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Il Merge e gli NFT: cosa succede dopo il PoS di Ethereum?

Il Merge di Ethereum ha costituito un passaggio fondamentale nell’evoluzione della sua infrastruttura: avrà un impatto anche sul settore degli NFT?

Infatti, ha sostituito la Proof-of-Work (PoW) con la Proof-of-Stake (PoS)

PoW aveva alcuni limiti, tra cui l’elevato consumo energetico. Questo significava che per convalidare le transazioni sulla blockchain di Ethereum servivano ampi apparati con costi decisamente importanti. 

Tali limiti valevano anche per le transazioni degli NFT. 

Invece PoS prevede semplicemente che siano i nodi validatori a poter convalidare le transazioni, con sforzi e costi estremamente ridotti. 

Merge: la mancata riduzione delle fee, NFT ne soffrono

In teoria questo avrebbe anche potuto generare una riduzione delle fee sulle transazioni, ma ciò non è accaduto. 

Infatti sono stati tagliati completamente i premi per i miner, tanto che i miner sono scomparsi. Dal 15 settembre 2022 ETH non si mina più. Le fee sulle transazioni non sono cambiate, anche se ora vengono incassate dai nodi validatori. 

Il fatto è che il numero di transazioni convalidabili è rimasto identico, compreso il ritmo con cui vengono convalidate. Quindi a far variare le fee è rimasta sempre e soltanto la domanda di mercato proveniente da coloro che vogliono registrare una transazione sulla rete Ethereum. 

Prendendo come riferimento la mediana giornaliera delle fee, nei primi 15 giorni di settembre si aggirava attorno ad 1$. Tra il 16 settembre ed il 7 ottobre era scesa sotto gli 0,8$, ma a partire dall’8 ottobre è salita fino a circa 1,4$. 

Quindi attualmente le fee mediane sulle singole transazioni Ethereum sono maggiori rispetto a quelle delle settimane precedenti il Merge. 

La spiegazione del fatto che è avvenuto l’esatto contrario di ciò che ci si aspettava potrebbe essere dovuta al burn parziale delle stesse fee. 

Infatti, proprio a partire dal 15 settembre la supply di ETH ha quasi smesso di crescere, grazie al fatto che vengono bruciati ad ogni blocco più o meno tanti ETH quanti ne vengono creati. 

Se dal primo agosto fino al 15 settembre la supply di ETH era cresciuta di 0,6 milioni di unità, dal 15 settembre in poi è rimasta sostanzialmente stabile. 

Gli ETH che vengono bruciati provengono dalle fee pagate dagli utenti, e non vengono incassati dai nodi validatori, quindi è più che lecito che le fee siano aumentate. 

Gli NFT e il possibile impatto del Merge di Ethereum

Il problema delle fee elevate riguarda in particolar modo proprio gli NFT

Infatti, pagare 1,5$, o a volte addirittura 2$, per una singola transazione significa porre un grosso limite soprattutto alla circolazione degli NFT che hanno valore di mercato basso o bassissimo. 

Quindi per ora il Merge ha avuto un impatto negativo sulle transazioni di NFT a basso costo sulla blockchain di Ethereum. 

Non è un caso che ad esempio su OpenSea ad ottobre il volume di scambio di NFT su Polygon è cresciuto del 77%, mentre quello su Ethereum è sceso del 20%. 

Prima del Merge si sperava che le fee sarebbero diminuite, permettendo un maggior volume di scambio di NFT su Ethereum, ed invece è aumentato il volume dei burn facendo aumentare le fee, e riducendo il volume di scambio degli NFT. 

Polygon consente scambi di NFT a fee inferiori, ma ad esempio Solana li consente a fee quasi irrisorie. 

Il futuro di Ethereum per gli NFT

In questo momento sembra che questo problema non sia risolvibile. 

Pertanto nel futuro prossimo i volumi di scambio di NFT sulla blockchain di Ethereum potrebbero diminuire ancora, in attesa che altre soluzioni layer 2 come Polygon possano far diventare irrisorie anche le fee sugli scambi di NFT su Ethereum. 

Da notare che, invece, per quanto riguarda i volumi di scambio sulla blockchain di Ethereum questa flessione non sembra essersi verificata. 

Prima del Merge venivano movimentati giornalmente circa 3 miliardi di dollari, e dopo una breve flessione dal 17 settembre al 23 ottobre, da qualche giorno a questa parte sono tornati più o meno sempre su quella cifra. 

Anche il valore medio delle singole transazioni in ETH ha subito una dinamica simile, quindi l’aumento delle fee ha inciso quasi solamente sugli scambi di NFT. 

Se questo trend dovesse continuare a lungo è possibile che altre piattaforme prendano il sopravvento per quanto riguarda gli scambi di NFT, soprattutto per quelli a basso valore di mercato. 

I consumi energetici ridotti dal Merge: gli NFT su Ethereum diventano più green

C’è, invece, chi concentra l’attenzione sul taglio dei consumi energetici. 

Con il passaggio a PoS la rete Ethereum ora consuma solo una piccola frazione dell’energia elettrica che consumava prima con PoW. 

Questo ha quasi completamente rimosso le obiezioni che venivano fatte in tal senso a chi utilizzava NFT su Ethereum. 

È un ragionamento che è stato portato alla luce dai co-fondatori di SuperRare, Jonathan Perkins e John Crain. 

Il problema riguardava soprattutto gli artisti, ed in particolar modo quelli coinvolti con tematiche ambientaliste. 

Ora tali obiezioni sono state semplicemente cancellate dopo il Merge, ed in teoria potrebbero anche favorire la diffusione degli NFT nel mondo dell’arte. 

Ma in realtà anche prima del Merge c’erano soluzioni a basso impatto ambientale per lo scambio di NFT, grazie a blockchain alternative ad Ethereum già basate su PoS. 

Infatti non solo non risulta che il volume degli scambi complessivo di NFT dopo il Merge sia aumentato, ma addirittura risulta che si sia ulteriormente contratto. In realtà molto probabilmente il Merge non ha avuto impatto sul volume complessivo di NFT scambiati: ha solamente spostato alcuni scambi da Ethereum a Polygon o altre blockchain. 

I layer 2

Lo scenario però potrebbe cambiare completamente nel caso in cui, come si spera, iniziassero a proliferare soluzioni seconda layer. 

Infatti, non è un caso che attualmente la principale alternativa ad Ethereum per gli NFT sia proprio Polygon, ovvero una soluzione layer 2 di Ethereum. 

Ma Polygon è a tutti gli effetti un’altra blockchain, mentre per poter far crescere Ethereum servirebbero soluzioni di second layer integrate all’interno del protocollo Ethereum. 

In altri termini un NFT coniato su Ethereum non può essere scambiato su Polygon. Per farlo bisogna coniare un altro NFT su Polygon che rappresenti il token originale su quest’altra blockchain. 

Un discorso completamente diverso sarebbe se esistessero soluzioni layer 2 che consentissero di scambiare a bassissimo costo NFT coniati ed esistenti direttamente sulla blockchain di Ethereum. 

Ad esempio il principale second layer di Bitcoin, Lightning Network, consente lo scambio di BTC residenti sulla blockchain di Bitcoin, semplicemente aggiungendo uno strato superiore dedicato solo agli scambi. 

Per poter consentire scambi rapidi ed a bassissimo costo di NFT Ethereum servirebbe qualcosa di simile. 

Anzi, potrebbe consentire anche scambi continui di token, ad esempio nel gaming online dove gli scambi devono essere rapidissimi e devono poter essere effettuati in continuazione. 

D’altronde gli NFT sono un’ottima soluzione per lo scambio degli asset digitali dei giochi online. 

Conclusione

Quindi per ora, ad un mese e mezzo di distanza, il Merge non ha avuto un impatto positivo sul settore degli NFT su Ethereum, e ne ha anzi fatto aumentare le fee sugli scambi. 

Ma con lo sviluppo delle soluzioni layer 2, facilitato dal passaggio a PoS, prima o poi potrebbero esserci anche impatti positivi nel settore degli NFT.

Marco Cavicchioli
Marco Cavicchioli
"Classe 1975, Marco è stato il primo a fare divulgazione su YouTube in Italia riguardo Bitcoin. Ha fondato ilBitcoin.news ed il gruppo Facebook "Bitcoin Italia (aperto e senza scam)".
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