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Alessandro Giannì: l’artista entra nel mondo della crypto arte e degli NFT

L’artista romano Alessandro Giannì ha deciso di entrare nel mondo della crypto arte e degli NFT droppando le sue prime due opere su Foundation. Le opere sono state subito vendute.

Chi è Alessandro Giannì

Classe 1989, Alessandro ha esposto le sue opere a Roma, Milano, Berlino, Parigi, New York, Washington, Hong Kong e Pechino.

Le sue opere sono presenti in collezioni museali tra cui l’He Art Museum di Foshan, progettato dal grande architetto Tadao Ando. Durante la 73esima Biennale del cinema di Venezia è stato art director del progetto Ovalis di Enrico Ghezzi e Emiliano Montanari, in cui si fondono cinema, filosofia, arte e poesia, ed ha partecipato al ÑewPressionism del pittore greco Miltos Manetas,  movimento che pone alla base una percezione totalizzante del materiale e dell’immateriale, del sensibile e soprasensibile e che ha riunito in una mostra all’Istituto svizzero di Milano, artisti da tutto il mondo, tra cui Sylvie Fleury, Petra Cortright, Jon Rafman e Amalia Ulman.

Nel suo lavoro sono presenti molteplici riferimenti a periodi e contesti artistici molto diversi tra loro, partendo dalle evidenti citazioni dei grandi maestri del rinascimento, fino a delle implicite connessioni estetiche con artisti del 900, che vengono completamente riassorbite dal suo personale gesto pittorico. Infatti nelle sue pennellate possiamo percepire velatamente artisti emblematici come Bacon, Blake, de Chirico, Ernst,  fino ai più contemporanei Baselitz e Mario Schifano, pittore e regista “maledetto” degli anni ’60, oscillante tra Pop e Computer Art, tra Rolling Stones e musica psichedelica, sull’onda di un coinvolgimento emotivo, derivante da una pluralità di sensazioni, spesso simultanee.

È del 2014 la tela di Alessandro Giannì che darà il nome alla mostra del 2019 da Albumarte: L’apocalisse dell’ora, in cui l’ “apocalisse” è “rivelazione” di realtà diverse fatte, più che di immagini, di visioni, evidenziate da un rosso infuocato e da un leitmotiv inquietante, risalente ad un dipinto di Holbein il Giovane (Gli Ambasciatori, 1533): un disco scorciato ed obliquo, sospeso sul pavimento, l’anamorfosi di un teschio, che, com’è noto, nella letteratura contemporanea alludeva alla caducità della vita, allo scorrere inesorabile del tempo.  

La svolta artistica di Giannì avviene con la personale Due to the Image, presentata alla Postmasters Gallery di New York, dove l’artista presenta una nuova serie di lavori realizzati durante i due anni precedenti tramite l’ausilio dell’AI Vasari, ideata dall’artista e sviluppata  dallo studio creativo Unboolean. Il software -che prende il suo nome da Giorgio Vasari, pittore, architetto e storico dell’arte fiorentino del tardo rinascimento (1511- 1574)- è in grado di realizzare sketches digitali, emulando il processo creativo e concettuale di Alessandro Giannì, che successivamente trasformerà le immagini digitali in dei dipinti realizzati ad olio su tela. L’ AI, apprendendo dall’immaginario dell’artista, trova immagini dal web, le mixa e le reinventa, partendo da input come parole chiave, dimensioni, colori, il tutto al limite del possibile, tessendo connessioni tra universo digitale e mondo introspettivo, emozionale, “umano”. 

D’altra parte, come affermava Breton nel 1930: “Esiste un punto dello spirito tal quale la vita e la morte, il passato e il futuro, il comunicabile e l’incomunicabile, l’alto e il basso cessano di essere percepiti come opposti”. 

Alessandro Giannì nel mondo della crypto arte e degli NFT

L’approccio diviene propriamente estetico nei confronti della produzione digitale dell’artista, nei suoi due NFT, in cui affascinanti caratteristiche sensoriali  disorientano, smarriscono, ma, al tempo stesso, mettendo in crisi le proprie certezze cognitive, ne suscitano di nuove: l’osservatore diventa, quindi, “creatore”, partecipa attivamente al “flusso”, al procedimento concettuale dell’ opera.

Le sculture in 3D visibili in NFT e già sold su foundation.app sono, quindi, la rappresentazione del superamento di quel limite, in cui l’analogia, ogni libera associazione di pensieri e sensazioni fluttua come un magma, in cui tutto sembra sospeso:  colori, musica psichedelici, particelle di immagini. La sua arte (Synchronic Existence, Simul Existences, Simultaneity, ecc.), infatti, “dipende dal ritmo della testa”, dal flusso, che vi scorre denso, inquieto e vibrante e che, poiché tale, tende a coinvolgere sistematicamente ogni osservatore.

Come detto, Alessandro ha già venduto le sue prime due opere in forma di NFT qualche settimana fa usando la piattaforma di crypto arte Foundation e si appresta a crearne delle nuove a breve.

Alessandra Bonifacio
Alessandra Bonifacio
Laureata in lettere moderne, interessata alla comunicazione e alle digital humanities dopo aver preso parte a un progetto di ricerca in collaborazione con l’università di Stanford e ad una summer school in digital marketing presso la IE Business School.
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