, di recente Jim Blasko è riuscito a trovare su SourceForge la prima versione del software Bitcoin creato da Satoshi Nakamoto, ovvero la versione 0.1.0 di quello che all’epoca si chiamava semplicemente Bitcoin e faceva sia da nodo che da wallet che da miner.
Questa versione era apparentemente andata perduta da tempo, ma Blasko è riuscito a scovarla grazie ad un piccolo browser hacking.
Si tratta di un programma realizzato interamente da Satoshi Nakamoto, e da lui utilizzato il 3 gennaio 2009 per minare il primo blocco della blockchain di Bitcoin.
L’8 gennaio 2009, ovvero il giorno prima di quello in cui venne minato il secondo blocco, Satoshi inviò alla mailing list di crittografia Cypherpunks il link al file Bitcoin.v0.1.rar, che tuttavia in seguito è andato perduto.
I file scovati da Blasko su SourceForge si riferiscono proprio a quella stessa v0.1.0, anche se furono caricati solamente il 30 agosto dello stesso anno. Quindi si tratta proprio del programma originale scritto da Satoshi ed utilizzato per minare i primi blocchi della blockchain di Bitcoin.